Scholz in Cina chiede equità e pressing su Putin per fermare la guerra
AGI - Il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, è arrivato a Pechino con una richiesta di equità nei rapporti con la Cina, seconda economia del pianeta, a cui chiede anche di premere sulla Russia per fermare la guerra in Ucraina.
Scholz, primo leader occidentale a mettere piede a Pechino dall'inizio della pandemia di Covid-19, ha guidato una delegazione di rappresentanti di una dozzina di grandi gruppi tedeschi, tra cui giganti del calibro di Basf, Bayer e Volkswagen: il cancelliere tedesco ha chiesto rapporti economici "su base egualitaria" con la Cina.
Berlino non crede alla separazione delle economie, ha detto Scholz nell'incontro con il primo ministro uscente Li Keqiang, ma "è anche chiaro", ha sottolineato, che il "de-coupling" osteggiato da Pechino ha a che vedere con i rapporti economici attuali, che devono essere "tra eguali" e fondati sulla reciprocità.
Scholz ha registrato la disponibilità del presidente cinese, Xi Jinping, ad aumentare i legami con Berlino e Bruxelles, non senza riferimenti, indiretti ma spesso chiari, al ruolo degli Stati Uniti.
In tempi di "cambiamenti e caos", Xi ha chiesto a Scholz un "approccio costruttivo" e di abbandonare la logica dei "confronti tra blocchi o delle interferenze animate dall'ideologia". La fiducia politica, ha detto il presidente cinese, è "facile da distruggere e difficile da ricostruire", e quello che occorre, invece, è "cercare insieme soluzioni ai problemi globali", a cominciare dal contrasto ai cambiamenti climatici.
Le relazioni tra Cina e Ue, ha aggiunto Xi con una stoccata, non devono essere "prese di mira, soggiogate o controllate da terzi". Oltre ai legami economici un ruolo di primo piano lo ha avuto anche il dossier ucraino.
Scholz ha chiesto a Xi di esercitare la propria influenza sul presidente russo, Vladimir Putin, per porre fine alla "guerra di aggressione" contro l'Ucraina. Il pressing chiesto dal cancelliere tedesco è una necessità che riguarda sia il rispetto dei principi della Carta delle Nazioni Unite, sia i principi di sovranità e integrità territoriali, "importanti anche per la Cina", ha detto Scholz, che ha sollecitato il leader del Cremlino a estendere l'accordo sull'esportazione di grano dai porti ucraini, perché "la fame non può essere usata come un'arma".
La visita di Scholz coincide anche con l'appello più chiaro pronunciato finora dal presidente cinese contro l'uso, o anche solo la minaccia dell'uso, di armi nucleari nel conflitto, per "prevenire una crisi nucleare nel continente euro-asiatico".
La Cina, invece, vuole "collaborare per garantire la stabilità della catena industriale e della catena di approvvigionamento globale", soprattutto per quanto riguarda l'energia, il cibo e la finanza, ha detto Xi.
Il tema della sovranità nazionale è stato declinato anche rispetto alle tensioni su Taiwan, che Pechino promette di "riunificare" alla Cina anche con la forza, ipotesi non contemplata dal cancelliere tedesco. Rispondendo ai giornalisti dopo gli incontri con Xi e con il primo ministro cinese, Li Keqiang, Scholz ha sottolineato che "qualsiasi cambiamento nello status quo delle relazioni nello Stretto deve essere pacifico e consensuale".
La prima visita di un leader occidentale in Cina dall'inizio del 2020 è stata scandita - oltreché dalle polemiche interne che la hanno preceduta per l'ingresso del gigante cinese Cosco nel porto di Amburgo - anche dalle procedure anti-Covid a cui la delegazione in arrivo dalla Germania si è dovuta sottoporre: il mantenimento della linea di tolleranza zero verso il virus non è in discussione in Cina, anche se emerge la possibilità di spiragli per quanto riguarda i voli e, da oggi, anche sul piano dei vaccini.
Lo stesso Scholz ha confermato l'accordo con Pechino per la somministrazione agli stranieri del vaccino prodotto da BioNTech, a tecnologia mRNA, ancora non in uso in Cina, in vista, forse, di un utilizzo più ampio.