AGI - Le forze di sicurezza in Iran hanno sparato su un'enorme folla, radunatasi a Karaj per celebrare la fine dei 40 giorni di lutto (in farsi 'chehelom') per la giovane Hadis Najafi, uccisa da colpi di arma da fuoco il mese scorso, durante le proteste anti-governative a Teheran. Lo riportano diversi media, tra cui Bbc ed Iran International. Secondo i media di Stato, inoltre, negli "scontri" a Karaj è stato ucciso un basij - la milizia paramilitare spesso impiegata per reprimere le manifestazioni - e altri agenti sono rimasti feriti.
Le autorità avevano chiuso il cimitero Behesht-e Sakineh (una cinquantina di chilometri a ovest della capitale) dove è sepolta la ragazza e bloccato le strade, per impedire alle persone di raggiungere la tomba di una delle vittime-simbolo della repressione messa in atto dalle autorità per sedare le vaste proteste contro la Repubblica islamica.
Nonostante i posti di blocco, migliaia di persone sono riuscite a convergere nei pressi del cimitero, percorrendo un'autostrada, al suono di slogan anti-governativi e contro la Guida Suprema Ali Khamenei.
Gli agenti hanno risposto lanciando gas lacrimogeni e sparando proiettili veri, secondo testimoni citati dalla Bbc. L'agenzia iraniana Fars, vicina ai pasdaran, ha riportato dell'uccisione di un basiji e il ferimento di almeno tre poliziotti negli "scontri". Ufficiali in borghese hanno anche attaccato i manifestanti con dei machete, sempre stando ai testimoni sul posto.
Hadis Najafi era una TikToker di 22 anni. In un video registrato dal suo cellulare mentre si recava a una manifestazione a Karaj, il 21 settembre scorso, diceva: "Spero che tra qualche anno, quando guarderò indietro, sarò felice che tutto sia cambiato in meglio". La sua famiglia ha denunciato che Hadis è stata uccisa a colpi di arma da fuoco dalle forze di sicurezza quasi un'ora dopo quel video. Le autorità, come in molti altri casi simili, hanno chiesto a suo padre di dire che la figlia era morta per un infarto.