AGI - Raffreddare il mondo. Potrebbe essere il progetto e l’affare del futuro. Intanto il sistema è stato sperimentato in Qatar. Negli stadi. In tutto 8 per un costo complessivo di 6,5 miliardi di dollari. Tutti refrigerati e con aria condizionata. Non al chiuso ma all’aperto. Spreco d’energia? Nemmeno per idea.
Ad averla realizzata, a leggere il servizio del New York Times, è stato un ingegnere meccanico dell'Università del Qatar, professore e cattedra in Aria condizionata, che ha utilizzato gigantesche vasche di acqua fredda per creare un sistema di raffreddamento in uno dei luoghi più caldi del pianeta dove si stà disputando il Campionato Mondiale di calcio. Il suo nome è Saud Ghani.
E il suo obiettivo era: "Voglio che le persone si sentano a proprio agio. Non voglio che sentano freddo né caldo. È un problema di percezione, non solo di temperatura”.
Ghani, 52 anni, viene dal Sudan e ha conseguito il dottorato in ingegneria meccanica all'Università di Nottingham in Inghilterra. Sposato, tre figli, insegna all'Università del Qatar dal 2009, proprio mentre il paese preparava la candidatura alla Coppa del Mondo. Un giorno gli è stato affidato il compito di progettare un sistema che mantenga le persone fresche, anche in uno stadio all'aperto, anche a Doha, anche in estate.
In Qatar, il caldo per nove mesi all'anno è quasi insopportabile. E la situazione non migliorerà. Qui non si vive senza aria condizionata. Tant’è che più della metà della produzione elettrica del Qatar è destinata alla sua produzione.
Per 13 anni, Ghani ha lavorato per sciogliere quello che si presentava come un rompicapo d’ingegneria meccanica, ovvero: mantenere le squadre di giocatori di calcio e le decine di migliaia di fan al fresco in un posto con il triplo delle temperature nel modo più efficiente e discreto possibile. Come c’è riuscito?
Per Ghani, rinfrescare uno stadio sarebbe stato come cercare di mantenere fresco l'interno della sua Porsche mentre guidava per le strade di Doha con il tetto decapottabile aperto. Ma come sarebbe riuscito a generare abbastanza aria fredda per ciascuno degli 8 stadi? “Non è diverso dal sistema chiuso di un radiatore per auto”, ha risposto. Il risultato è che c'è un gigantesco serbatoio d'acqua, centinaia di migliaia di litri, non visibile fuori dallo stadio.
Invece del refrigerante, gli stadi usano acqua fredda per rinfrescare l'aria. Sotto i sedili e le gradinate ci sono prese d'aria appositamente progettate per rallentare o diffonderne il flusso, e sono centinaia di migliaia: l'aria fredda fuoriesce e la maggior parte dei tifosi non se ne accorge neppure.
Non tutti ricevono lo stesso trattamento: il sistema dispone di sensori e telecamere a infrarossi per regolare l’emissione durante il gioco e indirizzare più aria fresca in luoghi diversi.
Ora, non appena sarà finita la Coppa del Mondo, Ghani si dedicherà a come esportare il progetto nei futuri Mondiali, a partire dal torneo del 2026. Quanto potranno sentirsi a proprio agio giocatori e tifosi in piena estate negli stadi all'aperto in luoghi come Miami, Kansas City, Filadelfia o le tre città ospitanti in Messico, dipenderà solo da questo ingegnere.