L'Iran ammette che le proteste hanno causato "oltre 200 morti"
AGI - Sono più di 200 le persone che hanno perso la vita nelle proteste in corso in Iran: lo ha reso noto il Consiglio di sicurezza, che ha però minacciato adesso 'tolleranza zero' spiegando che d'ora in poi le forze di sicurezza agiranno più attivamente di fronte a qualsiasi manifestazione. È la prima volta dall'inizio delle proteste, il 16 settembre, che l'Iran pubblica dati ufficiali sui morti.
"Per quanto riguarda i manifestanti, la Repubblica islamica dell'Iran li ha trattati con la massima tolleranza" ma "il piano del nemico per il prosieguo delle rivolte e la pazienza strategica del sistema" ha causato gravi danni. Il Consiglio di sicurezza, si legge ancora nella nota, "agirà in modo più deciso" e "le forze di sicurezza e di polizia con tutta la loro forza e determinazione non permetteranno più ad alcuni facinorosi con il supporto di agenzie di intelligence straniere di mettere in pericolo la sicurezza pubblica". "Pertanto, qualsiasi disturbo dell'ordine pubblico e assembramento illegale a qualsiasi livello e luogo sarà affrontato con decisione e senza tolleranza".
Il Parlamento iraniano e il Consiglio Supremo della Rivoluzione Culturale stanno esaminando la questione dell'hijab, il velo islamico, che e' obbligatorio per le donne: lo ha reso noto il procuratore generale del Paese, Mohammad Javad Montazeri, promettendo risultati rapidi, ma senza precisare come potrebbe essere cambiata la legge. I risultati, ha aggiunto il magistrato che parlava dalla città sacra di Qom, saranno resi noti in una settimana o due.
L'obbligo di tenere il capo e i capelli coperto è stato il fattore scatenante dell'attuale ondata di proteste in Iran; e poi ha rivelato anche un diffuso risentimento contro gli ayatollah. Il Parlamento e la magistratura "stanno lavorando" su questo tema, ha spiegato Montazeri; ma non ha specificato cosa potrebbe essere cambiato nella legge, tanto più che il presidente, l'ultraconservatore Ebrahim Raisi, ha già imposto nuove restrizioni sull'abbigliamento.
Proprio Raisi ha chiesto alle "famiglie dei martiri" e agli "Hawzah" (seminari per lo studio dei valori islamici sciiti) di sollecitare l'azione degli organi esecutivi nella lotta alla disobbedienza all'uso del velo, ma - pur facendo notare, nel corso di una conferenza a Teheran che "la Costituzione ha valori e principi solidi e immutabili"- ha detto che "ci sono metodi di attuazione della Costituzione che possono essere flessibili".