AGI - Mangiare carne di balena può essere parte di un percorso turistico socialmente accettabile? Per rispondere alla domanda nei giorni scorsi, nel chiuso di un ristorante di Osaka, in Giappone, è stato condotto un test che ha visto riuniti intorno a un tavolo, da una parte una manciata di giornalisti giapponesi e dall’altra i dirigenti della più grande compagnia baleniera del paese con funzionari dell'industria dei viaggi. Nel mezzo dei social influencer provenienti da Thailandia, Francia, Russia e Corea del Sud per testare tutti insieme una serie di assaggi dedicati al piatto più controverso della cucina giapponese.
A loro sono stati proposti piatti bolliti, grigliati, fritti e crudi come il sashimi, fatti con mascella, stomaco, costole, coda, guancia e schiena del mammifero. Obiettivo: sdoganare questi tagli di carne nella normale cucina dei ristoranti e di casa. Naturalmente la serata è iniziata “con un discorso di incoraggiamento di Hideki Tokoro, amministratore delegato di Kyodo Senpaku, la più grande compagnia baleniera del Giappone, che ha affermato che la caccia alle balene, che consumano l'equivalente del 4% del loro peso corporeo ogni giorno, ha contribuito a proteggere la catena alimentare marina”, riferisce il Guardian. "Dobbiamo controllare la popolazione delle balene per poter proteggere l'ecosistema", ha detto Tokoro.
"Si tratta di essere consumatori responsabili", ha poi chiosato il Ceo, nel tentativo di cambiare la narrativa negativa su questa carne, che è vista con sospetto, anche per via della spietata caccia che ne viene fatta alle balene.
I tempi sono cambiati e vogliamo essere assolutamente trasparenti, ciò include parlare apertamente con i media internazionali", ha detto al Guardian un portavoce dell'azienda, Konomu Kubo. Del resto, l’industria giapponese delle balene “non è riuscita a convincere i consumatori a fare della carne di balena una parte regolare della dieta, specie durante la carenza di cibo dopo la Seconda Guerra Mondiale, sebbene essa fosse fonte di proteine di base”. Tant’è che il consumo è diminuito dagli anni '70 quando carne di maiale, pollo e manzo sono diventati più accessibili e alla portata.
L'evento, il primo nel suo genere, riferisce il quotidiano inglese, fa parte di una campagna di pubbliche relazioni senza precedenti da parte dell'industria baleniera, quattro anni dopo che i balenieri del paese hanno lasciato l'Oceano Antartico per concentrarsi sulla caccia ai cetacei nelle acque costiere, dove il marchio Kyodo Senpaku cattura 25 balenottere boreali e 187 balene di Bryde all'anno.
Ora, però, la carne di balena viene propagandata come “attrazione turistica”, con fornitori e ristoranti che “lavorano in tandem con il Japan Travel Bureau per conquistare i visitatori scettici” in previsione di un forte aumento dei visitatori stranieri dopo la revoca delle restrizioni di viaggio dovute al Covid-19.