AGI - La statua ispirata ad una fotografia di Martin Luther King e sua moglie Coretta che si abbracciano dopo l’assegnazione del Premio Nobel per la Pace nel 1964 sta creando a Boston molto malumore ed un’accesa discussione con aspetti anche sgradevoli di critiche, scherno e disprezzo manifestato come sempre avviene online, dividendo l’opinione pubblica.
Ne parla il Washington Post che racconta come l’opera dello scultore Hank Willis Thomas raffiguri quattro braccia intrecciate protese in un abbraccio in cui, da un lato, gli arti formano un cuore, a rappresentare l'amore della coppia, ma che è proprio quest’aspetto che la fa assomigliare a un “fagiolo” gigante, termine con la quale la statua è stata subito ribattezzata. Stuoli di critici d'arte più o meno professionali vi si sono scagliati contro perché stentano a vedere in essa ciò che voleva rappresentare il so autore, Thomas.
La critica principale riguarda il fatto che l’immagine sia appunto simbolica, che ci siano solo le braccia e che MLK e Coretta non siano invece rappresentati a figura intera. Cioè, la coppia che si abbraccia in tutta la sua espressività.
"Mostratemi un uomo bianco che è stato onorato con una statua di solo due dei suoi arti", ha twittato ferocemente il comico Javann Jones. Ma la maggior parte ha fatto battute più volgari su ciò che vedevano: ovvero, un provocatorio assemblaggio di parti del corpo difficili da identificare.
"Per la mia famiglia, è piuttosto offensivo", ha scritto il cugino di Coretta King, Seneca Scott, nell’incendiare la polemica, aggiungendo anche che "la scultura è un esempio particolarmente eclatante dell'insensibilità e della vanità della macchina del ricordo" e che a lui appariva come “un gesto particolarmente costoso ma vuoto”, cioè privo di significato.
L’opera, ovviamente, è stata commissionato e scolpita con le migliori intenzioni dopo che l’amministrazione della città ha lanciato nel 2017 un appello agli artisti per creare un memoriale ai Kings, che si sono incontrati a Boston, scegliendo alla fine Thomas, che è un accreditato artista che vive a Brooklyn.
Per il sindaco Michelle Wu, invece, la scultura potrebbe aiutare il pubblico a elevare il proprio sguardo e metterlo in sintonia con quello del messaggio di King, ovvero, "per aprire gli occhi sull'ingiustizia del razzismo e attrarre più persone nel movimento per l'equità della giustizia e dei diritti".