AGI. - L'Honduras ha annunciato di aver rotto ufficialmente le relazioni diplomatiche con Taiwan, una mossa che ha suscitato la collera di Taipei dal momento che Tegucigalpa ha cambiato alleato avvicinandosi alla Cina. Il ministro degli Esteri honduregno, Enrique Reina, ha dichiarato che su istruzioni della presidente Xiomara Castro "ha comunicato a Taiwan la decisione di cessare le relazioni diplomatiche", si legge in una dichiarazione del ministero. La rottura formale dei legami arriva due giorni dopo il viaggio di Reina a Pechino per discutere l'istituzione di relazioni diplomatiche bilaterali, e 11 giorni dopo che Castro ha annunciato per la prima volta il passaggio.
Pechino ha dichiarato da parte sua che il suo ministro degli Esteri, Qin Gang, e il ministro degli Esteri dell'Honduras, Eduardo Enrique Reina, hanno firmato l'accordo sul riconoscimento diplomatico a Pechino, ponendo fine alle relazioni con Taiwan risalenti agli anni '40.
In una breve dichiarazione, il ministero degli Esteri dell'Honduras ha affermato di aver riconosciuto la Repubblica popolare cinese come l'unico governo legittimo che rappresenta tutta la Cina e che Taiwan è una "parte inseparabile del territorio cinese". La Cina esige che i Paesi con cui ha legami riconoscano la sua posizione, e cioè che "l'isola ribelle" autogovernata sia parte del suo territorio, da riconquistare un giorno, con la forza, se necessario. In base alla sua politica "One China", non è consentito ai Paesi di riconoscere sia Pechino che Taipei.
Parlando a Taipei poco dopo l'annuncio il ministro degli Esteri di Taiwan, Joseph Wu, ha detto che Castro, che è entrata in carica all'inizio dello scorso anno, e il suo governo hanno "sempre nutrito illusioni" sulla Cina e gli "adescamenti" di Pechino non si sono mai fermati. "Il ministero degli Esteri e l'ambasciata hanno colto le informazioni rilevanti e le hanno gestite con cura. Tuttavia, il governo Castro ci ha anche chiesto miliardi di dollari in un'enorme assistenza economica e ha confrontato i prezzi per i programmi di assistenza forniti da Taiwan e dalla Cina", ha denunciato Wu. Nè le dichiarazioni cinesi nè quelle honduregne hanno fatto menzione di aiuti. Wu ha detto che il ministro degli Esteri dell'Honduras ha scritto a Taiwan il 13 marzo - il giorno prima dell'annuncio di Castro - chiedendo un totale di 2,45 miliardi di dollari in aiuti, inclusa la costruzione di un ospedale e di una diga, oltre alla cancellazione del debito. "Sembrava che quello che volevano erano i soldi, non un ospedale", ha riferito Wu. Reina da parte sua ha detto a Reuters la scorsa settimana che la cifra di 2,5 miliardi di dollari "non era una donazione", ma piuttosto "un meccanismo di rifinanziamento negoziato". Il presidente di Taiwan, Tsai Ing-wen, partira' mercoledi' per una delicata missione negli Stati Uniti, in Guatemala e in Belize.
E dovrebbe incontrare il presidente della Camera Usa, Kevin McCarthy, a Los Angeles alla fine del viaggio. Wu ha detto di essere "molto sospettoso" per la tempistica della decisione honduregna cosi' vicina al tour all'estero di Tsai. "Sembra che la Cina lo stia facendo intenzionalmente", ha affermato. Gli Stati Uniti hanno osservato con preoccupazione l'espansione della Cina nel 'cortile di casa' e la conseguente 'fuga' degli alleati centroamericani di Taiwan e hanno ripetutamente avvertito i Paesi di non credere alle promesse di aiuto della Cina.
Il Dipartimento di Stato americano ha affermato che mentre la mossa dell'Honduras è stata una decisione sovrana, è importante notare che la Cina "spesso fa promesse in cambio di riconoscimento diplomatico che alla fine non vengono mantenute". "Indipendentemente dalla decisione dell'Honduras, gli Stati Uniti continueranno ad approfondire ed espandere l'impegno con Taiwan", si legge in una nota. Le relazioni tra Honduras e Taiwan risalgono al 1941, quando il governo della Repubblica di Cina - che rimane il nome ufficiale di Taiwan - era ancora in Cina prima che si rifugiasse nell'isola nel 1949 dopo aver perso la guerra civile con i comunisti di Mao Zedong. Taiwan ora ha relazioni diplomatiche formali solo con 13 Paesi, per lo piu' poveri e in via di sviluppo dell'America centrale, dei Caraibi e del Pacifico.