AGI - Il presidente cinese, Xi Jinping, torna al centro della scena diplomatica mondiale con una girandola di incontri di alto livello a margine del G20 di Bali. Dopo l'attesissimo summit con il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, e forte del terzo mandato alla guida del Partito Comunista Cinese, e quindi della Cina, Xi è stato il protagonista degli sforzi diplomatici di Pechino per riportare il gigante asiatico sotto i riflettori.
Il presidente cinese, che domani ha in programma un incontro con il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha visto oggi il presidente francese, Emmanuel Macron, il primo ministro australiano, Anthony Albanese, e il primo ministro spagnolo, Pedro Sanchez, che hanno chiesto al presidente cinese di esercitare pressioni sul presidente russo, Vladimir Putin, per porre fine alla guerra in Ucraina, unendosi a un appello già pronunciato nei giorni scorsi a Pechino dal cancelliere tedesco, Olaf Scholz.
Al summit del G20, Xi è tornato sui grandi temi che promuove da tempo: il no di Pechino allo scontro tra blocchi e alle divisioni, in un momento di "tremende sfide" allo sviluppo globale, e l'appello a revocare le sanzioni unilaterali, che sembra strizzare l'occhio a Putin, e le restrizioni alla cooperazione. Un'azione diplomatica a tutto tondo, quella di Pechino, che ha implicitamente l'obiettivo di ricucire alcuni rapporti importanti - come quello con l'Australia e il Giappone (nei prossimi giorni) - e di mettere da parte i tanti capitoli di attrito con l'Occidente: dalle violazioni dei diritti umani ai danni degli uiguri, alla repressione a Hong Kong, fino alle tensioni con Taiwan e alle critiche sulle pratiche economico-commerciali cinesi.
La guerra in Ucraina e il rapporto con l'Unione Europea hanno avuto un ruolo prioritario negli incontri di oggi di Xi a margine del summit di Bali, dove il padrone di casa, il presidente indonesiano Joko Widodo, ha pronunciato un forte appello per fermare il conflitto in corso.
Ucraina, Ue e crisi alimentare: il bilaterale con Macron
Il presidente francese, Emmanuel Macron, è stato il primo leader straniero incontrato dopo il summit di tre ore di ieri con Biden. Il capo dell'Eliseo ha chiesto a Xi di esercitare la propria influenza su Putin, esprimendo "profonda preoccupazione" per un conflitto le cui conseguenze travalicano i confini europei e che richiedono la cooperazione di Francia e Cina per essere affrontate. Macron e Xi, filtra da Parigi, hanno riaffermato l'impegno per l'integrità e la sovranità territoriale dell'Ucraina e si sono detti d'accordo per una riduzione dell'escalation. Xi e Macron hanno discusso anche di finanziamento ai Paesi più vulnerabili e del ruolo del G20 per placare i mercati agricoli.
Xi ha chiesto alla comunità internazionale di "creare le condizioni" per il cessate il fuoco e la pace in Ucraina e ha ribadito che la Cina è pronta a un "ruolo costruttivo a modo suo" per fermare la crisi ucraina. Il presidente cinese ha, però, anche sollecitato Macron a spingere l'Unione Europea a una "politica indipendente e attiva" con Pechino e a rafforzare la cooperazione tra Pechino, Parigi e Bruxelles.
VIDEO: French President Emmanuel Macron calls for Paris and Beijing to unite against the war in Ukraine as he begins a meeting with China's leader Xi Jinping on the sidelines of the G20 summit in Bali pic.twitter.com/pi6CH0PngB
— AFP News Agency (@AFP) November 15, 2022
Il disgelo con l'Australia
A sei anni dall'ultimo summit con un primo ministro australiano, Xi ha incontrato oggi il premier Anthony Albanese, per un primo passo verso il disgelo delle relazioni, crollate negli ultimi anni sulle accuse di infiltrazioni politiche di Pechino e di spionaggio ai danni dell'Australia, e deflagrate sulle polemiche di Canberra per l'origine del Covid-19 e sull'accresciuto ruolo di Pechino della Cina nell'Oceano Pacifico, a cui si aggiunge l'irritazione cinese per i "circoli ristretti" del Quad e dell'Aukus, l'alleanza siglata lo scorso anno tra Australia, Gran Bretagna e Stati Uniti.
Xi chiede di migliorare le relazioni e "trascendere le divergenze", con una proposta parzialmente accolta da Albanese, che sottolinea, pero', che "ci sono ancora molti passi da fare" per una normalizzazione dei rapporti. "Abbiamo avuto le nostre differenze e l'Australia non verrà meno ai propri interessi e valori", ha scandito il premier australiano, "ma la nostra relazione è importante".
There are clear signs emerging from the #G20 Summit that China wants a better relationship with Australia, with Prime Minister Anthony Albanese meeting with China's President Xi Jinping tonight. @hughriminton is at the Summit. #auspol pic.twitter.com/JqnfZ3TVg4
— 10 News First (@10NewsFirst) November 14, 2022
Il rapporto con l'Ue e le relazioni economico-commerciali
Il rapporto tra la Cina e l'Unione Europea ha dominato anche gli incontri con il primo ministro olandese, Mark Rutte, e con il primo ministro spagnolo, Pedro Sanchez, a cui Xi chiede cooperazione e "un ruolo piu' attivo" per uno sviluppo "sano e stabile" delle relazioni tra Cina e Ue. Il messaggio più chiaro, però, riguarda gli scambi economico-commerciali.
La Cina non vuole il de-coupling, la separazione delle economie: "il mondo è uno", ha detto Xi nell'incontro con Rutte, ed è "necessario contrastare la politicizzazione delle questioni economiche e commerciali e mantenere la stabilità delle catene industriali e di approvvigionamento globali", con un riferimento alle pressioni statunitensi sull'Olanda per scoraggiare la vendita alla Cina di chip ad alta tecnologia.
Corea del Nord sullo sfondo, Xi vede Yoon
L'escalation missilistica e nucleare nord-coreana rimane sullo sfondo al summit del G20 e anche durante l'incontro con il presidente sud-coreano, Yoon Suk-yeol. Con Yoon, Xi si è concentrato sulla cooperazione economica e commerciale tra Cina e Corea del Sud, in particolare sui versanti dell'alta tecnologia e dei big data.
La Cina chiede moderazione nella gestione della questione nord-coreana, marcando una distanza che sembra farsi sempre piu' netta rispetto alle posizioni di Stati Uniti, Corea del Sud e Giappone, che domenica scorsa, a margine del vertice Asean di Phnom Penh, hanno raggiunto un accordo per una "deterrenza estesa" nei confronti di Pyongyang.
In un riferimento indiretto alla questione nord-coreana, Xi si è detto disposto a rafforzare la cooperazione con Seul per "praticare congiuntamente un vero multilateralismo e mantenere la situazione generale di pace e stabilità regionale", mentre Yoon ha auspicato che Pechino "possa giocare un ruolo piu' attivo e costruttivo in quanto membro permanente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e Paese vicino".
Il ruolo dell'Africa e i Paesi in via di sviluppo
Xi ha richiamato più volte nel suo intervento al summit il ruolo delle economie in via di sviluppo - di cui la Cina si erge a capofila - nell'attuale situazione di crisi innescata dalla guerra in Ucraina e dalle crisi alimentare ed energetica. La Cina, ha detto Xi, sostiene l'Unione Africana ad aderire al G20, e nei colloqui bilaterali con il presidente sudafricano, Cyryl Ramaphosa, e con il suo omologo senegalese, Macky Sall, si è concentrato sui temi della cooperazione e della costruzione di infrastrutture nel continente attraverso l'iniziativa Belt and Road, la nuova Via della Seta lanciata da Xi, citata anche in occasione dell'incontro con il presidente argentino Alberto Fernandez.
Le difficoltà con il Canada
Nessun incontro, è invece, previsto con il leader dell'altro Paese occidentale, il Canada, con cui i rapporti si sono complicati negli ultimi anni. Non ci sono indicazioni che Xi incontri il primo ministro canadese, Justin Trudeau, a margine del vertice di Bali, e proprio oggi, sui rapporti tra Cina e Canada si abbatte un'altra tegola, che rischia di raffreddare le relazioni: la polizia canadese ha arrestato un dipendente del gruppo Hydro-Quebec, identificato con il nome di Yuesheng Wang, con l'accusa di spionaggio per la Cina, che avrebbe ottenuto segreti commerciali a beneficio di Pechino.