AGI - "Il quadro clinico che interessa Vladimir Putin è molto probabilmente riconducibile ad una sindrome di Cushing, una malattia che produce anche problemi neuropsicologici, tra cui insonnia, depressione e perdita di memoria, labilità emotiva". A riferirlo all'Agi è l'oncologo Massimo Federico, da 10 anni consulente scientifico (a titolo gratuito) del Dipartimento di Ematologia dell'Istituto nazionale di Kiev, cattedratico e studioso di lungo corso, accreditato in campo internazionale e con un robusto curriculum composto, tra l'altro, da circa un migliaio di lavori e 43.529 citazioni.
Lo studioso ha recentemente elaborato tale ipotesi, a suo giudizio più che plausibile, sulla tanto chiacchierata malattia di cui soffrirebbe il capo del Cremlino, mettendo in evidenza gli effetti di natura neuropsicologica della sindrome. "I sintomi della malattia psichiatrica - spiega - si verificano in oltre la metà dei pazienti con sindrome di Cushing di qualsiasi eziologia perché causati da un eccesso di cortisolo".
"È molto verosimile che la situazione tenderà ad aggravarsi nel tempo, con la metastatizzazione del tumore ad altri organi ed apparati, e con la comparsa di ulteriori complicazioni. Negli adulti, i segni e i sintomi più indicativi della presenza di ipercortisolismo sono rappresentati da debolezza muscolare prossimale, pletora facciale, deperimento delle estremità con aumento del grasso nell'addome e nel viso, ampie strie violacee, lividi senza traumi evidenti e cuscinetti di grasso sopraclavicolare", spiega.
"La malattia - sottolinea ancora Federico - è caratterizzata dalla produzione anomala di cortisolo, il cortisone prodotto normalmente dalle ghiandole surrenali, da parte dell'Acth, un ormone prodotto dall'ipofisi con il compito di stimolare, a livello surrenale, la sintesi degli ormoni corticosteroidi, glucortioidi e mineralcorticoidi. I glucocorticoidi condizionano la risposta dell'organismo allo stress fisico e psicologico, il metabolismo proteico e lipidico in diversi tessuti ed i livelli plasmatici di glucosio. Peraltro, questa ipotesi è condivisa da altri miei autorevoli colleghi".
"Sintomi tipici - prosegue il professore Massimo Federico - comprendono un viso arrotondato, facies lunare, a forma di luna piena, un aumento di tessuto adiposo a livello addominale e sintomi neuro psicologici. Sono tutti d'accordo sul fatto che Putin sia ammalato di cancro ed è sotto gli occhi di tutti che abbia un volto a forma di luna. Però, a differenza delle notizie che appaiono sempre più spesso sugli organi di informazione, è molto più verosimile che la faccia a forma di luna e l'euforia, e non la megalomania, siano - puntualizza lo studioso - una conseguenza della malattia e non un effetto collaterale delle terapie".
Da tempo si rincorrono notizie riguardo alla malattia che avrebbe colpito Putin e sulla quale il Cremlino non ha fatto mai chiarezza. "Le autorità Russe hanno però ammesso di recente - rileva Massimo Federico - che i timori sulla salute di Putin ora sono una questione di sicurezza dello Stato. È diventata di dominio pubblico la notizia che Putin ha un cancro e che è circondato da medici oncologi, soprattutto specialisti della tiroide".
Ma come è possibile formulare ipotesi diagnostiche senza poter consultare gli esiti di accertamenti sanitari?
"Le informazioni disponibili tenderebbero ad accreditare la tesi che Putin sia malato di cancro - sostiene il professore Federico - e che abbia un volto a forma di luna in conseguenza delle terapie alle quali si sottopone, sotto la guida di specialisti endocrinologi, notati in occasione dei suoi viaggi presidenziali. Quanto riferito dalle fonti disponibili può essere però interpretato anche in modo molto diverso, sicuramente più convincente dal punto di vista scientifico e, soprattutto, più aderente alla realtà dei fatti. Se tutto ciò è plausibile, come sembra, mi domando se può un soggetto colpito da una malattia che determina cosi' tante limitazioni psicofisiche, rimanere a capo di una superpotenza con dotazione nucleare e per giunta in guerra?".
Il professore Federico, originario di Taviano, nel Salento, è stato direttore della cattedra di Oncologia medica dell'Università di Modena e Reggio Emilia dal 2005 al 2020. Dal 1994 è presidente dell'Associazione Angela Serra per la ricerca sul cancro. Ha fondato il Centro Oncologico Modenese e il Registro Tumori di Modena di cui e' stato pure direttore ed ha presieduto il Gruppo Italiano per lo Studio dei linfomi e della Fondazione Italiana Linfomi e l'Associazione italo-brasiliana di Ematologia.