AGI - Il Consiglio di Stato cinese, il supremo organismo amministrativo dello Stato, ha raccomandato alle autorità locali l'uso della medicina tradizionale cinese nel trattamento della covid perche' "ha svolto un ruolo importante fin dall'inizio della pandemia". Il governo ha sottolineato che i preparati della medicina tradizionale hanno una "abbondanza di materie prime" e una grande "varietà e applicabilità", notando che i loro processi sono "semplici" e invita le autorità locali a combinare la medicina cinese con quella "occidentale" e a utilizzare i farmaci "in base alle condizioni locali e all'offerta disponibile".
Il comunicato ufficiale consiglia di classificare i trattamenti tradizionali in diverse categorie e applicazioni, come "ridurre la febbre" o "alleviare la tosse", e che le prescrizioni siano "concise, efficaci e appropriate". Le autorità sanitarie cinesi hanno sostenuto che la medicina cinese si è dimostrata efficace nel ridurre il numero di casi gravi e di decessi causati dal Covid-19 e hanno incluso trattamenti come l'agopuntura nei protocolli nazionali di prevenzione e controllo.
In occasione di epidemie come quella della scorsa primavera a Shanghai, sono stati distribuiti milioni di scatole di medicinali cinesi come il Lianhua Qingwen, comunemente usato per trattare i sintomi del raffreddore. Questa distribuzione massiccia del farmaco, un composto di erbe medicinali basato su un'antica ricetta e sviluppato durante l'epidemia di Sars nel 2003, è criticata da alcuni membri della comunità medica del Paese, che mettono in dubbio l'efficacia della medicina tradizionale cinese contro il covid. Ci sono dubbi sull'affidabilità delle cifre ufficiali, che hanno riportato solo una manciata di morti recenti a causa della malattia, nonostante, ad esempio, la provincia orientale di Zhejiang abbia recentemente stimato che un milione di persone fosse infetto ogni giorno.
La settimana scorsa, l'Organizzazione Mondiale della Sanità si è detta "molto preoccupata" per l'evoluzione del coronavirus in Cina e ha chiesto "maggiori informazioni"; Pechino ha risposto di aver condiviso i propri dati "in modo aperto, tempestivo e trasparente" dall'inizio della pandemia.