AGI - Il presidente cinese, Xi Jinping, chiude i lavori annuali del Parlamento cinese rinnovando l'impegno a "risolvere la questione di Taiwan" e a fare delle Forze Armate una "Grande Muraglia d'acciaio". Sono le priorità fissate nel suo primo discorso da neo-eletto presidente, pronunciato alla cerimonia di chiusura della sessione plenaria dell'Assemblea Nazionale del Popolo, l'organo legislativo del Parlamento cinese.
Davanti alla platea di delegati che lo hanno eletto all'unanimità presidente per la terza volta, Xi ha elogiato il ruolo del Partito Comunista Cinese nella storia recente del gigante asiatico, dopo l'umiliazione patita dal "bullismo delle potenze straniere" che avevano ridotto la Cina a uno Stato "semi-coloniale" e "semi-feudale". In un discorso dai toni fortemente nazionalistici, Xi ha detto che "dopo un secolo di lotte abbiamo spazzato via l'umiliazione e il popolo cinese è diventato padrone del proprio destino": il rinnovamento della nazione - concetto da lui stesso introdotto all'inizio del suo primo mandato come segretario generale del Pcc, alla fine del 2012 - è entrato in un processo "irreversibile".
In un passaggio dedicato a Taiwan, Xi ha sottolineato che la Cina deve "risolvere la questione" e procedere alla "riunificazione" dell'isola con la Cina (nonostante l'isola non sia mai stata governata dalla Repubblica Popolare Cinese) che è una "aspirazione comune" di tutti i cinesi. "Dobbiamo opporci risolutamente all'interferenza di forze esterne e alle attività indipendentiste e portare avanti il processo di riunificazione della madrepatria", ha detto Xi.
Nessun accenno diretto è stato fatto alle tensioni con gli Stati Uniti, o con l'Occidente, anche se alla stampa Usa non è sfuggita la nomina a ministro della Difesa di un generale, Li Shangfu, colpito dalle sanzioni statunitensi, nel 2018, per l'acquisto di armi dalla Russia. Già nei giorni scorsi il presidente cinese aveva sottolineato l'importanza di rafforzare l'unita' delle Forze Armate, e sempre durante i lavori dell'Assemblea Nazionale del Popolo aveva puntato il dito contro gli Stati Uniti e l'Occidente, in termini mai così netti, per il declino nelle relazioni con la Cina.
"I rischi aumenteranno", aveva detto Xi, e oggi ha riservato alle Forze Armate il passaggio più forte del suo intervento, in cui ha legato la sicurezza allo sviluppo della Cina. "È necessario trasformare l'esercito in una Grande Muraglia d'acciaio che salvaguardi efficacemente la sovranità nazionale, la sicurezza e gli interessi di sviluppo", ha detto il presidente cinese.
Xi ha infine ribadito nuovamente l'importanza dell'autonomia sul piano scientifico e tecnologico della Cina, in un momento complicato sul piano economico, tema che ha sviluppato, piu' nello specifico, il nuovo primo ministro, Li Qiang. Le prospettive, sul piano della ripresa economica globale, "non sono ottimistiche", ha detto il neo-premier, all'esordio davanti ai giornalisti cinesi e stranieri: l'obiettivo di una crescita attorno al 5% per il 2023 "non è un compito facile", ha aggiunto, anche se Li si è detto "pienamente fiducioso" delle capacita' della Cina.
Nella disputa con gli Usa, il premier ha poi dichiarato di non volere evitare di entrare nel merito della questione, ma ha attenuato i toni rispetto all'avvertimento pronunciato la settimana scorsa dal ministro degli Esteri, Qin Gang. Nonostante i rapporti difficili, Cina e Stati Uniti "possono cooperare e dovrebbero cooperare", ha detto Li, che ha ribadito che "il contenimento e la repressione" - armi utilizzate dagli Stati Uniti nei confronti della Cina, secondo l'opinione di Pechino - "non giovano a nessuno".