AGI - C’è un nuovo record negativo per l’Antartide: la quantità di ghiaccio marino galleggiante che la circonda ha raggiunto il livello più basso mai registrato, secondo gli scienziati, si legge sul Washington Post. Le ultime misurazioni sono le più basse mai registrate, segno che il ghiaccio si è più ridotto, a partire dal 1978 quando il monitoraggio satellitare ha avuto inizio. Per il minimo storico è il secondo anno consecutivo.
Stando ai numeri, l’estensione del ghiaccio intorno all'Antartide si è ridotta a circa 737.000 miglia quadrate a partire dal 13 febbraio mentre misurava circa 741.000 miglia quadrate durante il minimo precedente, il 25 febbraio 2022. E potrebbe continuare ancora.
Ad ogni modo, secondo un gruppo di ricerca tedesco Sea Ice Portal, che include scienziati dell'Istituto Alfred Wegener, il “record minimo” registrato venerdì potrebbe essere anche fonte di “rassicurazione” per il fatto che il ghiaccio marino antartico “sta finalmente iniziando a comportarsi come previsto mentre il pianeta si riscalda”.
Ovvero? Scrive il Post: “Sulla base delle medie annuali dell'estensione del ghiaccio, l'Artico ha perso poco più di 20.000 miglia quadrate di ghiaccio all'anno dal 1979” ma “nell'Antartide non è ancora emersa una chiara tendenza al ribasso dell'estensione complessiva del ghiaccio marino” ed “è persino sembrato che l'estensione del ghiaccio potesse aumentare leggermente, nonostante le aspettative generali secondo cui una Terra più calda dovrebbe presentare meno ghiaccio su entrambi i poli”.
Insomma, durante l'inverno dell'emisfero australe del 2014, “il ghiaccio marino antartico è cresciuto fino a raggiungere un livello record di oltre 7.782.275 miglia quadrate”, un record che ha scatenato un enorme dibattito circa l'apparente contrasto delle previsioni climatiche per l'Antartide.
Secondo gli scienziati, il punto è che ci sono “molte differenze tra l'Artico e l'Antartide” e che i record satellitari registrati sono ancora relativamente brevi, “il che significa che il declino dell'Antartide potrebbe manifestarsi abbastanza presto”, riferisce il Post.
Le due caratteristiche? Nell’Artico “il polo è coperto da un oceano ricoperto di ghiaccio che s’estende verso l'esterno, ma ben presto incontra e si congela su masse di terra comprese le coste dell'Alaska, della Russia e delle isole artiche del Canada”, nell'Antartide, “il polo è coperto da una vasta massa continentale” ed è solo ai suoi margini, oltre i ghiacciai antartici e le loro grandi piattaforme di ghiaccio galleggianti, “che si forma il ghiaccio marino più sottile”. Una volta che il ghiaccio cresce verso l'esterno, “non incontra ostacoli nel vasto Oceano Antartico e alla fine si estende per centinaia di miglia. Di solito è più sottile del ghiaccio marino nell'Artico”.
Tirando le somme, “anche il ghiaccio antartico diminuisce più rapidamente quando arriva l'estate. Il ghiaccio galleggiante raggiunge un picco annuale di oltre 7 milioni di miglia quadrate a settembre, ma poi sottrae un'area grande quasi quanto la Russia entro il febbraio successivo” e “in ciascuno degli ultimi due anni, l'estensione minima è scesa ben al di sotto di 1 milione di miglia quadrate”.
È su queste basi che gli scienziati del National Snow and Ice Data Center concludono che “la perdita di ghiaccio nell'emisfero australe sta sviluppando una significativa tendenza al ribasso".