AGI - Il presidente della Colombia, Gustavo Petro, ha sospeso il cessate il fuoco che dal 31 dicembre scorso aveva stretto con la più grande banda di narcotrafficanti del paese a causa degli attacchi ai civili. "Ho ordinato alle forze di sicurezza di riattivare tutte le operazioni militari contro il Clan del Golfo", ha scritto Petro su Twitter.
Secondo il governo, l'organizzazione è dietro alle intimidazioni e agli attacchi contro gli abitanti dei villaggi nel Nord-Ovest del Paese da più di due settimane. "Non permetteremo loro di continuare a seminare ansia e terrore nelle comunità", ha aggiunto il presidente Petro.
Temuta banda criminale dedita al traffico di droga e all'estorsione, il Clan del Golfo è, secondo la Polizia Nazionale, una delle "organizzazioni più pericolose della criminalità transnazionale".
Narcotrafficanti ed ex paramilitari
Questo gruppo, che prima era noto come Clan Úsuga o come Los Urabeños, ovvero le Forze Gaitaniste di Autodifesa della Colombia, ha tra i suoi leader ex narcotrafficanti ed ex paramilitari ed è nato dopo la smobilitazione del Regno Forze di autodifesa della Colombia (AUC), un gruppo paramilitare di estrema destra nel 2006.
È stata fondata nel 2007 da Daniel Rendón Herrera, alias Don Mario, paramilitare del Bloque Centauros de las Autodefensas, catturato nel 2009 ed estradato negli Stati Uniti nel 2018. Don Mario era considerato il narcotrafficante più ricercato della Colombia. Ma nel novembre 2021, dopo diversi anni di carcere, ha ammesso la propria colpevolezza per i reati di distribuzione di stupefacenti e sostegno a un gruppo terroristico come parte di un impero della cocaina da un miliardo di dollari. Il suo successore Dairo Antonio Úsuga, è stato arrestato nell'ottobre 2021.