AGI - Huawei e ZTE, aziende cinesi del settore tecnologico, non potranno più vendere i loro prodotti negli Stati Uniti perché costuiscono un “rischio inaccettabile" per la sicurezza degli Stati Uniti. Vietata anche l’importazione delle loro apparecchiature su suolo americano.
È quanto ha disposto l’autorità statunitense di regolamentazione delle telecomunicazioni (FCC), in un provvedimento (votato all’unanimità, dai due componenti repubblicani e dai due democratici) che coinvolge in tutto dodici aziende di Pechino.
A vedersi negata l’autorizzazione alla commercializzazione, oltre a Huawei e ZTE, che già in passato sono state soggette a norme simili, anche Dahua e Hikvision, che forniscono apparecchiature di videosorveglianza, e Hytera, specializzata in apparecchiature radio.
I prodotti già autorizzati dalla FCC continueranno ad essere autorizzati per il momento. Concretamente, il rischio è che le apparecchiature di queste aziende potrebbero essere utilizzate per interferire con le reti wireless di nuova generazione e raccogliere informazioni sensibili.
"Queste nuove regole sono una parte importante dello sforzo per proteggere il popolo americano dalle minacce alla sicurezza nazionale che coinvolgono le apparecchiature di telecomunicazione", ha dichiarato la presidente della FCC Jessica Rosenworcel. L'autorità di regolamentazione sta inoltre valutando una revisione delle autorizzazioni già concesse e delle procedure di revisione dei divieti annunciati.
La replica di Hikvision
Tra le aziende nel mirino del regolamento, solo Hikvision ha replicato, sostenendo che i suoi prodotti non minacciano la sicurezza degli Stati Uniti. “Questa decisione della FCC non farà nulla per proteggere la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, ma farà molto per rendere più dannoso e più costoso per le piccole imprese statunitensi, le autorità locali, i distretti scolastici e i singoli consumatori proteggere se stessi, le loro case, aziende e proprietà", ha fatto sapere la società, aggiungendo che continuerà a servire i clienti statunitensi "nel pieno rispetto" delle normative statunitensi. Huawei e il governo cinese hanno a lungo negato le accuse di spionaggio e denunciato le sanzioni statunitensi contro le tecnologie cinesi.
"Oggi, la FCC compie un passo senza precedenti per salvaguardare le nostre reti e rafforzare la sicurezza nazionale americana", ha twittato venerdì Brendan Carr, commissario della FCC. Carr ha anche sottolineato l’unanimità della decisione e il fatto che sia stata la prima volta "nella storia della FCC che abbiamo votato per vietare l'autorizzazione delle comunicazioni e delle apparecchiature elettroniche sulla base di considerazioni di sicurezza nazionale”.
La linea dura di Trump condivisa da Biden
In linea con quella del suo predecessore Donald Trump, l'amministrazione Biden ha adottato la linea dura contro i produttori cinesi di apparecchiature per le telecomunicazioni, sospettati di spiare per conto di Pechino.
Nel 2019 l'ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump aveva firmato un provvedimento (il Secure and Trusted Communications Networks Act), che obbligava i vettori di telecomunicazioni statunitensi a sostituire qualsiasi "apparecchiatura di rete straniera sospetta" dalle loro reti: quelle di Huawei e ZTE erano appunto considerate un rischio per la sicurezza nazionale.
A maggio 2020, l'amministrazione Trump ha imposto ai subappaltatori di Huawei di chiedere l'approvazione per l'utilizzo di componenti statunitensi, bloccando di fatto la fornitura all'azienda di prodotti realizzati da aziende con sede negli Stati Uniti. La decisione ha penalizzato l'attività del gruppo, in particolare nel settore degli smartphone, dove Huawei è praticamente scomparsa dal mercato.
La stretta di Trump che imponeva la sostituzione di queste apparecchiature definite sospette si è riversata sulle casse delle aziende. Costi, 4,8 miliardi secondo le stime aggiornate della FCC. Il punto è questo. Il Secure and Trusted Communications Networks Act richiedeva alla FCC di stilare un programma (il Secure and Trusted Communications Networks Reimbursement Program) per indennizzare i vettori coinvolti nell’iniziativa. Il programma prevedeva l’accesso ad un fondo governativo di 8,3 miliardi di dollari per l’acquisto di nuove apparecchiature. Ma il Congresso ne ha stanziati solo 1,9 miliardi (le aziende sarebbero così rimborsate solo per il 40% dei costi). All’inizio del 2022 la FCC aveva ricevuto 181 domande di rimborso per un totale di 5,6 miliardi di dollari.
Sul fronte della sicurezza nazionale, dopo il Secure and Trusted Communications Networks Act di Trump, la stretta è proseguita. A marzo 2021, la FCC ha inserito sempre Huawei, ZTE, Hytera, Hangzhou Hikvision e Dahua in una black list di aziende che rappresentavano un "rischio inaccettabile" per la sicurezza nazionale statunitense.
Sempre nel 2021, a giugno, l'agenzia aveva dichiarato di sostenere una proposta di divieto di approvazione per le aziende cinesi di apparecchiature per le telecomunicazioni. "Nonostante l'identificazione di problemi di sicurezza con le apparecchiature di telecomunicazione Huawei e ZTE già nel 2019, negli ultimi anni l'agenzia ha continuato a concedere l'approvazione a tali apparecchiature", aveva dichiarato Rosenworcel.
"In altre parole, abbiamo lasciato aperte le opportunità per il loro utilizzo negli Stati Uniti attraverso il nostro processo di approvazione delle apparecchiature. Ora proponiamo di chiudere quella porta", aveva aggiunto. La decisione di vietare l'uso di queste apparecchiature ha destato preoccupazione tra gli operatori di telecomunicazioni più piccoli, che sono gli unici a utilizzare le apparecchiature di Huawei e ZTE nelle loro reti.
Negli ultimi anni, anche Canada , Gran Bretagna e Australia hanno intensificato le restrizioni contro l'uso delle tecnologie 5G di Huawei e ZTE.