AGI - Dal suo buen retiro in Florida, dove è volato il 31 dicembre il giorno prima del giuramento di Luiz Inácio Lula da Silva, che lo aveva sconfitto di misura alle elezioni, l'ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro rompe il silenzio e in un'intervista al Wall Street Journal, la prima concessa da quando è negli Usa, ha dichiarato di voler tornare in Brasile a marzo per guidare l'opposizione politica al successore socialista e difendersi dalle accuse di aver incitato gli attacchi dei manifestanti contro gli edifici governativi dello scorso 8 gennaio.
"Il movimento di destra non è morto e vivrà", ha detto Bolsonaro, assicurando che lavorerà con i suoi sostenitori nel Congresso e nei governi statali per promuovere "misure a favore delle imprese" e per combattere l'aborto, il controllo delle armi e altre politiche che ritiene contrarie ai valori della famiglia. Il leader conservatore ha inoltre attaccato le ricette economiche annunciate dal nuovo governo, il quale intende espandere in modo significativo il welfare e il ruolo dello stato nell'economia, e ha sostenuto che, in questo modo, il debito pubblico della maggiore economia brasiliana salirà a un livello tale da far fuggire gli investitori.
A differenza di Donald Trump, Bolsonaro ha negato che ci siano state frodi nello svolgimento del voto, che ha però definito "parziale". "Perdere fa parte del processo elettorale", ha sottolineato il politico sessantasettenne, che si era fermato al 49,1% e si è detto sorpreso dal risultato: "La gente era con me, l'industria agricola era con me, la maggior parte degli evangelici era con me, l'industria era con me, i proprietari di armi erano con me"
"Colpo di Stato? E dove erano le truppe?"
L'ex presidente ha poi negato di aver fomentato i disordini sfociati in una sorta di replica verdeoro dell'insurrezione di Capitol Hill: "Non ero nemmeno lì, e vogliono addossarmelo!". A sostegno delle accuse, i pubblici ministeri brasiliani hanno citato i messaggi su internet nei quali Bolsonaro aveva messo in guardia gli elettori su possibili illeciti alle urne.
L'ex presidente, dopo la sconfitta, aveva mantenuto un profilo basso, senza rispondere agli appelli dei camionisti che avevano bloccato le autostrade e ai seguaci che si erano riuniti nelle basi militari chiedendo all'esercito di intervenire. Nondimeno, gli assalti a Parlamento, al palazzo presidenziale e alla Corte Suprema non possono essere considerati un tentativo di golpe, afferma Bolsonaro: “Colpo di stato? Quale colpo di stato? Dov'era il comandante? Dov'erano le truppe, dov'erano le bombe?".
Bolsonaro è conscio dei rischi di un suo ritorno in patria. “Un ordine di carcerazione può arrivare dal nulla”, ha affermato, ricordando il caso del predecessore Michel Temer, indagato per corruzione e imprigionato con arresto preventivo dopo aver lasciato l'incarico alla fine del 2018. "Non c'è nessun altro al momento", ha però spiegato, che può ricoprire il ruolo di "leader nazionale della destra". Prossimo appuntamento le elezioni municipali del prossimo anno, che riguarderanno 5 mila comuni.