AGI - Dopo trattative scrupolose e intense, nell'ambito dello scambio di prigionieri eccellenti tra Stati Uniti e Russia, è rientrato a Mosca il trafficante d'armi russo Viktor Bout, soprannominato il "signore della guerra", "il mercante di morte", che il presidente Vladimir Putin voleva a tutti i costi in patria.
La storia del camaleontico Bout, 55 anni, è degna delle migliori sceneggiature da film, dai suoi anni di formazione linguistica e militare fino al suo rilascio ieri dal carcere americano nel quale scontava una pena di 25 anni per "cospirazione" per la vendita di missili antiaerei ai ribelli colombiani.
Ex ufficiale dell'esercito sovietico, Bout è anche un talentuoso linguista che passa dal russo all'arabo, dal francese al portoghese al persiano: conoscenze utili alla costruzione di un vero e proprio impero mondiale delle armi.
Avrebbe anche collegamenti con l'Intelligence militare russa (Gru) e con Igor Sechin, potente alleato di Putin, ma nega legami con entrambi. La sua storia - che ha ispirato il film "Lord of War" con Nicolas Cage - ha inizio nel 1967 a Dusambe, la capitale del Tagikistan, sua terra natale.
Laureato nel 1991 all'Istituto militare di lingue straniere, ha poi lavorato come interprete per le forze aeree russe in una base militare, prima di arruolarsi nel Servizio federale di sicurezza (Fsb, l'ex Kgb), ottenendo il grado di maggiore.
Già dalla fine degli anni '90 - quando si trasferisce negli Emirati Arabi Uniti, dove risiedeva col padre e la moglie - il suo nome viene accostato all'attività di commercio illegale di armi in Afghanistan, nei Paesi dell'ex Urss e in diverse nazioni dell'Africa, tra cui la Liberia del famigerato Charles Taylor, Angola, Ruanda e Uganda, ma anche Iraq.
Personalità camaleontica non solo per il fatto di essere poliglotta e di dedicarsi ad attività illegali: sarebbe detentore di ben cinque passaporti sui quali il suo cognome sarebbe sempre ortografato in modo diverso, ovvero Bout, But, Budd, Bont e Bulakin.
Già dal 2002 Washington lo accusa ma Bout ha sempre negato di essere un trafficante d'armi, un commercio miliardario in violazione aperta di tutti gli embargo Onu vigenti nelle principali zone di guerra del continente africano. Ha anche venduto armi a Al Qaida, prima degli attentati dell'11 settembre, e ai talebani afghani.
Oltre al traffico di armi - prodotte in Ucraina, Moldavia e Bulgaria - avrebbe anche trasportato mercenari in zone di guerra. Inoltre è proprietario di diverse compagnie aeree e aziende tra cui Great Lakes Business, Bukavu Aviation Transport.
"Le mie società si dedicano alla vendita di tecnologia russa" dichiarava spesso Bout. Nel 2008, dopo un mandato di cattura internazionale emesso dagli Stati Uniti, il trafficante d'armi russo è stato arrestato e detenuto a Bangkok, capitale thailandese. Nel 2010 è stato estradato negli Usa e nel 2012 condannato a 25 anni di carcere per cospirazione ai danni di Washington, tra l'altro per la vendita di armi alle Farc colombiane.
Negli ultimi anni attorno a Bout si era creata una vera e propria bolla di anonimato e di silenzio, ma nell'ombra la madre, Raisa, e la moglie, Alla, hanno scritto lettere a Putin e al presidente Usa Joe Biden per ottenere la sua liberazione. Nel dicembre 2021, due mesi prima dell'invasione russa dell'Ucraina, una ventina di disegni firmati Bout - che in carcere si è appassionato all'arte e al disegno - è stata esposta a Mosca, mostrando un'altra faccia sconosciuta del "mercante di morte".