AGI - L’ex presidente del Brasile Jair Bolsonaro ha preso le distanze dall’insurrezione che hanno portato devastazioni nell’area governativa di Brasilia. Dal suo ‘buen retiro’ di Orlando, in Florida, a pochi chilometri da Disney World, dove si è rifugiato alla fine dell’anno, l’ex presidente ha condannato la rivolta.
“Manifestazioni pacifiche - ha scritto su Twitter - nel rispetto della legge fanno parte della democrazia. Vandalismi e occupazioni di spazi pubblici come quelli di oggi, così come quelli fatti dalla sinistra nel 2013 e 2017, no”. Bolsonaro ha respinto le parole del presidente brasiliano Lula che gli ha addossato la responsabilità dell’insurrezione. Le accuse, ha aggiunto Bolsonaro, sono “senza prove”.
Ma intanto la tensione si allarga anche agli Stati Uniti, che hanno accolto l’ex presidente, sul quale pendono anche inchieste giudiziarie per corruzione. Nella sua casa di Orlando, inaccessibile ai media, non si è visto, Bolsonaro ha preso in affitto un appartamento da un amico, un professionista di arti marziali. L'obiettivo dell’ex presidente è quello di restare in Florida almeno tre mesi. Da quando è arrivato a fine anno, l’ex leader sconfitto alle elezioni è parso poche volte in pubblico. Tra le sue visite, una nel resort di Mar-a-Lago dal suo amico e sostenitore Donald Trump.
Nelle ultime ore dai democratici sono partite richieste di espellere Bolsonaro, e non riconoscergli lo status di rifugiato.
Tra quelli che hanno lanciato l’appello c’è la deputata progressista di New York Alexandria Ocasio-Cortez: “A quasi due anni dal giorno in cui Capitol Hill venne attaccata dai fascisti - ha scritto - vediamo movimenti fascisti all’estero tentare di fare lo stesso in Brasile”. “Noi - ha aggiunto - siamo al fianco del governo democraticamente eletto del presidente Lula. Gli Stati Uniti non devono riconoscere Bolsonaro come rifugiato in Florida”.
Nearly 2 years to the day the US Capitol was attacked by fascists, we see fascist movements abroad attempt to do the same in Brazil.
— Alexandria Ocasio-Cortez (@AOC) January 8, 2023
We must stand in solidarity with @LulaOficial’s democratically elected government.
The US must cease granting refuge to Bolsonaro in Florida. https://t.co/rzsZl9jwZY
Questa richiesta risuonerà nelle prossime ore nelle stanze della Casa Bianca, anche se è considerata altamente improbabile che venga discussa. Il presidente Joe Biden ha definito “terribile” l’assalto ai palazzi governativi brasiliani e della Corte Suprema, mentre il capo della diplomazia americana, Antony Blinken, ha ribadito che gli “Stati Uniti condannano ogni attacco violento alla democrazia” e aggiunto che Washington “è al fianco del governo democraticamente eletto del presidente Lula”.
L’insurrezione segna una riedizione dell’assalto del 6 gennaio 2021 al Campidoglio. A confermare il filo che lega i due eventi, c’è un video rilanciato in queste ore in cui appare Steve Bannon, storico consigliere di Trump e complottista, che in un breve messaggio pubblicato a novembre, subito dopo le elezioni in Brasile, aveva invitato i brasiliani a scendere per strada e a protestare. “Vi hanno rubato le elezioni - aveva detto - come è successo da noi”.
È stato uno dei figli di Bolsonaro, Eduardo, a rilanciare la clip, aggiungendo: “Tutti i media fuori dal Brasile parlano delle frodi elettorali di cui siamo stati vittime”. Non è così, ma nessuno ha voluto smentire ufficialmente questa affermazione. E non lo ha fatto neanche il padre, volato in Florida per evitare di partecipare al passaggio di consegne della guida del Paese al suo successore.