AGI - La Svezia non può accettare alcune delle condizioni poste dalla Turchia per dare il via libera all'ingresso di Stoccolma nella Nato. Questa è la posizione del premier svedese, Ulf Kristersson, espressa durante una conferenza cui era presente anche il segretario della Nato, Jens Stoltenberg. "La Turchia ha detto che abbiamo dato seguito ad alcune delle condizioni previste, ma dicono anche che vogliono cose che non possiamo fare e non vogliamo fare. Siamo convinti che arriverà una decisione da parte di Ankara, ma non sappiamo quando", ha proseguito Kristersson.
Parole in contraddizione con le rassicurazioni arrivate dallo stesso premier svedese all'indomani della sua elezione, lo scorso settembre, e che non piaceranno ad Ankara. Sia il presidente Recep Tayyip Erdogan che il ministro degli Esteri Mevlut Cavusoglu hanno ripetutamente dichiarato di attendere "passi concreti" dai Paesi scandinavi, con chiaro riferimento alle estradizioni previste dal memorandum di intesa che i tre Paesi hanno siglato a Madrid lo scorso giugno.
Il 'no' della Turchia è stato motivato dal sostegno e dall'asilo che Svezia e Finlandia garantiscono a elementi dell'organizzazione terroristica curda Pkk e golpisti accusati di aver partecipato al tentato colpo di stato del 2016. Sono in tutto 33 i 'terroristi' di cui Ankara chiede la consegna, 21 residenti in Svezia e 12 in Finlandia e questo ha rappresentato l'ostacolo fino ad ora rivelatosi insormontabile.
Erdogan aveva infatti anche chiesto la fine dell'embargo sulla compravendita di armi che i due Paesi scandinavi avevano imposto alla Turchia nel 2019, una condizione su cui è stato immediatamente accontentato. La mancata estradizione di Bulent Kenes, ex caporedattore del quotidiano e del sito online considerato il megafono dei golpisti del 2016, uno dei nomi non negoziabili, aveva però complicato la situazione della Svezia e lasciato in sospeso la Finlandia.
Proprio dalla Finlandia, dopo la negata estradizione di Kenes, il ministro degli Esteri Pekka Haavisto ha dichiarato che il proprio Paese "non ha fretta" e intende "aspettare il semaforo verde nei confronti di Stoccolma". Semaforo verde che oggi appare molto più lontano.
Erdogan non sembra intenzionato a cedere sulle estradizioni, un punto su cui 4 dei 5 partiti che siedono nel Parlamento turco(due all'opposizione) remano nella medesima direzione (ad essere in disaccordo solo i filo curdi Hdp); mentre il governo svedese è alle prese con le proteste dell'opposizione e le manifestazioni della diaspora curda nel Paese. Una situazione che favorisce uno stallo che a questo punto sembra destinato ad andare avanti.
Al momento infatti tutti i membri Nato hanno ratificato il documento di ingresso di Svezia e Finlandia tranne Turchia e Ungheria. Il governo magiaro ha annunciato la ratifica questo mese, ma serve la ratifica di tutti i Paesi membri e il 'no' della Turchia continua a stoppare l'ingresso dei due Paesi scandinavi nella Nato.