AGI - Rischio epidemia di colera per la Siria devastata dal terremoto. Il contagio, che si era manifestato già la scorsa estate in un paese debilitato da oltre dieci anni di guerra civile potrebbe riprendere forza e virulenza a causa delle scarse condizioni igieniche rese ancora più drammatiche dal sisma, che sta provocando anche una vera e propria emergenza alimentare.
"Siamo molto preoccupati", ha dichiarato al Sir Filippo Agostino, referente della Fondazione Avsi per la Siria, che si trova attualmente ad Aleppo, "L'epidemia di colera è scoppiata alla fine di agosto dello scorso anno. È partita dalle campagne circostanti di Aleppo, è arrivata in città, e si è diffusa nel nord-ovest e nel nord-est del Paese con più di 1000 casi accertati, con diarrea acuta. Si sono contati una sessantina di morti. Numeri che fanno di questa epidemia una delle più grandi, se non la più grande attualmente al mondo di colera. Nemmeno Haiti o la Somalia presentano questi numeri".
Tra le cause di questa epidemia, aggiunge Agostino parlando al Sir, "la mancata manutenzione delle condotte idriche, il limitato aiuto umanitario e pubblico dovuto a motivi politici che non ha permesso grandi lavori infrastrutturali e poi la siccità degli ultimi mesi. Il colera è uno dei simboli del decadimento socio-economico della Siria determinato dalla guerra, dalla povertà, dalle sanzioni che pesano tantissimo sulla popolazione".
"Con le Nazioni Unite - ricorda Agostino - avevamo cercato, con successo, di contenere la diffusione ma adesso con il terremoto potrebbe riesplodere. Per questo vanno recuperati al più presto i corpi rimasti sotto le macerie".
"Come Avsi avevamo previsto di partire con cliniche mobili dall'ospedale St. Louis di Aleppo per andare nelle estreme zone rurali per portare cure. Ora con il terremoto è cambiato l'obiettivo, non solo il colera ma anche il recupero psico-fisico delle persone".
"Gli ultimi due anni, tra guerra, Covid e colera, ora il sisma, la gente è disorientata e non riesce a reagire a queste tragedie. La speranza per un futuro migliore nutrita in qualche modo sotto la guerra oggi non esiste più. Sarà importante sostenerli in ogni modo; è bello vedere tanta solidarietà, ma servirebbe un allentamento delle sanzioni alla Siria perché molto utile a livello umanitario".
Oggi ad Aleppo è atteso l'arrivo del nunzio apostolico in Siria, card. Mario Zenari. Una presenza significativa che mostra tutta la vicinanza di Papa Francesco all'"amata Siria". Il cardinale è l'ispiratore del progetto 'Ospedali Aperti' - gestito sul campo da Avsi - che coinvolge tre ospedali cattolici, due a Damasco e uno ad Aleppo, il St. Louis, per dare cure gratuite ai siriani più poveri e vulnerabili.
"Con il nunzio - afferma Agostino - cercheremo di verificare i bisogni più urgenti e andremo all'Ospedale cattolico di St. Louis, che, dopo il sisma, ha smesso di fornire i servizi ordinari per dedicarsi a pieno regime alle cure dei feriti terremotati. Ne sono stati ospedalizzati 10 e oltre 80 quelli visitati. Con il nostro staff locale e con quelli delle altre organizzazioni internazionali presenti qui ad Aleppo andremo anche nei 17 centri di accoglienza allestiti dalle autorita' siriane per vedere di cosa hanno bisogno le persone sfollate".
"Mancano le coperte che abbiamo provveduto ad ordinare ieri - aggiunge -. Organizzeremo delle attività ricreative per i bambini e percorsi di ascolto per le loro mamme e capire cosa fare di più specifico per alleviare questo ennesimo trauma. In questa attività - conclude il referente Avsi - siamo sostenuti dalla Farnesina che si è detta pronta a dare tutto il supporto necessario per qualsiasi forma di aiuto".