AGI - Gli Stati Uniti d'America vogliono intensificare gli investimenti in Africa, recuperando posizioni sulla Cina, che rimane il maggior investitore nel continente africano. Intensificare i rapporti pubblico-privato per dare più slancio all'economia africana e per rispondere alle esigenze di finanziamenti dei progetti infrastrutturali, stimate tra i 68 e i 108 miliardi di dollari. Questi sono alcuni dei temi del vertice Usa-Africa a Washington.
Al vertice partecipano una quarantina di capi di Stato e di governo africani. Sono stati esclusi il Burkina Faso, la Guinea, il Mali e il Sudan perchè sono nazioni governate da giunte militari che hanno preso il potere con colpi di stati considerati illegittimi. Stati, inoltre, che sono stati esclusi anche dall'African Growth Opportunities Act (Agoa) degli Stati Uniti. Lanciato nel 2000, l'Agoa mira a facilitare le esportazioni africane negli Stati Uniti per sostenere lo sviluppo attraverso, in particolare, riduzioni delle tasse all'importazione, fatte salve condizioni legate al rispetto dei diritti umani e al buon governo. Il programma Agoa è un tratto distintivo della politica americana per il continente africano. Voluto da Clinton, rafforzato da Bush, prorogato da Obama nel 2015 per ulteriori 10 anni e mantenuto da Trump, che consente alle merci africane di accedere liberamente ai mercati americani, potrà essere rafforzato, e la politica di Biden va in questo senso, grazie alla prospettiva dell'area di libero scambio nel continente africano.
Per il presidente americano Joe Biden il vertice Usa-Africa è un appuntamento volto a "dimostrare l'impegno duraturo degli Stati Uniti nei confronti dell'Africa e a sottolineare l'importanza delle relazioni Usa-Africa e di una maggiore cooperazione su priorità globali condivise. In una nota diffusa dalla Casa Bianca, Biden, che non ha ancora visitato il continente africano, ha spiegato che il vertice "si baserà sui nostri valori condivisi per promuovere meglio un nuovo impegno economico; rafforzare l'impegno Usa-Africa nei confronti della democrazia e dei diritti umani; mitigare l'impatto del covid e delle future pandemie; collaborare per rafforzare la salute regionale e globale; promuovere la sicurezza alimentare; promuovere la pace e la sicurezza; rispondere alla crisi climatica e rafforzare i legami con la diaspora".
Un programma ampio per un vertice che anticipa di qualche mese quello tra Russia e Africa, che si dovrebbe tenere nella prima parte del 2023, e che, soprattutto, tende a rafforzare la presenza americana in Africa per contrastare la massiccia influenza cinese nel continente. Il tema degli investimenti sarà un tema cruciale del vertice, tanto che il presidente della Banca africana di sviluppo, Akinwumi Adesina, ha sollecitato gli Stati Uniti a investire di più: "Questo è il momento per gli investitori statunitensi di spostarsi rapidamente e investire in Africa. Le opportunità non aspettano nessuno. Gli investimenti diretti esteri (Fdi) statunitensi verso l'Africa nel 2020 sono stati pari a 47,5 miliardi di dollari, ossia il 5,2% degli investimenti esteri globali degli Stati Uniti. Il Build Back Better World del presidente Biden può portare più investimenti del settore privato statunitense in Africa".
Nelle intenzioni di Washington, inoltre, il vertice è dedicato al rafforzamento delle relazioni economiche bilaterali con l'intento di contrastare l'influenza di Pechino in Africa. Un'opzione, tuttavia, tenuta sotto traccia, tanto che un alto funzionario dell'amministrazione americana, sentito dalla Reuters, nel precisare che il vertice riunirà circa cinquanta leader africani, ha sottolineato che l'amministrazione non "chiede di scegliere" tra Stati Uniti e Cina: "Riteniamo che gli Stati Uniti offrano un modello migliore, ma non chiediamo ai nostri partner di scegliere". Più semplicemente, contrastare la Cina sul piano commerciale è impresa ardua.
Il commercio bilaterale totale tra il continente africano e la Cina nel 2021 ha raggiunto i 254,3 miliardi di dollari, in crescita del 35,3% su base annua. L'Africa ha esportato 105,9 miliardi di dollari di merci in Cina, un valore in crescita del 43,7% anno su anno. La Cina, dunque, è rimasta il principale partner commerciale dell'Africa per 12 anni consecutivi. A ciò si aggiungono gli investimenti infrastrutturali. Le banche di sviluppo cinesi hanno prestato più del doppio rispetto a quelle di Stati Uniti, Germania, Giappone e Francia messe insieme. Se si considera il periodo 2007-2020, la China Exim Bank e la China Development Bank hanno erogato finanziamenti per 23 miliardi di dollari, mentre le principali istituzioni finanziarie per lo sviluppo messe insieme hanno erogato solo 9,1 miliardi di dollari. Tra queste ci sono la Japan Bank for International Cooperation e Japan International Cooperation Agency, le tedesche Kfw e Deg, la Us International Development Finance Corporation, la Fmo olandese, la Banca di Sviluppo dell'Africa meridionale e la francese Proparco. La stessa cosa vale per le banche multilaterali di sviluppo come la Banca Mondiale. Questi istituti bancari hanno fornito una media di appena 1,4 miliardi di dollari all'anno per accordi su infrastrutture pubblico-private in Africa subsahariana dal 2016 al 2020. Pechino, dunque, non si limita a investire in cambio di materie prime. Si preoccupa, soprattutto, degli asset strategici dei vari paesi africani. Il vertice Usa-Africa dimostra, ancora una volta, che l'Africa fa un pò gola a tutti.