AGI - "Un ex ministro dell'Interno italiano, Marco Minniti, aveva pagato i capi tribù libici per fermare i flussi di migranti. Penso che Francia e Italia dovranno fare per forza qualcosa di simile, negoziare in qualche modo. E mi sembra che si stia andando in questo senso. Perlomeno è la volontà di Macron, al netto del caso dell'Ocean Viking, nel quale vi sono stati interessi elettorali da entrambe le parti, Roma e Parigi". A dirlo all'AGI è Gilles Kepel, inviato speciale del presidente francese Emmanuel Macron per il Medio Oriente e il Mediterraneo, a margine dei lavori del forum Aspen Italia Francia a Palazzo Farnese, sede dell'ambasciata francese a Roma.
"Io abito a Mentone, a due passi dalla frontiera con l'Italia, e ogni giorno ci sono 100 persone che passano, quindi è evidente che bisogna fare qualcosa", ha aggiunto Kepel, che insegna al prestigioso istituto parigino di Sciences Po.
"I flussi migratori richiedono un'azione più forte. Con l'Ocean Viking le cose sono sfuggite di mano, ma la verità è che l'Italia è in prima linea e la Francia sta subito dietro. Bisogna quindi regolare i flussi, anche se non possiamo impedire ad alcune persone di venire qui", ha continuato lo studioso. "Italia e Francia che affrontano le sfide insieme non dovrebbe essere una novità, ma lo è soprattutto se consideriamo quanto accaduto recentemente in Libia, oppure per quanto riguarda la Turchia, sulla quale non c'è una presa di posizione comune, in particolare per interessi commerciali a breve termine", ha proseguito Kepel sottolineando che "occorre un maggior coordinamento" e osservando che "la Francia era molto isolata in passato, ma oggi le cose sono abbastanza cambiate".
Ma concretamente, quando arrivano le navi dei migranti, che si fa?
"Se si può - ha risposto Kepel - si bloccano. Certo, quando i migranti rischiano di affondare bisogna prenderli. Abbiamo un meccanismo di ripartizione nei diversi paesi Ue, perché l'Italia ritiene che non sia giusto che sopporti il peso da sola".
E quelli che arrivano?
"Per una loro "integrazione rapida", ha osservato Kepel, "c'è il modello della Germania, che ha mantenuto un tessuto industriale e non ha delocalizzato in Cina, riuscendo così a integrare relativamente bene una parte dei siriani e degli altri immigrati arrivati nel Paese". "Poi, ovviamente, c'è la questione dell'islamismo. Oggi l'Isis è stata colpita bene, ma si sta riorganizzando, e anche questo tema dobbiamo affrontarlo insieme in Europa".
Le questioni relative a Turchia e Algeria
Italia e Spagna vogliono venderle una portaerei, ma questo è un vero problema. È un tipo di decisione strategica che dovrebbe essere presa insieme", ha aggiunto Kepel ricordando che "la Francia di Hollande alla fine decise di non vendere i Mistral alla Russia".
E poi l'Algeria: "È un paese che sta cambiando. Aveva stretto un'alleanza con la Russia, ma oggi Mosca è in difficoltà per via della guerra in Ucraina e non sarà più in grado di fornire armi ad Algeri. L'interesse dell'Italia e della Francia è quindi di agire insieme in questo Paese e non come è andata a finire in Libia".