AGI - Sequestro record a Parigi. Ammonta infatti a 461 milioni di euro il patrimonio sequestrato ad Adrien Labi, ricco quanto discreto uomo d’affari britannico, nato in Libia, che dal 2002 fa incetta di proprietà immobiliari, acquistandole una via l’altra nei quartieri più esclusivi di Parigi, da Champ-de-Mars a Avenue Marceau, passando per il Trocadéro e gli Champs-Elysees, in quello che viene definito il “triangolo d’oro” della capitale francese.
L’importo è un “sequestro record” perché 461 milioni di euro equivalgono a quanto solitamente viene recuperato in un anno in Francia dall'Agenzia per la gestione e il recupero dei beni sequestrati e confiscati.
"Evasione fiscale" e "omessa esecuzione di scritture contabili", sono tra le accuse contestate dall’imprenditore. Le autorità francesi puntano ora a fare in modo che Labi regolarizzi la sua situazione fiscale attraverso il pagamento di una sanzione, riferisce l'Ufficio del procuratore finanziario nazionale (Pnf).
L’imprenditore dovrà poi aggiungere altri 30 milioni da versare come cauzione giudiziaria. “Una somma mastodontica”, scrive Le Monde nel riferire la notizia.
Secondo la ricostruzione dell’accusa, le operazioni del ricco uomo d’affari inglese sono passate in genere attraverso normali società immobiliari, a loro volta possedute da altrettante società, ma Labi – “fine conoscitore della normativa fiscale”, come lo definisce il quotidiano – aveva notato che “l'accordo che legava Parigi e Copenaghen lasciava un'incertezza sul caso dei proprietari danesi in Francia – siano essi persone fisiche o società domiciliate nel Paese – al punto che essi non sono tassati né in Francia... né in Danimarca”. La truffa s’è annidata così nelle pieghe di un’anomalia fiscale rimasta in vigore fino al 2009, anno in cui Copenhagen la corregge.
È dal 2010, tuttavia, che Adrien Labi è sotto i riflettori del fisco francese. Una prima istruttoria nei suoi confronti viene aperta per “omesso versamento dell'imposta sui redditi, dell'imposta di solidarietà sul patrimonio e dell'imposta sul patrimonio immobiliare”, ma il procedimento non ha seguito e il fascicolo viene archiviato “per mancanza di elementi convincenti”. Nel 2014 e nel 2015 partono due nuove denunce e il 24 febbraio 2023 è stata aperta una nuova istruttoria del fisco nei confronti di Labi che si è conclusa con il maxi sequestro.