AGI - Il partito israeliano di estrema destra Potenza ebraica di Itamar Ben Gvir, il più grande sostenitore del disegno di legge sulla revisione giudiziaria, ha dato la sua disponibilità a rinviare la riforma fino alla ripresa dei lavori del Parlamento (Knesset), dopo la Pasqua ebraica. Secondo una dichiarazione diffusa dal partito, il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ritarderà quindi di diverse settimane la riforma. In cambio, Ben Gvir ha ottenuto che il governo esamini immediatamente la creazione di una 'Guardia nazionale' sotto la sua guida.
Le proteste
Sale ulteriormente la tensione a Gerusalemme nell'ambito dell'ampia protesta contro la riforma della Giustizia del governo: sono decine di migliaia i manifestanti davanti alla Knesset, il Parlamento israeliano. "Non molliamo", intonano in coro, secondo quanto riporta Times of Israel.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha informato gli alleati della coalizione di governo che intende sospende la riforma giudiziaria. Lo riferisce l'emittente pubblica Kan dando conto della riunione in corso. Secondo il media, il principale ideologo dell'iniziativa e il ministro della Giustizia Yariv Gideon Levin ha capito e riconosciuto che "non c'è altra scelta". Presumibilmente, gli resta da convincere il ministro della sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir, uno dei membri del gabinetto più a destra, che minaccia di far cadere il governo: secondo l'emittente il ministro ha annunciato l'intenzione di dimettersi ma assicurato che sosterrà l'esecutivo dall'esterno.
E dal premier è arrivato un appello alla popolazione che manifesta. "Invito tutti i manifestanti a Gerusalemme, di destra e di sinistra, a comportarsi in modo responsabile e a non agire con violenza. Siamo fratelli". Così, in un tweet, Benjamin Netanyahu.
אני קורא לכל המפגינים בירושלים, מימין ומשמאל, לנהוג באחריות ולא לפעול באלימות. אנשים אחים אנחנו.
— Benjamin Netanyahu - בנימין נתניהו (@netanyahu) March 27, 2023
La polizia intanto sta rafforzando le unità a Gerusalemme mettendo in campo centinaia di agenti nel timore che, nelle prossime ore, possano esserci scontri tra sostenitori e oppositori della riforma della giustizia. "Permetteremo la libertà di manifestazione, non tollereremo violenze e disordini", ha fatto sapere un funzionario.
Ci sono già centinaia di manifestanti fuori dal Parlamento israeliano, persone che sventolano la bandiera israeliana e inneggiano alla "democrazia"; ma si attende per le prossime ore l'arrivo di manifestanti di estrema destra. Nella zona sono già pronti i camion con gli idranti e gli uomini della polizia di frontiera, in assetto anti-sommossa. Adesso gli occhi sono puntati sulle prossime mosse del premier Benjamin Netanyahu: di fronte a proteste di piazza senza precedenti, ha annunciato ai suoi ministri che vuole ritirare la riforma ma adesso sembra intrappolato tra l'opposizione e i ministri di estrema destra che spingono perché la riforma sia fatta.
La preoccupazione di Biden
Gli Usa restano preoccupati per la situazione in Israele. Lo ha detto il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby, aggiungendo che il presidente Usa, Joe Biden, ha condiviso in modo "molto franco" le sue preoccupazioni con il premier israeliano, Benyamin Netanyahu.
Biden tuttavia, ha assicurato il portavoce, non è preoccupato che la situazione attuale in Israele sfoci in una guerra civile. "Le proteste degli ultimi mesi - ha spiegato - hanno dimostrato le solide basi democratiche di Israele"