AGI - Sono 19,6 milioni di bambini a rischio povertà ed esclusione sociale in Europa per gli effetti della pandemia e della crisi e l'Italia è il quinto peggior Paese dopo Romania, Spagna, Bulgaria e Grecia, con due milioni 851mila bambini a rischio (29,7%).
È quanto emerge dal rapporto europeo "Garantire il Futuro dei Bambini" di Save The Children. Il nostro Paese è tra i peggiori anche per dispersione scolastica e il più alto numero di NEET. Nel rapporto europeo per fare il punto sull'attuazione del programma UE Garanzia Infanzia (Child Guarantee) lanciato nel 2021 per assicurare l'accesso dei bambini a rischio a servizi educativi per la prima infanzia, assistenza sanitaria, alloggio adeguato e alimentazione sana, l'Organizzazione chiede al Governo italiano obiettivi concreti e fondi certi per il Piano nazionale di attuazione della Garanzia in Italia.
Nonostante l'Europa sia una delle regioni più ricche del mondo, il numero di bambine, bambini e famiglie che vivono in condizioni di povertà ed esclusione sociale è in allarmante aumento, a causa del costo della vita, della crisi climatica e delle conseguenze della pandemia Covid. In un solo anno oltre 200.000 bambini in più sono stati spinti sull'orlo della povertà, portando nel 2021 il numero totale di bambini a rischio di povertà a oltre 19,6 milioni, 1 bambino su 4.
L'Italia è tra i Paesi europei con la percentuale più elevata di minori a rischio povertà ed esclusione sociale, cresciuta dal 27,1% del 2019 al 29,7% del 2021, e si colloca al quinto posto per gravità dopo Romania (41,5%), Spagna (33,4%), Bulgaria (33%) e Grecia (32%), e ben al di sopra della media UE-27 (24,4%), e con oltre 16 punti percentuali in più di Islanda (13,1%) e Finlandia (13,2%) che registrano invece le percentuali più contenute.
Il rapporto prende in considerazione le diverse dimensioni della poverta' infantile in 14 Paesi dell'Ue, per fare il punto sull'applicazione nei singoli Paesi, compresa l'Italia, del programma Garanzia Infanzia (Child Guarantee) istituito nel 2021 dal Consiglio Ue con l'obiettivo di spezzare il ciclo intergenerazionale dello svantaggio garantendo l'accesso dei bambini a rischio povert' ed esclusione sociale a servizi educativi per la prima infanzia, assistenza sanitaria, alloggio adeguato e alimentazione sana. Il programma prevede anche misure specifiche per i gruppi più vulnerabili come i bambini con disabilita', quelli di origine straniera e rifugiati, quelli fuori dalla famiglia di origine o quelli appartenenti alle minoranze.
Se la Romania è il Paese che desta le maggiori preoccupazioni per il futuro dei bambini, visto che nel 2022 il 40% delle famiglie ha subito una diminuzione del proprio reddito mentre le spese sono praticamente raddoppiate (+98%), l'Italia si segnalava già nel 2021 per il triste record raggiunto di quasi 1 milione e 400mila bambini colpiti dalla povertà assoluta (14,2% in media e 16,1% nel Mezzogiorno). L'impennata dell'inflazione nel 2022 ha peggiorato ulteriormente la situazione perché ha colpito in modo più marcato proprio le famiglie meno abbienti (12,1%), rispetto a quelle con maggiore capacita' di spesa (7,2%).
L'Italia è anche in evidenza per il maggiore impatto della povertà sui bambini con background migratorio, i rifugiati, i richiedenti asilo, i bambini senza documenti e quelli non accompagnati, un divario presente in molti paesi europei, ma che in Italia ha spinto fino al 32,4% dei migranti a vivere in condizioni di povertà (7,2% la percentuale dei cittadini italiani che si trovano nella stessa condizione).
"La Child Guarantee è una grande opportunità perché nasce da un forte slancio politico congiunto dei paesi europei per proteggere il futuro dei bambini e delle bambine prima che sia troppo tardi. I dati di questo rapporto sono la fotografia di un'emergenza che cresce a vista d'occhio e che tocchiamo con mano ogni giorno nel nostro lavoro sul campo in Italia e in altri paesi. Le famiglie più vulnerabili sono costrette ad affrontare gravissime difficoltà e anche in una regione del mondo avanzata come l'Europa milioni di bambini non possono permettersi un pasto quotidiano caldo e nutriente, vivono in case sovraffollate, fredde o con problemi strutturali, crescono nell'incertezza quotidiana perché i loro genitori non riescono a sostenere le necessita' della famiglia. Bambini che non possono accedere a tutte le opportunità che offre la scuola, a partire dalla prima infanzia, o che non possono partecipare alle attività sportive o altri tipi di attività educative e culturali al pari dei loro coetanei, aumentando cosi' il divario e accrescendo la povertà educativa," ha dichiarato Raffaela Milano, Direttrice Programmi Italia-Europa di Save the Children. L'impegno per abbattere il rischio di povertà ed esclusione sociale minorile in Italia si gioca su più fronti, a partire da quello dell'istruzione.
Già nella prima infanzia solo il 13,7% dei bambini accede agli asili nido pubblici e convenzionati, il tempo pieno è garantito solo al 38,1% degli studenti della scuola primaria e la dispersione scolastica inghiotte più di 1 adolescente su 7 (12,7%), una percentuale seconda in Europa, anche in questo caso, solo a quella di Romania (15,3%) e Spagna (13,3%), mentre il numero dei NEET (15-29enni fuori da lavoro, istruzione o formazione) raggiunge il 23,1% ed è il più elevato tra i paesi UE (media 13,1%), segnando quasi 10 punti in più rispetto a Spagna (14,1%) e Polonia (13,4%), e più del doppio se si considerano Germania e Francia (9,2%).
Sugli altri fronti, in Italia, la povertà alimentare colpisce 1 bambino su 20, mentre l'accesso alla mensa scolastica, che per alcuni sarebbe l'unica chance quotidiana di un pasto equilibrato e proteico, si limita a poco più di un 1 bambino su 2 nella scuola primaria, un bambino o ragazzo su 4 non pratica mai sport (3-17 anni), e, con la pandemia, i bambini tra i 3 e 10 anni in sovrappeso o obesi sono passati dal 32,6% (biennio 2018-19) al 34,5% (2020-21). Anche la deprivazione abitativa condiziona benessere e salute di più della meta' (55,7%) dei minori in povertà relativa nel nostro paese, costretti a vivere in case sovraffollate, e l'incidenza della povertà energetica ha raggiunto nel 2021 il 9,3% tra le famiglie con minori.