AGI - La Commissione europea mette al bando TikTok: ai suoi dipendenti infatti è stato chiesto di rimuovere entro il 15 marzo l’app del social network cinese dai telefonini aziendali e personali. Una decisione che è stata motivata dalla necessità di garantire “la sicurezza” informatica.
Pronta la replica della piattaforma. “Siamo delusi da questa decisione, che riteniamo sia sbagliata e basata su idee errate", ha dichiarato un portavoce di TikTok.
Tik Tok vietato dal 15 marzo
Il personale avrà, dunque, una ventina di giorni di tempo per disinstallare la app dal proprio telefonino. "Questa è una decisione specifica e interna della Commissione, non per tutti gli altri o per gli Stati membri", e la decisione "si applica a partire dal 15 marzo, quindi il personale della Commissione ha tempo fino a quella data per disinstallare la app TikTok dal proprio telefono", ha dichiarato Eric Mamer, portavoce della Commissione europea.
Dopo le indiscrezioni dei media, la conferma ufficiale del divieto di utilizzare il social network era arrivata dal commissario europeo al Mercato interno, Thierry Breton. “La Commissione europea - ha spiegato - è una istituzione che, come altre, ha un grande focus sulla cybersicurezza e sulla protezione dell’insieme dei nostri colleghi e di quanti lavorano nella Commissione europea. Per questo prendiamo a volte delle decisioni per far sì che nel contesto attuale, dove vediamo molte attività nella cybersicurezza, possiamo garantire la sicurezza. Ecco il motivo di questa decisione”.
La delusione di TikTok
La delusione di TikTok è accompagnata da una precisazione indirizzata alla stessa Commissione Ue sulla sicurezza dei dati che la piattaforma, a suo dire, garantisce a milioni di persone.
"Abbiamo contattato la Commissione - spiega il portavoce di TikTok - per mettere le cose in chiaro e spiegare come proteggiamo i dati dei 125 milioni di persone che sono su TikTok ogni mese in tutta l’Unione europea.
Stiamo continuando a migliorare il nostro approccio alla sicurezza dei dati, anche attraverso la creazione di tre data center in Europa per conservare i dati degli utenti a livello locale, riducendo ulteriormente l’accesso ai dati da parte dei dipendenti e minimizzando il flusso di dati al di fuori dell’Europa".