AGI - "Ora inseguo medaglie, non leoni": giunti alla quinta edizione, i "Giochi Olimpici Masai" sono stati organizzati oggi nel sud del Kenya per difendere i grandi felini minacciati di estinzione.
Di generazione in generazione, i guerrieri Masai dovevano dimostrare la loro virilità uccidendo un leone. Per preservare i felini, la cui popolazione in Kenya è passata da circa 30.000 negli anni '70 a poco più di 2.000 oggi, i leader della comunità e la Big Life Foundation, un'organizzazione ambientalista, hanno istituito nel 2012 i "Maasai Olympic Games".
L'obiettivo: sostituire la caccia con lo sport. Al ritmo di canti tradizionali, vestiti con costumi colorati, decine di atleti si preparano per i vari eventi. La competizione, indetta ogni due anni, si svolge nella riserva di caccia di Kimana, a circa 200 chilometri a sud della capitale del Kenya, vicino al confine con la Tanzania.
La riserva si trova vicino al Parco Nazionale di Amboseli, sovrastata dalle cime innevate del Kilimangiaro, il punto più alto dell'Africa. "Le 'Olimpiadi Masai sono un modo per preservare le nostre terre", ha detto Joseph Lekatoo, 30 anni, che gareggia dal 2012. "Ora sto inseguendo medaglie, non leoni", dice il giovane, che ha già vinto al lancio del giavellotto. "Impariamo molto sugli animali e questa competizione riunisce diverse comunità", afferma Esther Sereya, 20 anni, del vicino villaggio di Rombo.
Sono rimasti solo 23.000 leoni nel Continente africano e il numero sta diminuendo", spiega ad Afp Tom Hill, cofondatore di Big Life. "Vogliamo creare con questo evento un modello per la conservazione della biodiversità in Africa".
Big Life ha anche istituito un fondo per risarcire i pastori il cui bestiame è stato attaccato dai leoni, iniziativa che "ha permesso di ridurre la caccia al leone quasi a zero", si vanta Tom Hill, il quale afferma che nell'arco di 10 anni il numero dei felini nella regione è aumentato da "pochi a circa 250".
Alla competizione partecipano circa 160 giovani Masai, 120 uomini e 40 donne. Accanto alle classiche manifestazioni agonistiche che vedono i partecipanti gareggiare su distanze che vanno dai 100 ai 5.000 metri, sono state adattate alle usanze locali alcune competizioni: i "rangus", mazze di legno destinate a proteggersi dalle iene, in particolare, sostituiscono i dischi negli eventi di lancio. In un'altra disciplina rivisitata, i partecipanti competono in una prova di salto in alto, in cui l'obiettivo è saltare per toccare una corda con la parte superiore del cranio. Questa prova riproduce "Adumu", la danza del salto praticata dai Masai durante le cerimonie.
INTO THE FINAL STRAIGHT
— Big Life Foundation (@biglifeafrica) November 27, 2022
With only two weeks left until the Maasai Olympic finals, it’s all stations go as we get ready for the 10th of December.
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Fin dalla prima edizione, l'evento è stato sponsorizzato da David Rudisha, due volte campione olimpico kenyota negli 800 metri, detentore del record mondiale nella distanza e lui stesso un Masai. "Stiamo facendo questa competizione per la conservazione" della natura, ha detto David Rushisa ad Afp.
L'iniziativa è apprezzata dagli anziani: "Ho ucciso due leoni quando ero giovane, uno di loro perchè aveva ucciso una delle mie mucche", spiega Lenkai Ole Ngola, un pastore di 66 anni. "Ma oggi è importante proteggere i leoni, perchè sono sempre meno numerosi. E poi, i giovani hanno un lavoro grazie agli animali, al turismo, quindi non c'è più motivo di ucciderli", sostiene.
I leoni sono minacciati dal bracconaggio, ma anche da una siccità di intensità senza precedenti da 40 anni che colpisce il Kenya, Paese dell'Africa orientale rinomato per la ricchezza della sua fauna, ma anche l'intero Corno d'Africa. Dopo diverse stagioni delle piogge piuttosto scarse, il terreno nella riserva di Kimana è asciutto, senza erba alta in vista. I vincitori delle varie manifestazioni non ricevono medaglie, ma capi di bestiame - importante fonte di reddito tra i Masai -, borse di studio scolastiche o denaro.