AGI - L'Inflation reduction act, il maxi piano di investimenti americano da 370 miliardi di dollari che prevede anche sovvenzioni dirette alle aziende Usa che operano nel green, non piace agli Stati Ue che le ritengono "misure discriminatorie" in particolare per le case automobilistiche europee.
"Sarò franco: è inaccettabile per l'Ue. Così com'è, questo testo è estremamente protezionista, a scapito dell'export europeo. Questo punto va chiarito", ha sottolineato Jozef Sikela, ministro dell'Industria e del Commercio della Repubblica Ceca (Paese che detiene la presidenza di turno dell'Unione) a margine del Consiglio informale Commercio che si è tenuto a Praga e a cui ha partecipato, in qualità di ospite, anche la Rappresentante Usa per il Commercio, Kathrine Tai.
A scatenare le ire dei Ventisette è in particolare l'incentivo, fino a 7.500 dollari, riservato all'acquisto di un veicolo elettrico in uscita da uno stabilimento nordamericano con batteria prodotta localmente, escludendo quindi le auto prodotte nell'Ue (o in Asia).
"È un problema che preoccupa molti Paesi e aziende, che ho sollevato con i nostri partner statunitensi nelle ultime settimane, e ha avuto un ruolo di primo piano nelle discussioni di oggi. Sembrerebbe che molti dei sussidi ecologici previsti dalla legge possano discriminare le industrie dell'Ue nel settore automobilistico, delle energie rinnovabili, delle batterie e ad alta intensità energetica", ha confermato il vice presidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, che ha la delega al Commercio internazionale.
"Abbiamo annunciato la creazione di questa task force in merito la scorsa settimana e il primo incontro si terrà già questa settimana. Quindi speriamo di avere un impegno costruttivo dagli Stati Uniti e non vediamo l'ora che venga risolto questo problema. Non sarà facile ma dobbiamo risolverlo", ha evidenziato Dombrovskis che per ora esclude il ricorso al Wto contro Washington (è ancora recente la pace raggiunta dopo la ventennale disputa Boeing-Airbus e l'accordo sull'acciaio è ancora in fase sospensiva).
"In questa fase ci stiamo concentrando su una soluzione negoziata prima di considerare altre opzioni", ha assicurato Dombrovskis rispondendo appunto a una domanda sull'eventuale denuncia all'Organizzazione mondiale del Commercio.
"Sappiamo che altri Paesi, come il Giappone e la Corea del Sud, condividono le preoccupazioni dell'Ue e stanno anche loro valutando il modo migliore per affrontare questo problema", ha aggiunto. Per i Ventisette, "l'obiettivo sarebbe quello di ottenere lo stesso status di Canada e Messico", la cui produzione beneficia degli stessi vantaggi di quella degli Stati Uniti nei provvedimenti adottati, ha precisato Sikela. Questa e' perlomeno "una posizione di partenza nelle trattative".
Sikela si è comunque detto "abbastanza ottimista" dopo l'incontro con Tai: "C'è buona volontà da entrambe le parti". La Germania, patria dei giganti automobilistici Volkswagen, Bmw e Mercedes, tre settimane fa aveva avvertito del rischio di una "guerra tariffaria" transatlantica. Ma nessuno ci vuole arrivare e, in questo periodo, nessuno se la può permettere.