AGI - Israele annuncia misure per revocare alcuni diritti delle "famiglie dei terroristi" palestinesi in risposta degli attacchi a Gerusalemme che nelle ultime 24 ore hanno fatto sette morti e cinque feriti, di cui due gravi.
Il gabinetto di sicurezza convocato d'urgenza dal primo ministro, Benjamin Netanyahu (che poche ore prima aveva annunciato una risposta "forte, rapida e precisa") ha anche deciso di porre i sigilli alle case dei due autori dell'attentato a Gerusalemme est prima che siano rase al suolo.
E sarà cancellato ogni tipo di welfare e beneficio sanitario alle famiglie di tutti coloro che sono coinvolti negli assalti. Inoltre il Consiglio dei ministri esaminerà un disegno di legge volto a revocare "le carte d'identità israeliane" sempre dei familiari dei terroristi.
Le misure annunciate sono in linea con le proposte dei partner politici di estrema destra di Netanyahu, che gli hanno permesso di tornare al potere alla fine di dicembre. È probabile che si applichino ai palestinesi con nazionalità israeliana (arabi israeliani) e a quelli con status di residenti nell'annessa Gerusalemme est.
Sarà poi accelerato e semplificato per i cittadini israeliani il processo per ottenere i permessi di porto d'armi. "Quando i civili hanno armi, possono difendersi", ha detto ai giornalisti il ministro della Sicurezza nazionale, Itamar Ben-Gvir, fuori da un ospedale di Gerusalemme. Le forze israeliane sono state poste in massima allerta e l'esercito ha annunciato che rafforzerà il numero delle truppe in Cisgiordania, mentre dall'estero si sono moltiplicate le richieste di distensione.
Il gabinetto di sicurezza ha anche concordato "passi per rafforzare gli insediamenti che saranno presentati questa settimana", senza fornire ulteriori dettagli. Gli insediamenti israeliani nei territori palestinesi occupati sono considerati illegali dalle Nazioni Unite, che continuano a chiederne la fine.
L'attacco alla sinagoga di venerdì, uno dei più letali a Gerusalemme da anni, è stato compiuto da un palestinese di 21 anni residente a Gerusalemme est. Qualche ora dopo, un ragazzo palestinese di 13 anni ha sparato e ferito un padre e un figlio a Gerusalemme est. Gli assalti sono avvenuti dopo che nove palestinesi sono stati uccisi giovedì in quella che Israele ha descritto come un'operazione di "antiterrorismo" nel campo profughi di Jenin. È stato uno dei più letali raid dell'esercito israeliano in Cisgiordania dalla seconda intifada del 2000-2005.
Il Segretario di Stato americano, Antony Blinken, è atteso a Gerusalemme e a Ramallah lunedì e martedì per discutere le misure per cercare di riportare la situazione alla noramlità.
L'attacco di venerdì vicino a una sinagoga, che ha coinciso con la Giornata internazionale della memoria dell'Olocausto, ha suscitato indignazione in Europa e negli Stati Uniti e la condanna di diversi governi arabi che hanno legami con Israele, tra cui Giordania, Egitto ed Emirati Arabi Uniti.
Dopo aver definito l'attacco "particolarmente aberrante", il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, si è detto "profondamente preoccupato per l'attuale escalation di violenza". Ma l'Autorità palestinese guidata dal presidente Mahmud Abbas si è astenuta dal condannare gli attacchi, insistendo nel dire che Israele è "pienamente responsabile della pericolosa escalation" in corso.
Israele ha detto che l'obiettivo erano gli agenti della Jihad islamica. Che ha reagito insieme ad Hamas con il successivo lancio di diversi razzi contro il territorio israeliano. La maggior parte dei razzi è stata intercettata dalle difese aeree israeliane. I militari hanno risposto con attacchi contro obiettivi di Hamas a Gaza. Non sono state segnalate vittime da entrambe le parti, ma i gruppi armati di Gaza hanno promesso ulteriori azioni.