AGI - Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, e il presidente cinese, Xi Jinping, si incontreranno per la prima volta nelle rispettive vesti di capi di Stato a margine del summit di Bali, su cui incombono le ripercussioni della guerra in Ucraina e le difficoltà della ripresa economica globale post-pandemia.
Il nodo cruciale di Taiwan e le relazioni economico-commerciali saranno tra i temi caldi di un dialogo che si è incrinato sotto il peso delle dispute tariffarie, delle accuse a Pechino di violazione dei diritti umani ai danni degli uiguri, della repressione a Hong Kong e di altri capitoli, solo apparentemente minori, che hanno lacerato la fiducia reciproca.
I met with Prime Minister Hun Sen of Cambodia to discuss Cambodia’s leadership of ASEAN during a challenging year. I also reiterated the United States’ commitment to the Cambodian people and their aspirations for a more prosperous, democratic, and independent country. pic.twitter.com/zm55XN3YgW
— President Biden (@POTUS) November 12, 2022
Uno di questi lo ha ricordato proprio lo stesso Biden, a Phnom Penh, durante il colloquio con il padrone di casa dei summit Asean e dell'East Asia Summit, Hun Sen: il presidente Usa ha chiesto al primo ministro cambogiano "piena trasparenza sulle attività della Repubblica Popolare Cinese" alla base navale di Ream, costruita segretamente da Pechino, secondo quanto riportato in un articolo del Washington Post nei mesi scorsi, e che verrebbe usata dall'Esercito Popolare di Liberazione cinese.
Non potrà mancare neppure un riferimento all'escalation missilistica senza precedenti della Corea del Nord, che sembra presagire a un nuovo test nucleare. Le continue provocazioni di Pyongyang, ha detto Biden sul volo per Phnom Penh, avvertendo Xi, porteranno solo a un aumento della presenza militare statunitense in Asia orientale. C'è poi, il risvolto personale con Biden e Xi che si presentano all'incontro rafforzati nell'immagine e nella leadership. Il presidente Usa arriva al vertice festeggiando la maggioranza al Senato, raggiunta proprio mentre a Phnom Penh, gli Usa hanno stabilito una partnership strategica complessiva con i Paesi del sud-est asiatico, inserendo un altro pezzo nel complicato puzzle dell'Indo-Pacifico "libero e aperto, stabile e prospero, resiliente e sicuro", come lo ha definito Biden, e che nella visione statunitense implica il contenimento della Cina a livello regionale.
Inontro fra vincitori
Rinfrancato dall'esito delle urne, Biden incontrerà il leader cinese che solo il mese scorso è stato riconfermato al vertice del potere, con il terzo, inedito, mandato da segretario generale del Partito Comunista, titolo che gli conferisce una leadership indiscussa sullo Stato e che fa di Xi il leader più potente della Cina dai tempi di Mao Zedong. Non è la prima volta in assoluto che Biden e Xi si incontrano di persona: era già successo nel 2011 e nel 2012, quando erano entrambi vice presidenti dei rispettivi Paesi e le relazioni erano dominate da un "grande ottimismo". Uno scenario molto diverso da quello di oggi, su cui pesano la diffidenza reciproca e i continui scambi di accuse. L'obiettivo, per Biden, è di mettere in chiaro le "linee rosse" di Cina e Stati Uniti. Sarebbe già un passo avanti, ma le aspettative non sono elevate. Washington e Pechino si lanciano messaggi da giorni sulle rispettive priorità e sui contenuti dell'incontro. Non ci saranno "concessioni fondamentali" da parte degli Stati Uniti sulla questione di Taiwan, ha detto Biden, né ripensamenti cinesi sui legami con Mosca, "solidi come una roccia", ha avvertito il ministero degli Esteri.
Nuove relazioni
Biden vuole trovare un terreno comune su cui sviluppare le relazioni bilaterali, ma senza sacrificare nulla della sintonia che Washington ha con Taipei, e che fa adirare Pechino. Gli Stati Uniti riferiranno all'isola i contenuti del summit tra Biden e Xi, ha detto il consigliere della Sicurezza Nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, irritando Pechino: Gli Stati Uniti, ha risposto il portavoce Zhao Lijian, "non mettano a repentaglio le relazioni", e non interferiscano in una questione che, per la Cina, è puramente interna. L'incontro è stato preceduto dalle imponenti esercitazioni militari cinesi attorno all'isola dell'agosto scorso, che Washington ha definito una reazione "esagerata" alla visita a Taipei della speaker della Camera dei Rappresentanti Usa, Nancy Pelosi. Pechino non intende fare sconti sulla questione di Taiwan: Xi ha promesso, davanti ai delegati al ventesimo Congresso del Partito Comunista Cinese, che la Cina non rinuncerà all'uso della forza per prendere il controllo dell'isola, su cui rivendica la sovranità.
Guerra in Ucraina
La guerra in Ucraina incombe sul vertice di Bali tra Biden e Xi, e non si segnalano punti di svolta ai vertici Asean di questi giorni. Il presidente Usa sembra intravedere crepe nelle relazioni tra Pechino e Mosca, incrinature che Pechino nega, ma l'influenza della Cina sulla Russia è ormai sotto osservazione: il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, ha chiesto a Xi di fare pressing su Putin per arrivare alla fine delle ostilità e proprio in quell'occasione, il presidente cinese aveva lanciato il messaggio più chiaro espresso finora contro le armi nucleari, o anche solo la minaccia del loro uso, nel conflitto in corso.
La Cina si è finora astenuta dal condannare apertamente Mosca per l'invasione dell'Ucraina, ma Pechino è preoccupata per le ripercussioni della guerra in Ucraina, e del clima generale che vede con crescente sospetto il ruolo della Cina sul palcoscenico internazionale. Xi ha promesso nuove aperture del sistema cinese, ma allo stesso tempo ha sottolineato - per ben due volte da quando è stato rieletto al vertice del Pcc - che le Forze Armate devono concentrare "tutte le loro energie" sulla capacità di combattimento in guerra. Nella visione di Xi "il mondo non è pacifico", la competizione è "sempre più evidente", e c'è il rischio di scontri tra blocchi. Ci sono micce da disinnescare, che Xi ha fatto notare a settembre scorso, al vertice del Shanghai Cooperation Organization di Samarcanda, in Uzbekistan, con Putin presente.