AGI - L'Ue deve dare più tempo, più fondi e soprattutto più autonomia agli Stati nella revisione della direttiva sull'efficientamento energetico degli edifici. Altrimenti sarà un salasso per tutti. Così l'eurodeputata della Lega, Isabella Tovaglieri (gruppo Id), relatrice ombra del dossier al Parlamento europeo, spiega in un'intervista all'AGI la sua posizione e quella di una folta minoranza che vede nella proposta presentata dalla Commissione europea, il 15 dicembre 2021, una minaccia per l'economia italiana e non solo.
"Lo ha detto anche la presidente della Bce, Christine Lagarde, se il Parlamento va avanti su questa strada, restringendo ulteriormente la proposta uscita dall'esecutivo europeo, ci saranno sicuramente delle ripercussioni dal punto di vista finanziario per diversi Stati". La Commissione propone di riclassificare le prestazioni energetiche di tutti gli edifici e assegnare al 15% degli immobili con le peggiori prestazioni la lettera G.
Questi dovranno essere portati al livello F entro il 2030 e al livello E entro il 2033. Il Parlamento, nella bozza su cui si sta lavorando, prevede di anticipare le tempistiche e arrivare alla D entro il 2033. La commissione Industria ed energia (Itre) dovrebbe riunirsi il 9 febbraio per dare il primo via libera e portare il pacchetto in plenaria per il voto a marzo. Così da poter avviare i negoziati con il Consiglio. "Non è escluso che slitti di nuovo il voto del 9 febbraio, che era inizialmente previsto per il 24 gennaio. L'intesa non è stata ancora trovata e le posizioni restano molto distanti. Sono arrivati oltre 1.500 emendamenti e anche tra la maggioranza ci sono malumori su questa fretta".
In effetti il relatore del pacchetto, il verde irlandese Ciàran Cuffe, vorrebbe raggiungere un accordo finale entro la presidenza svedese dell'Ue che si chiude il 30 giugno. "Che Cuffe abbia una posizione oltranzista e che si auguri il tutto avvenga nel minor tempo possibile l'avevamo già capito quando è stato nominato relatore ma non si può licenziare un progetto così grande, che impatta su tutti gli Stati, con questa frettolosità".
"A questo punto ci si augura che nel trilogo la posizione del Consiglio, visto e considerato che rappresenta anche la posizione del nostro governo, che è abbastanza netta su questo tema, riesca a prevalere fondamentalmente per riequilibrare le cose, soprattutto per quanto riguarda l'autonomia e la competenza degli Stati che è l'aspetto più importante", sottolinea l'eurodeputata leghista. "Essendo una direttiva davvero bisogna lasciare autonomia sulle modalità di raggiungimento dell'obiettivo dei singoli governi. Purtroppo così non è stato ed è una criticità anche dal punto di vista procedurale, non solo nel merito", evidenzia.
Per rendere più digeribile la proposta del Parlamento europeo per Tovaglieri è necessario intervenire su un insieme di elementi: "Bisogna procrastinare i tempi e lasciare agli Stati l'autonomia di scegliere la propria strategia per raggiungere gli obiettivi prefissati". E poi c'è la partita dei fondi europei. Si parla di interventi per decine di miliardi di euro. "Su questo punto abbiamo presentato decine di emendamenti. A me fa piacere che von der Leyen abbia dichiarato che per realizzare tutte queste riforme serve un Piano industriale europeo, sono d'accordissimo con lei, ma forse è il caso prima di costruire il piano industriale e poi una volta che abbiamo le risorse per portare avanti le riforme stabiliamo anche in che modo fare le riforme. Altrimenti rischia di arrivare tutto fuori tempo massimo".