Si apre il forum di Davos con i leader Ue ma senza i "big"
AGI - Al via Davos il World Economic Forum, che da oggi a venerdì prossimo tornerà a essere il palcoscenico mondiale di leader politici ed economici. 'La cooperazione in un mondo frammentato' è il titolo di questa edizione, il cui programma prevede oltre 450 panel con 2.700 partecipanti provenienti da 130 Paesi, fra cui 52 capi di Stato o di governo.
Per l'Italia saranno presenti diversi top manager e imprenditori e il ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. Anche quest'anno l'Ucraina sarà al centro dei dibattiti e anche quest'anno non partecipa alcun russo. Oltre alla guerra e ai suoi effetti devastanti, si parlerà principalmente di economia, energia, clima e sicurezza. Come l'anno scorso, sarà non solo il World Economic Forum, ma anche un World Political Forum, nonostante l'assenza dei "big", a cominciare dal presidente Usa, Joe Biden, e da quello cinese, Xi Jinping, fino al capo di Stato francese, Emmanuel Macron, e al premier britannico, Rishi Sunak.
Ucraina, Ue e Nato
Come si è detto, i riflettori restano accesi sull'Ucraina. "Questa guerra rischia di estendersi e di creare una crisi ancora piu' ampia, a meno che l'aggressore non perda", ha detto la first lady ucraina, Olena Zelenska, rivolgendosi alla platea, che l'ha accolta con un lungo e caloroso applauso.
Nella cittadina di montagna svizzera sarà comunque presente una importante delegazione ucraina: ci saranno in particolare la vice premier e ministra dell'Economia, Yuliia Svyrydenko, il vice premier Mykhailo Fedorov e il sindaco di Kiev, Vitaly Klitschko. Alla causa ucraina sarà inoltre dedicato un panel, dal titolo 'In difesa dell'Europa', al quale parteciperà il presidente polacco, Andrzej Duda, e il presidente lituano, Gitanas Nauseda.
Come l'anno scorso, è prevedibile un discorso a sostegno di Kiev da parte del segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg. Per l'Ue è atteso in particolare l'intervento della presidente della commissione, Ursula von der Leyen. Fra i leader europei saranno presenti il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il premier spagnolo, Pedro Sanchez, e quello greco, Kyriakos Mitsotakis.
Sicurezza
Poliziotti e militari, cecchini sui tetti, in tutto saranno 5000 le forze dispiegate dalla Federazione svizzera per proteggere i quasi 3000 partecipanti. La sicurezza di Davos, come ogni anno, viene rinnovata dal Parlamento svizzero che anche quest'anno ha approvato il decreto per 5000 militari di supporto all'evento. A movimentare il Forum ci saranno anche le solite manifestazioni 'anti-global'. Al momento sono due le rischiete di manfestazioni accettate dalle autorità: quella dei giovani socialisti dei Grigioni, che dimostreranno il 15 gennaio, e quella del collettivo 'Strike Wef' che organizzera' una marcia anti-capitalismo, per la crisi climatica e contro l'ineguaglianza sociale.
Global Risks Report
La crisi legata al costo della vita e gli effetti del cambiamento climatico sono i primi due rischi che il mondo corre nei prossimi due anni, secondo il Global Risks Report 2023 del World Economic Forum, pubblicato questa settimana e presentato in una conferenza stampa a Londra. Il rapporto, giunto alla diciottesima edizione, è basato su un sondaggio condotto su oltre 1.200 esperti, responsabili politici e leader nel settore imprenditoriale. Il documento fornisce un quadro del panorama globale dei rischi.
Secondo gli intervistati, i dieci rischi più grandi per il mondo nei prossimi due anni sono: al primo posto la crisi legata al costo della vita, al secondo i disastri naturali e gli eventi atmosferici estremi, al terzo posto lo scontro geoeconomico. Seguono la mancata mitigazione del cambiamento climatico, l'erosione della coesione sociale e la polarizzazione delle società, i danni su larga scala degli incidenti ambientali, il mancato adattamento ai cambiamenti climatici, la diffusione del cybercrime e della cyber insecurity, le crisi innescate dalle risorse naturali e, infine, al decimo posto, le migrazioni su larga scala.
Per gli stessi intervistati, i dieci rischi più grandi nei prossimi dieci anni sono invece: al primo posto la mancata mitigazione del cambiamento climatico, al secondo posto il mancato adattamento ai cambiamenti climatici, al terzo i disastri naturali e gli eventi climatici estremi. Seguono la perdita della biodiversità e il collasso dell'ecosistema, le migrazioni su larga scala, le crisi legate alle risorse naturali, l'erosione della coesione sociale e la polarizzazione delle società, la diffusione del crimine informatico e della insicurezza informatica, lo scontro geoeconomico e, al decimo posto, gli incidenti ambientali su larga scala.
Schwab: "Obiettivo è ristabilire la fiducia"
"Al summit - ha spiegato Klaus Schwab, fondatore e presidente esecutivo del World Economic Forum - cercheremo di rafforzare la cooperazione pubblico-privato per affrontare le sfide più urgenti del mondo frammentato in cui viviamo. Cercheremo di uscire dalla crisi attuale per un futuro più inclusivo e sostenibile, creando le condizioni per una ripresa forte e duratura.
Allo stesso tempo, deve esserci una presa di coscienza che lo sviluppo economico deve essere reso più resiliente, più sostenibile e che nessuno dovrebbe essere lasciato indietro", ha aggiunto Schwab sottolineando che "vi sarà una partecipazione senza precedenti della società civile, di attivisti e di giovani". L'obiettivo, ha concluso, "è ristabilire la fiducia concentrandoci sull'agenda economica".