Il Washington Post denuncia il rischio che l’aumento dei costi per le attività sportive dei figli metta fuori gioco alcune famiglie che non possono tenere il passo degli incrementi delle iscrizioni. Creando disparità e differenze tra gli individui e tra le squadre, mettendo a nudo “un divario “tra ricchi e poveri negli sport giovanili, in cui i genitori spendono tra i 30 e i 40 miliardi di dollari all'anno per le attività sportive dei loro figli, secondo un recente rapporto dell'Aspen Institute”. Ciò ha finito per creare quel divario economico che ha ridotto le opportunità per i bambini provenienti da famiglie povere ed emarginate.
Pertanto, mentre il 58% dei bambini che praticano sport ha giocato in programmi basati sulla comunità in autunno, tre genitori su 10 hanno affermato che il programma comunitario del proprio figlio è stato chiuso, si è fuso con un'altra organizzazione o ha operato con una capacità inferiore rispetto allo scorso anno”, sempre secondo l'Aspen Institute.
“Il numero di bambini che competono nei club, nel frattempo è raddoppiato fino al 29% nell'ultimo anno, un riflesso di alcuni genitori che non solo credevano che i loro figli avrebbero ricevuto un allenamento, una formazione, una competizione migliori e, in ultima analisi, una maggiore esposizione alle attenzioni dei reclutatori universitari, ma anche un'esperienza complessiva migliore per i propri figli rispetto ai programmi basati sullo sport di comunità”.
I campionati itineranti, infatti, possono costare migliaia di dollari solo in quote di iscrizione, ma spesso richiedono anche costi per viaggi, attrezzature, campi e coaching privato. E in questo caso, “il reddito familiare – precisa il Post – è il motore principale della partecipazione precoce agli sport e solo il 24% dei bambini provenienti da famiglie a basso reddito ha l'opportunità di giocare”, secondo l'Aspen. Il risultato è che “le famiglie più ricche del paese spendono circa quattro volte tanto quanto le famiglie povere per lo sport dei propri figli”.
Secondo il giornale, “l'anno scorso, i genitori che hanno guadagnato almeno 150.000 dollari hanno speso l'83% in più in viaggi per le attività sportive dei loro figli rispetto alle famiglie che guadagnano meno di $ 50.000 e il 65% in più rispetto alle famiglie a reddito medio”.
Tant’è che Natalie Hummel, direttrice esecutiva di Every Kid Sports, un'organizzazione no profit che aiuta le famiglie a basso reddito a praticare sport giovanili, stima che “ben 6,8 milioni di bambini siano effettivamente esclusi dagli sport giovanili a causa di vincoli finanziari”. Per esempio, secondo gli esperti del settore la partecipazione agli sport di squadra è diminuita in seguito alla Grande Recessione, quando nella sola area di Grand Rapids sono stati persi circa 47.000 posti di lavoro.