AGI - "Non è un piano di pace, è un documento di posizione dove la Cina ha messo insieme tutte le posizioni espresse fin dall'inizio". Cosi' l'Alto rappresentante dell'Ue per la Politica estera, Josep Borrell, ha bocciato il piano cinese in dodici punti. "Se vogliono essere credibili e non essere considerati unilaterali dovrebbero andare a Kiev e parlare con Dmytro Kuleba, come hanno fatto con il presidente Putin", ha aggiunto.
Il piano di pace della Cina consiste in 12 punti nei quali viene confermato il sostegno a colloqui tra Russia e Ucraina e il cessate il fuoco, e viene ribadito il no di Pechino all'uso di armi nucleari e agli attacchi alle centrali nucleari. Il piano pubblicato dal ministero degli Esteri cinese nel primo anniversario dall'inizio dell'invasione russa dell'Ucraina (che Pechino non riconosce come tale, né condanna) mantiene le posizioni già espresse dalla Cina rispetto al conflitto, e appare una summa del pensiero cinese sulla guerra in corso.
La Cina chiede di "mantenere razionalità e moderazione" e ribadisce che "il dialogo e il negoziato sono l'unica via d'uscita praticabile" alla crisi.
I toni più netti sono riservati all'opposizione del ricorso alle armi nucleari, biologiche o chimiche ("non si può combattere una guerra nucleare"). Pechino chiede il rispetto della sovranità di tutti i Paesi, l'abbandono della mentalità' da Guerra Fredda e lo stop alle sanzioni "unilaterali", con un linguaggio che fornisce apparenti richiami agli Stati Uniti, mai citati direttamente nel piano di Pechino, ma spesso additati in via ufficiale e sui media statali di essere i veri "promotori della crisi", accusati di "gettare benzina sul fuoco" e di volere trarre profitto dalla situazione. Altri punti del piano cinese riguardano le garanzie per l'esportazione di grano e della stabilita' delle filiere industriali e di approvvigionamento, e infine il sostegno alla ricostruzione post-bellica.