AGI - Il presidente cinese, Xi Jinping, sarà in Russia la prossima settimana per la prima volta dall'inizio dell'invasione dell'Ucraina. La visita, dal 20 al 22 marzo, è stata annunciata sia dal ministero degli Esteri cinese che dal Cremlino.
Secondo i dettagli diffusi da Mosca, Xi e Putin si parleranno nella giornata del 20 marzo durante un pranzo informale, mentre i negoziati, ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, saranno il giorno successivo. Cina e Russia discuteranno di questioni riguardanti energia, il partenariato e la cooperazione strategica e militare, ed è prevista la firma di "importanti documenti bilaterali". Il 21 marzo Xi Jinping incontrerà anche il premier russo, Mikhail Mishustin. In serata si terrà una cena di Stato al Cremlino.
La visita di Xi - la prima all'estero da quando ha iniziato il terzo mandato presidenziale - "sarà un viaggio di amicizia, cooperazione e pace", per Pechino. Xi ha mantenuto "stretti contatti" con Putin, ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Wang Wenbin, e durante la visita, il presidente cinese "scambierà opinioni approfondite sulle relazioni bilaterali e sulle principali questioni internazionali e regionali di interesse comune" per dare "nuovo slancio" alle relazioni bilaterali.
La Cina difende i rapporti con la Russia, osservati da vicino dall'Occidente soprattutto per i sospetti riguardanti la vendita di armi - nuovamente emersi nelle scorse ore - e per la possibilità che Pechino aiuti Mosca a eludere le sanzioni.
Quella con Mosca è una cooperazione "leale e schietta", ha detto il portavoce del ministero degli Esteri cinese, che punta ad "avvantaggiare i due popoli, promuovere lo sviluppo del mondo, libera da interferenze e coercizioni da parte di terzi".
L'annuncio della visita giunge a poche ore dagli ultimi segnali di forniture di armi alla Russia, riferiti da Politico: sulla base di dati forniti dall'aggregatore di dati doganali Import Genius, nella seconda metà del 2022 la Cina avrebbe fornito alla Russia circa mille fucili d'assalto CQ-A, sul modello degli M-16, e attrezzature che possono essere usate a scopo militare, tra cui parti di droni e giubbotti anti-proiettili.
Per Pechino, la Cina ha sempre avuto un atteggiamento "prudente e responsabile" sull'export di armi, ha detto Wang, e "ha sempre controllato l'export di beni dual use nel rispetto di leggi e regolamenti". La Cina si oppone, invece, alle "sanzioni unilaterali e alle giurisdizioni dal braccio lungo", ha proseguito il portavoce, con un riferimento implicito agli Stati Uniti. Sulla guerra in Ucraina, per cui la Cina non ha mai condannato la Russia, il portavoce del ministero degli Esteri cinese ha poi sottolineato che "la Cina si è sempre schierata dalla parte della pace e del dialogo".
Nessun cenno è stato fatto alla possibilità che Xi possa avere un colloquio con il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, che sarebbe il primo dall'inizio della guerra. La visita di Xi a Mosca - la prima dal 2019 - giunge a pochi giorni dalla mediazione di Pechino per la normalizzazione delle relazioni diplomatiche tra Arabia Saudita e Iran, un colpo diplomatico riconosciuto come "una buona cosa" anche dal segretario di Stato Usa, Antony Blinken.
Una mediazione nella risoluzione della guerra in Ucraina appare, però, più complicata: l'accordo in dodici punti presentato da Pechino per la soluzione politica della crisi ucraina è stato accolto con freddezza in Occidente, che accusa la Cina di non fare differenze, nella proposta di pace, tra l'aggressore e l'aggredito.
E qualche incomprensione è sembrata affiorare anche nelle ultime ore, quando si è registrato il primo contatto tra il nuovo ministro degli Esteri cinese, Qin Gang, con il suo omologo ucraino, Dmytro Kuleba. La Cina, ha ribadito Qin, auspica calma e razionalità e che Russia e Ucraina "non chiudano la porta a una soluzione politica". Su Twitter, Kuleba ha, però, voluto aggiungere che nel colloquio si è discusso anche del "significato del principio di integrità territoriale".