AGI - Il presidente francese Emmanuel Macron è apparso in tv per difendere la riforma delle pensioni, passata grazie all'articolo 49.3 tra durissime proteste di piazza. Intervistato da due giornalisti di Tf1 e France 2, Marie-Sophie Lacarrau e Julian Bugier, il capo dell'Eliseo ha sottolineato che il provvedimento era "necessario" e deve "entrare in vigore entro la fine dell'anno".
"Più aspettiamo, più il deficit peggiorerà. Non mi rende felice, avrei preferito non farla ma la riforma era necessaria". L'attuale sistema è insostenibile, ha aggiunto. "Ora bisogna aspettare la decisione del Consiglio costituzionale" per promulgare la legge che "proseguirà il suo percorso democratico".
Di fronte alle proteste e agli scioperi che si susseguono da settimane, e non accennano a fermarsi, Macron ha espresso rispetto per il diritto di manifestare il dissenso, ma ha condannato con forza le violenze dei manifestanti, rammaricandosi inoltre che i sindacati non abbiano presentato una "proposta di compromesso" sul testo della riforma.
Il presidente ha anche ribadito la sua "fiducia" nel governo di Elisabeth Borne, riferendo di averle chiesto di "allargare la maggioranza", ma senza fornire ulteriori dettagli. "Le tre priorità - ha sottolineato - sono la scuola, la salute e l'ecologia".
Intanto, per domani è attesa una nuova giornata di proteste e scioperi in tutto il Paese indetta dai sindacati, sul piede di guerra. Il ministro dell'Interno Gerard Dermanin ha già annunciato che saranno schierati 12 mila agenti, cinquemila solo a Parigi, mentre l'autorità per l'aviazione civile ha chiesto di annullare il 30% dei voli all'aeroporto di Orly nella capitale, e disagi sono attesi anche in altri scali.
La situazione di tensione nel Paese ha suscitato preoccupazioni anche rispetto all'imminente visita del re Carlo, la prima all'estero da quando è salito al trono: il monarca inglese è atteso da domenica a mercoledì prossimo a Parigi ma Buckingham Palace sta valutando i rischi per la sicurezza.
D'altra parte, ha aggiunto, i francesi hanno "ragione" a essere stanchi degli scioperi e dei blocchi organizzati da chi protesta: "Che ci siano manifestazioni per dire che sono contrari è legittimo. Ma quando ci sono blocchi, bisogna poterli rimuovere. Per questo ho chiesto al governo di negoziare il più possibile, se non di intervenire", ha affermato Macron, augurandosi che riprenda il prima possibile la "vita normale".
Quanto all'impopolarità, è il prezzo da pagare per il bene del Paese, ha proseguito, auspicando un dialogo con sindacati e partiti. "Se devo scegliere tra i sondaggi a breve termine e l'interesse generale del Paese, scelgo quest'ultimo. Se è necessario accettare l'impopolarità oggi lo accetterò", ha affermato, pur riconoscendo di "non essere riuscito a convincere" la Francia della bontà della sua decisione. Le ultime indagini mostrano un tasso di approvazione al 28%, il più basso dall'apice dalle proteste dei 'gilet gialli' nel 2018-2019.
Il presidente ha anche ribadito la sua "fiducia" nel governo di Elisabeth Borne, riferendo di averle chiesto di "allargare la maggioranza", ma senza fornire ulteriori dettagli. "Le tre priorità - ha sottolineato - sono la scuola, la salute e l'ecologia".
Intanto, per domani è attesa una nuova giornata di proteste e scioperi in tutto il Paese indetta dai sindacati, sul piede di guerra. Il ministro dell'Interno Gerard Dermanin ha già annunciato che saranno schierati 12 mila agenti, cinquemila solo a Parigi, mentre l'autorità per l'aviazione civile ha chiesto di annullare il 30% dei voli all'aeroporto di Orly nella capitale, e disagi sono attesi anche in altri scali.
La situazione di tensione nel Paese ha suscitato preoccupazioni anche rispetto all'imminente visita del re Carlo, la prima all'estero da quando è salito al trono: il monarca inglese è atteso da domenica a mercoledì prossimo a Parigi ma Buckingham Palace sta valutando i rischi per la sicurezza.