AGI - La Tunisia va alle urne per eleggere i suoi rappresentanti nell'assemblea elettiva. La campagna elettorale si è svolta in un clima di incertezza politica. Oggi oltre mille candidati si contenderanno un posto in Parlamento, ma sarà anche il giorno in cui si vedrà se il boicottaggio elettorale, annunciato da molti partiti dell'opposizione avrà successo. Intanto, i tunisini che vivono all'estero hanno già cominciato a votare. Una tornata elettorale che segue lo stato di eccezione decretato dal presidente Kais Saied e del successivo scioglimento del Parlamento e allo smantellamento di altre istituzioni. Una situazione politica estremamente complicata.
Chi diserterà le urne
Alle urne non si recherà il partito Al-Massar (La via democratica e sociale) perchè ritiene che la legge elettorale sia incostituzionale e denuncia l'assenza di qualsiasi garanzia per elezioni "libere", "pluraliste" e "trasparenti". Al-Massar ritiene che gli ultimi sviluppi in materia costituzionale ed elettorale riducano notevolmente il ruolo dei partiti politici nel Parlamento e nella società. Al boicottaggio si sono uniti anche Attayar (Corrente democratica) e il Fronte per la salvezza nazionale, coalizione di partiti dell'opposizione, tra cui Ennahda. Si vedrà se questa decisione avrà un riscontro dentro le urne e, quindi, se crescerà l'astensionismo.
Al fronte dei boicottaggi si è unita anche l'organizzazione non governativa tunisina Al-Bawsala, che opera nel settore ella governance e della democrazia. L'Ong ha deciso di non seguire i lavori della prossima Assemblea dei rappresentanti del popolo che uscirà dalle urne. Il portavoce di questa Ong, Haythem Benzid, ha spiegato che l'organizzazione "continuerà il suo ruolo di monitoraggio, ma rifiuta di essere un falso testimone di un processo individuale e di un parlamento di facciata". Benzid spiega che la decisione del boicottaggio arriva dopo una "valutazione obiettiva basata su un certo numero di dati, come il decreto 54, che va contro la libertà di espressione e di stampa". In base a questa legge i civili sono comparsi davanti al tribunale militare, i magistrati sono stati arbitrariamente destituiti, le decisioni del tribunale sono state ignorate e le istituzioni elette sono state chiuse, compreso l'ente nazionale per la lotta alla corruzione.
Il rischio, secondo molti analisti, è che il presidente Saied, attraverso queste elezioni, si costruisca un'Assemblea dei rappresentanti a sua immagine e somiglianza e che questo, secondo alcuni, lo porti a rinviare le elezioni presidenziali previste nel 2024. In controtendenza, invece, c'è l'Unione generale tunisina del lavoro, che ha annunciato che non boicotterà le lezioni legislative. Il suo segretario generale, Noureddine Taboubi, ha spiegato che "il deterioramento del potere di acquisto dei cittadini, la mancanza di sviluppo e il blocco di vari progetti non sarà risolta durante un consiglio ministeriale, ma piuttosto instaurando un dialogo".
I numeri della crisi
Altri segnali, tuttavia, fanno capire come il clima sia particolarmente teso nel Paese. La Federazione generale dell'informazione ha annunciato uno sciopero per oggi e domani, proprio in concomitanza con le elezioni, di tutte le emittenti televisive e radiofoniche invitandole a trasmettere solo brevi notiziari e, occasionalmente, la lettura di dichiarazioni relative allo sciopero del settore, evitando ogni tipo di diretta. Le elezioni legislative, inoltre, si inseriscono in un quadro macroeconomico certamente non favorevole.
Il disavanzo della bilancia commerciale della Tunisia è aumentato a circa 7 miliardi di euro negli ultimi undici mesi del 2022, contro i 4 miliardi dello stesso periodo del 2021 (+58,8%). Il tasso di copertura perde cosi' 5,1 punti rispetto allo stesso periodo del 2021, attestandosi al 69%. I dati sono stati forniti dall'Istituto nazionale di statistica. L'inflazione a novembre, poi, è arrivata al 9,8% (ad agosto era dell'8,6%).
Un aumento che si spiega con l'accelerazione dei prezzi dei generi alimentari che hanno superato un +13% registrato a settembre, rispetto a un +11,9% del mese precedente. In particolare il pollame ha avuto un aumento del 27,4%, le uova del 25%, gli olii commestibili del 21,8% e la frutta fresca del 18,2%. Ma non sono solo i prezzi dei generi alimentari che hanno subito un rialzo: altri settori hanno seguito lo stesso andamento, come quelli del comparto "abitazioni, acqua, gas, elettricità e altri combustibili", con un +6,4%, cosi' come i prezzi dei trasporti di beni e servizi +8,3%, quello dei manufatti +9,4% e dell'abbigliamento +10%.
La Tunisia, come altri stati africani, vedrà nel 2023 una contrazione del Pil: nel 2022 dovrebbe attestarsi al 2,2% e al 1,6% del 2023. Le previsioni sono contenute nel rapporto sulle prospettive per l'economia mondiale del Fondo monetario internazionale. è la prima volta, dopo mesi, che il Fmi rende note queste cifre.
Nel passato non erano state rese pubbliche a causa delle discussioni tecniche con le autorità tunisine su un nuovo accordo di finanziamento con l'Fmi. Accordo che è stato raggiunto per la concessione di un nuovo prestito. L'importo, dopo mesi di incertezze, sarà di 1,9 miliardi di dollari. Il via definitivo dovrebbe essere dato il 19 dicembre, ma il Consiglio del Fondo monetario ha rinviato la discussione a una data ancora da determinare. Il prestito, infatti, è vincolato alla revisione dei programmi economici che la Tunisia sarà in grado di mettere in campo.