AGI - Se piazza Taksim è il cuore di Istanbul, Istiklal Caddesi è l'aorta, l'arteria principale del flusso ininterrotto di gente tra la piazza simbolo e piazza Tunel, a due passi dalla Torre di Galata.
La strada teatro dell'attentato di domenica 13 novembre è un fiume ininterrotto di gente di un chilometro e mezzo che costeggia un muro ininterrotto di negozi, ristoranti, centri commerciali e pasticcerie dove i turisti vanno a fare shopping e i turchi si recano per la passeggiata 'domenicale', ma che in realtà, in Turchia, può avvenire in qualsiasi giorno della settimana.
Tutti almeno una volta hanno scattato la foto al tram rosso, volutamente 'nostalgico', fatto ripartire nel 1990 in ossequio a quello che è il sentimento preferito dei turchi, la nostalgia appunto.
Perché percorrere Istiklal è un momento ameno per i turisti che si scontrano con la Turchia moderna, quella che non si sarebbero aspettati e dove vengono catturati dalle mille luci delle grandi catene di abbigliamento, dalle enormi vetrine di cibo e dolci, ma è per i turchi un momento di riconciliazione con il passato.
I grandi palazzi storici costruiti da architetti italiani, francesi e armeni, l'enorme cancello del liceo Galatasaray, i primi cinema e teatri del Paese, la chiesa di San Antonio, il mercato del pesce, i venditori di cioccolata e i chioschi con le castagne, gli antiquari che conservano memorie dell'impero ottomano, i ristoranti tradizionali e le caffetterie e pasticcerie più antiche sono ancora tutte al proprio posto, dove le avevano lasciate quando ci si andava da bambini con i genitori.
Ma la caratteristica principale di Istiklal è quella di non dormire mai. Le decine di stradine che da Istiklal si allungano su entrambi i lati, e non c'è immagine migliore dei vasi sanguigni che si diramano da un'arteria, sono la meta serale dei turisti che, giunti da altri Paesi musulmani, evitano alcolici a favore del narghilé.
Narghilé che i turchi hanno invece quasi del tutto abbandonato, a favore proprio dell'alcool, preferenze molto più simili a quelle dei turisti provenienti dal resto del mondo e che su Istiklal trovano molta più movida di quanta se ne sarebbero mai aspettata.
Centinaia di giovani e meno giovani a caccia di locali e alcolici si danno appuntamento in piazza Taksim o di fronte al liceo di Galatasaray per riempire centinaia di bar che decine di stradine, parallele e perpendicolari a Istiklal, possono contenere. La serata finisce inevitabilmente con qualche cozza ripiena di riso, un kebab o una zuppa, "che rimette a posto lo stomaco", abbondantemente disponibile fino alle prime luci dell'alba.
Si calcola che fino a 3 milioni di persone affollino il quartiere di Beyoglu, che Istiklal taglia trasversalmente, in un solo fine settimana.
Istiklal è la strada di tutti, la via senza orari, il luogo della libertà, dove le regole svaniscono, le imposizioni crollano e la tolleranza regna. Persino nei confronti di omosessuali e la comunità transgender, in un Paese non certo famoso per essere gay friendly
Non è un caso che Istiklal sia stato per anni il teatro del gay pride di Istanbul, uno dei più partecipati e colorati d'Europa, fino alle restrizioni scattate negli ultimi anni.
Restrizioni che hanno colpito la strada simbolo della città anche quando i raduni erano per il primo maggio, la festa della Donna, la giornata mondiale per i diritti delle donne e per il rispetto dei diritti della comunità Lgbtq, o manifestazioni per la libertà di stampa o di solidarietà nei confronti di dissidenti.
Manifestazioni sistematicamente vietate dalla prefettura e altrettanto sistematicamente indette dandosi appuntamento su Istiklal.
Sono i giorni in cui Istiklal è blindata, fermate dei mezzi sospesi, centinaia di transenne e migliaia di poliziotti che, nonostante l'imponente spiegamento di forze non riescono mai ad evitare che manifestanti comunque raggiungano l'area che diventa allora uno dei tradizionali luoghi di scontro in un Paese eternamente polarizzato come la Turchia.
Istiklal fu ferita al cuore nel marzo del 2016, quando un kamikaze dell'Isis uccise 4 persone facendosi esplodere di primo mattino in un fine settimana, uno dei pochi momenti in cui il silenzio vince sul rumore nella strada di Istanbul, simbolo della città che non si ferma mai.