AGI - Jacinda Ardern, premier della Nuova Zelanda che ha lasciato improvvisamente e clamorosamente giovedì dal suo incarico, ha confessato d’aver dormito profondamente "per la prima volta da molto tempo" dopo aver dato le dimissioni. Nel frattempo, però, non sono destinate a spegnersi le illazioni circa le minacce e pressioni che l’avrebbero costretta a fare questo passo. “Ovviamente mi sento triste, ma provo anche un senso di sollievo", ha poi aggiunto Ardern parlando con i giornalisti fuori dall'aeroporto di Hawke's Bay.
Lei, in ogni caso, ha respinto le illazioni confermando invece semplicemente di "non aver più abbastanza energia" per proseguire. Non la pensano allo stesso modo importanti leader politici e personalità pubbliche neozelandesi che sono tornate a ribadire come "la costante denigrazione", gli abusi e gli attacchi personali alla Ardern hanno contribuito all’esaurimento mentre alcuni parlamentari affermano persino che il primo ministro è stato letteralmente "cacciato dall'incarico".
"I am human. Politicians are human," Prime Minister Jacinda Ardern of New Zealand said as she announced her resignation. "We give all that we can for as long as we can, and then it's time." https://t.co/rLg6z9alAH pic.twitter.com/Ap3V8amAO8
— The New York Times (@nytimes) January 19, 2023
Tuttavia l'ex primo ministro Helen Clark, la prima leader donna eletta della Nuova Zelanda, è scesa in suo soccorso affermando che la Ardern ha subito attacchi "senza precedenti" durante il suo mandato, per poi sottolineare che "le pressioni sui primi ministri sono sempre grandi, ma in quest'era di social media, click, bit e talk 24 ore su 24, 7 giorni su 7, Jacinda ha affrontato un livello di odio al vetriolo che nella mia esperienza non ha precedenti nel nostro Paese". “La nostra società potrebbe ora riflettere utilmente se vuole continuare a tollerare l'eccessiva polarizzazione che sta rendendo la politica una vocazione sempre meno attraente”, ha poi aggiunto.
Nel 2022, però, la polizia neozelandese ha riferito che le minacce contro la premier sono quasi triplicate in tre anni. E sebbene la polizia non sia stata in grado di determinare i motivi di ogni singola minaccia, la documentazione ha mostrato che il sentimento no-vax ha avuto una forza trainante per una serie di minacce, unitamente all’opposizione verso una legge di regolamentazione delle armi da fuoco che Ardern voleva introdurre dopo la srtrage avvenuta il 15 marzo a Christchurch.
Insomma, sarebbero questi due i principali fattori di contestazione della premier. Kate Hannah, direttrice del Disinformation Project che monitora l'estremismo online presso il centro di ricerca Te Pūnaha Matatini, ha commentato a tale proposito di aver registrato un aumento significativo di materiale offensivo e minaccioso contro la Ardern e di ritenere che probabilmente tutto ciò abbia contribuito a farle lasciare il suo incarico. "Quello a cui assistiamo ora sono insulti estremamente volgari e violenti con un uso incredibilmente violento di immagini intorno a concrete minacce di morte".