AGI - Finora la polizia federale belga ha sequestrato un totale di 1,5 milioni di euro in contanti agli indagati nel caso 'Qatargate', l'inchiesta su un presunto giro di finanziamenti illegali versati da Doha a funzionari europei. A riportarlo è Le Soir, che ha pubblicato una foto dell'ingente somma sequestrata. Si tratta, scrive il giornale belga, dei soldi trovati nelle abitazioni dell'ex eurodeputato Antonio Panzeri e dell'ormai ex vice presidente del Parlamento Europeo, Eva Kaili, la cui decadenza è stata approvata oggi dall'Eurocamera quasi all'unanimità.
La plenaria di Strasburgo ha rimosso l'eurodeputata socialista, in arresto per corruzione, dalla vicepresidenza con 625 voti a favore, un contrario e due astenuti. Il voto contrario è del deputato Mislav Kolakusic, del gruppo non Iscritto, giudice croato. Gli astenuti invece sono Dorien Rookmaker (olandese dell'Ecr) e Joachim Kuhs (tedesco dell'Id). Kaili, dal canto suo, ha respinto ogni addebito dichiarandosi estranea alle accuse contestate. Oltre a Kaili, sono state arrestate altre tre persone, fra le quali il suo compagno italiano, mentre il padre, fermato venerdì, è stato poi liberato e "può tornare in Grecia", ha detto l'avvocato.
Il legale di Kaili, Michalis Dimitrakopoulos, ha assicurato che la sua assistita non ha mai accettato mazzette da Doha. "Si dichiara innocente ed estranea alle tangenti dal Qatar", ha dichiarato l'avvocato al canale Tv greco Open TV. Rispondendo a una domanda sul denaro trovato a casa della donna a Bruxelles, il legale non ha confermato né smentito: "non ho idea se e quanto denaro sia stato trovato", ha detto.
Eva Kaili, socialista, 44 anni, una dei 14 vicepresidenti del Parlamento europeo, era stata arrestata venerdì scorso nella capitale belga. È accusata di aver ricevuto denaro dal Qatar per difendere gli interessi del Paese che ospita in questi giorni la Coppa del mondo di calcio.
Una delle giornate più buie della storia dell'Ue
Domenica è stata una delle giornate più lunghe e più buie per l'Unione europea. Che si è chiusa con un'onta per l'unica istituzione direttamente eletta dai cittadini: poco prima delle 20 nell'atrio del terzo piano della sede del Parlamento europeo, dove si trova il bar solitamente affollato di deputati, funzionari e assistenti, un gruppo di agenti della polizia giudiziaria belga si confrontava su quali uffici perquisire nell'ambito dell'inchiesta per la presunta corruzione dal Qatar.
Avevano già posto i sigilli in alcuni locali nel settore G, Palazzo Spinelli, al quindicesimo piano dove si trovano gli uffici - tra gli altri - degli eurodeputati Marc Tarabella, Alessandra Moretti e Maria Arena. Al decimo piano sono stati sigillati almeno altri tre uffici, tra cui quello di Eva Kaili. Gli agenti, in borghese con la fascia della polizia al braccio, si sono spostati verso il settore Q, dove si sono trattenuti per un'altra mezz'ora almeno. Prima di andarsene hanno scattato una foto al presepe, allestito vicino all'albero di Natale, sempre al terzo piano. Gli schermi trasmettavano la plenaria, che nel frattempo si teneva nell'altra sede del Parlamento, a Strasburgo, a 440 chilometri di distanza. E per la prima volta faceva i conti con sè stessa.
La rabbia di Metsola
"Devo scegliere con cura le mie parole per non compromettere le indagini in corso o minare in qualche modo la presunzione di innocenza. Quindi se la mia collera, la mia rabbia, il mio dolore non dovessero trasparire, vi assicuro che sono ben presenti". è stata la premessa della presidente del Parlamento, Roberta Metsola. E la rabbia, il dolore, la delusione, trasparivano. Sul volto e nelle sue parole. Lei che sabato è stata 'costrettà a rientrare a casa da Malta per assistere alla perquisizione di un eurodeputato belga, come prevede la Costituzione del Paese. Quel deputato, ha rivelato la stampa, era Tarabella.
LIVE | Statement at @Europarl_EN #EPlenary in Strasbourg https://t.co/De0jCxXmjE
— Roberta Metsola (@EP_President) December 12, 2022
Rivolgendosi ad un'Aula scioccata e infuriata, Metsola ha rappresentato le dimensioni dello scandalo: "Il Parlamento europeo, cari colleghi, è sotto attacco; la democrazia europea è sotto attacco; e il nostro modo di essere società aperte, libere e democratiche è sotto attacco". "I nemici della democrazia, per i quali l'esistenza stessa di questo Parlamento è una minaccia, non si fermeranno davanti a nulla. Questi attori maligni, legati a Paesi terzi autocratici, hanno presumibilmente armato Ong, sindacati, individui, assistenti e deputati del Parlamento europeo nel tentativo di soffocare i nostri processi", ha aggiunto.
Ma, ha rivendicato la leader maltese, "i tentativi sono falliti". "I nostri servizi, di cui sono incredibilmente fiera, collaborano da tempo con le autorità competenti nazionali, giudiziarie e di polizia, per smantellare questa presunta rete criminale", ha aggiunto lasciando intendere che il Parlamento ha avuto ruolo nelle indagini anche prima dell'operazione di venerdì.
"Non ci sarà nessuna impunità"
Metsola ha chiesto però un colpo di reni dell'Assemblea per uscire più forti dallo scandalo; i negoziati per la liberalizzazione dei visti (con Qatar e Kuwait) che dovevano partire dopo il via libera che sarebbe arrivato da questa plenaria, tornano in commissione. E ancora: "Non ci sarà impunità, nessuna".
"Non nasconderemo la polvere sotto il tappeto. Avvieremo un'indagine interna per esaminare tutti i fatti relativi al Parlamento e per valutare come i nostri sistemi possano diventare ancora più impermeabili. Non continueremo come se fosse 'business as usual'. Avvieremo un processo di riforma per verificare chi ha accesso ai nostri locali, come vengono finanziate queste organizzazioni, le Ong e le persone, quali legami hanno con i Paesi terzi, chiederemo maggiore trasparenza sugli incontri con gli attori stranieri e con chi è legato a loro. Daremo una scossa a questo Parlamento e a questa citta' e per farlo ho bisogno del vostro aiuto", ha annunciato Metsola.
Intanto il Gruppo S&d, il più colpito dalla indagine, si è mosso per conto proprio: ha espulso Kaili e ha chiesto la sospensione di Tarabella. Gli altri eurodeputati coinvolti (tramite i loro assistenti) hanno dovuto lasciare gli incarichi: Pietro Bartolo non sarà più relatore ombra; Arena ha rinunciato alla presidenza della sottocommissione Diritti umani e Andrea Cozzolini non è più responsabile S&d per le urgenze.
Le notizie che continuano ad arrivare dal Palazzo di Giustizia però fanno pensare che non sia finita. La polizia ha sequestrato i pc di dieci assistenti parlamentari. Alla Kaili sono stati sequestrati 750 mila euro in contanti, 600 mila nella valigia del padre e 150 mila nelle borse di lusso che aveva in casa. Così come sono stati congelati tutti i suoi beni in Grecia.
E la pressione dello scandalo comincia a sfiorare anche la Commissione europea, dove in particolare il vice presidente, Margaritis Schinas (anche lui greco), viene accusato di aver avuto rapporti troppo buoni con il Qatar. La presidente von der Leyen, in conferenza stampa con il direttore generale dell'Agenzia per l'energia, Fatih Birol, ha dovuto placare le polemiche dei giornalisti che l'accusavano di evitare le domande scomode. Due in particolare: le autorità belghe hanno contattato la Commissione? La Commissione sta indagando? Alla prima ha risposto dicendo che avrebbe dovuto chiedere al suo staff; alla seconda che sono in corso di revisione i registri di trasparenza dei commissari. Insomma qualcuno si sta attivando.
We have worked hard to be safe for this winter.
— Ursula von der Leyen (@vonderleyen) December 12, 2022
We are now turning our focus to preparing 2023, and the next winter.@fbirol from the @IAE and I have discussed the energy outlook and how to avoid gas shortages in 2023 ↓
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Da parte sua, il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha assicurato che l'inchiesta non danneggerà l'Italia perché "se ci sono dei parlamentari o degli assistenti che hanno commesso dei reati, è una questione che riguarda le singole persone e non il sistema Italia". E non riguarda nemmeno il sistema Europa: "Le responsabilità penali sono individuali, non delle istituzioni".