AGI - Sono giorni cruciali per il futuro dei francesi: la premier Elisabeth Borne ha ufficialmente presentato il contenuto dell'attesa e già dibattuta riforma delle pensioni, fortemente voluta dal presidente Emmanuel Macron. Il primo elemento di novità è lo slittamento dell'età pensionabile, che a partire da settembre 2023 sarà spostato in avanti di tre mesi l'anno per raggiungere 64 anni nel 2030. Così facendo alla fine del secondo mandato Macron si arriverà a 63 anni e 3 mesi. I sindacati hanno già reagito annunciando una mobilitazione per il 19 gennaio
In conferenza stampa, trasmessa su tutti i media d'Oltralpe, il primo ministro ha difeso un "progetto di equilibrio del nostro sistema pensionistico" in risposta al fatto che "lasciar accumulare dei deficit sarebbe irresponsabile, a cominciare dallo squilibrio tra numero di lavoratori e di pensionati, in costante aumento".
Una situazione che, ha avvertito Borne, "condurrebbe ineluttabilmente a un aumento massiccio delle tasse fino a mettere in pericolo il nostro sistema pensionistico e questo non lo vogliamo". A nome del suo esecutivo ha inoltre spiegato che "ogni euro di questo progetto servirà a finanziare le nostre pensioni e nient'altro", elogiando il risultato finale dei tre cicli di consultazioni svolti dallo scorso ottobre in poi tra il governo e tutti i partner sociali per "arrivare al progetto, migliore rispetto a sei mesi fa".
C’est un constat : pour garantir le niveau des pensions sans augmenter les impôts, il faudra travailler progressivement plus longtemps.
— Élisabeth BORNE (@Elisabeth_Borne) January 10, 2023
Mais au-delà de l’équilibre nécessaire de notre système, le projet que nous proposons est à la fois juste et porteur de progrès social.↓ pic.twitter.com/dJhQgaDMlK
Oltre alla sostenibilità del sistema pensionistico, che con questo riforma raggiungerà il punto di equilibrio nel 2030, Borne si è impegnata a non aumentare il costo del lavoro e delle tasse, con l'obiettivo di arrivare alla piena occupazione, "proprio in un momento in cui il futuro appare davvero incerto".
Come funziona la riforma
Oltre al progressivo aumento dell'età pensionabile, come previsto, la riforma delle pensioni prevede la cancellazione dei principali regimi speciali nei settori quali le industrie elettriche e del gas (nelle compagnie EDF), nella società di trasporto parigino Ratp, per i notai e i dipendenti della Banca di Francia.
Tuttavia questo provvedimento riguarderà solo quanti verranno assunti dal 1 settembre 2023 in poi, in quanto alla fine il governo ha optato per la cosiddetta "clausola del nonno", la stessa che fu varata nel 2018 in occasione della riforma della compagnia ferroviaria Sncf. In questa cancellazione non rientrano invece i regimi autonomi, ovvero le professionali liberali, l'avvocatura e quelle categorie soggette a regimi specifici quali marinai, dipendenti dell'Opera di Parigi e della Comèdie Francaise.
Numeri alla mano, per aver diritto ad una pensione a tasso pieno sin dal 2027 - invece del 2035 - bisognerà aver versato 43 anni di contributi, ovvero 172 trimestri, segnando di fatto un allungamento del periodo contributivo. Quei lavoratori che rientrano attualmente nelle condizioni stabilite per le carriere lunghe -ovvero aver versato 5 trimestri di contributi entro l'età di 20 anni - continueranno ad andare in pensione due anni prima dell'età legale, quindi a 62 anni quando questa arriverà a 64 anni.
"Un sistema equo consente a chi ha iniziato a lavorare presto di andarsene prima" ha sottolineato la numero uno dell'esecutivo francese. "Nel 2030, quando l'età pensionabile legale sarà stata portata a 64 anni, resterà a 58 anni per chi ha iniziato a lavorare molto presto, prima dei 16 anni; per chi ha iniziato tra i 16 ei 18 anni, penso in particolare agli apprendisti, il pensionamento sarà possibile a partire dai 60 anni; e per chi ha iniziato tra i 18 e i 20 anni, sarà dai 62 anni" ha esemplificato la premier.
"L'ultimo grande progresso di questo progetto riguarda l'occupazione degli anziani" ha sottolineato Borne, annunciando la creazione di un indice "sul posto dei dipendenti a fine carriera". Il primo ministro francese ha poi specificato che "sarà pubblico, promuoverà le buone pratiche e denuncerà quelle cattive. Costruirlo sarà obbligatorio per le aziende con più di 1.000 dipendenti da quest'anno, e nel 2024 per quelle con più di 300 dipendenti".
Infine Borne ha chiarito che la rivalutazione delle pensioni andrà a beneficio anche degli attuali pensionati, in accordo con la richiesta avanzata da Les Rèpublicains (destra gollista). Pertanto quei lavoratori che "hanno contribuito per tutta la vita con redditi intorno allo SMIC (salario minimo), ora partiranno con una pensione pari all'85% dello SMIC netto, cioè con un aumento di 100 euro al mese".
La France possède un des systèmes de retraite parmi les plus généreux au monde. C’est une force et une fierté.
— Bruno Le Maire (@BrunoLeMaire) January 10, 2023
Intervenuto in conferenza stampa, il ministro dell'Economia, Bruno Le Maire, ha assicurato che la riforma presentata "farà risparmiare 17,7 miliardi di euro nel 2030", anno in cui il disavanzo previsto indipendentemente da qualsiasi riforma avrà raggiunto i 12,5 miliardi di euro. Il disegno di legge presentato oggi è destinato a dare il via ad un acceso dibattito in Parlamento e con ogni probabilità a proteste di piazza da parte dei cittadini.
Le posizioni dei diversi partiti politici sulla riforma proposta dal governo sono infatti molto disparate: opposizione netta dall'estrema destra del Raggruppamento nazionale (RN) di Marine Le Pen e della coalizione di sinistra Nupes, appoggio condizionato dei Repubblicani e appoggio vigile degli altri esponenti della maggioranza.
La reazione dei sindacati
I sindacati francesi hanno annunciato che il 19 gennaio si terrà una prima giornata di scioperi e manifestazioni in tutto il Paese per dire "no" alla riforma delle pensioni. Riuniti alla Borsa del Lavoro di Parigi, riporta Le Figaro, i rappresentanti delle principali sigle sindacali (CFDT, CGT, FO, CFE-CGC, CFTC, Unsa, Solidaires e FSU) hanno reso noto che questa "risposta comune (contro la riforma, ndr) si concretizzerà in una prima giornata di scioperi e manifestazioni il 19 gennaio 2023".
"Questa data sindacale dà il via a una forte mobilitazione sulle pensioni a lungo termine", ha affermato Laurent Berger, segretario della CFDT, indicando che i sindacati avevano già programmato di incontrarsi la sera del 19 gennaio, con le organizzazioni giovanili, "per estendere il movimento di mobilitazione e concordare altre iniziative".
Tutta la sinistra francese, dai socialisti alla France Insoumise passando per i verdi, ha lanciato un appello ad aderire alla giornata di mobilitazione. In un tweet, l'esponente comunista Fabien Roussel ha scritto: "19 gennaio, tutti mobilitati in piazza". "Chiediamo di aderire all'Intersindacale", ha detto da parte sua il deputato Eric Coquerel de La France Insoumise intervistato da BFM TV. Stesse parole da parte di Pierre Jouvet, portavoce del PS. "Le mie scarpe da ginnastica sono pronte" per scendere in piazza e protestare, ha affermato il segretario nazionale di Europe Ecologie Les Verts (EELV), Marine Tondelier.
Le Pen: Macron non offre prospettive di vita dignitosa
Marine Le Pen ha dichiarato di essere "determinata a bloccare" la riforma pensionistica "ingiusta" presentata da Borne. "Dopo essere stato eletto grazie alla sinistra e a La France insoumise, Emmanuel Macron cercherà ora, con l'appoggio di LR, di aumentare l'età pensionabile a 64 anni", ha denunciato su Twitter il candidato non vincitore del Rassemblement National alle elezioni presidenziali.
"Chiedendo ai francesi di lavorare più a lungo quando l'aspettativa di vita in buona salute è di 64 anni, Emmanuel Macron non offre alcuna prospettiva di vita serena e dignitosa ai nostri connazionali", ha dichiarato, ritenendo che sia "un imperativo morale opporsi a questa terribile regressione sociale". Il nuovo presidente del RN, Jordan Bardella, ha ritenuto che la riforma fosse "nella giusta linea di un governo che sceglie di far pesare gli sforzi sempre sugli stessi, i ceti popolari e medi".