AGI - L’ecatombe di giovani a Seul in una folle calca di Hallowen è tra le notizie che trovano spazio sulle prime pagine dei maggiori quotidiani internazionali, assieme alla vittoria del leader di sinistra Lula da Silva nelle elezioni presidenziali del Brasile. Presente anche il blocco delle esportazioni di grano ucraino deciso da Putin, che ha stracciato gli accordi per il libero passaggio delle navi cargo nel Mar Nero.
Washington Post
Apertura sulla strage di Halloween a Seul per il Washington Post, che titola sull’indagine per accertare le responsabilità. I coreani si chiedono “il motivo per cui i funzionari della pubblica sicurezza non hanno previsto la necessità di gestire una folla di decine di migliaia di partecipanti attesi per le celebrazioni di Halloween, enormemente popolari”, scrive il giornale e rileva che le autorità avevano predisposto “misure di sicurezza che includevano la prevenzione del coronavirus, la pulizia delle strade, le ispezioni sulla sicurezza dei ristoranti e la repressione del potenziale uso di droghe”, ma “i problemi di controllo della folla non erano nell'elenco”. Di spalla la vittoria di Lula in Brasile, che “riporta un titano della sinistra del Sud del mondo sulla scena mondiale, dove la sua voce progressista sarà in netto contrasto con quella di Jair Bolsonaro, presidente di destra che esce con un solo mandato”. Con Lula che riconquista la presidenza per la terza volta, sottolinea il giornale, “il gigante regionale si somma a una serie di vittorie da parte della sinistra” in Sudamerica, e “Lula si unisce a un club di leader che ha battuto la destra politica in Colombia, Cile, Perù, Honduras, Argentina e Messico”. Tra gli altri titoli, i commenti di molti personaggi di estrema destra, ma anche di Elon Musk, che suggeriscono l’idea che l’aggressione a martellate del marito di Nancy Pelosi da parte di un fanatico di destra sia un’invenzione. In evidenza anche le imminenti elezioni americane di midterm e un servizio sul predominio di avvocati bianchi e maschi nelle cause davanti alla Corte Suprema, dove i legali afroamericani e ispanici e le donne sono molto raramente in aula.
New York Times
Tra il molto spazio fotografico per la strage di Seul, e il risalto alla vittoria di Lula alle presidenziali in Brasile, il New York Times valorizza in prima pagina un proprio sondaggio sulle elezioni di midterm: il risultato è che resta in bilico il controllo del Senato, con gli sfidanti repubblicani testa a testa con gli uscenti democratici in Georgia e Nevada, e con il candidato democratico in Pennsylvania che mantiene un leggero vantaggio. Ma, sottolinea il giornale, il terreno più favorevole ai democratici, tra i quattro Stati chiave, è l’Arizona, dove l’uscente Mark Kelly sorpassa nettamente il concorrente repubblicano Blake Masters, con il 51% delle intenzioni di voto contro il 45%. Il dato resta però che “una corsa per il Senato molto volative e imprevedibile”. E, nota il quotidiano, “le elezioni di midterm sono in genere referendum sul partito al potere e i Democratici devono sfidare decenni di quella storia politica per ottenere il controllo del Senato”, mentre “per ottenere la maggioranza, i repubblicani devono guadagnare un solo seggio”.
Wall Street Journal
La vittoria di Lula in Brasile è la notizia del giorno per il Wall Street Journal, che sottolinea come mai nella storia del Paese l’elezione presidenziale è stata come in questo combattuta testa a testa dai due candidati. Il risultato, scrive il Wsj, “consolida la svolta a sinistra dell’America Latina e marca un ritorno straordinario per un uomo che tre anni fa era in carcere per corruzione”. Bolsonaro, per contro, è il primo uscente non rieletto alla presidenza da quando, 25 anni, la Costituzione è stata modificata per permettere un secondo mandato. Sul voto ha pesato la preoccupazione dei brasiliani per la disoccupazione, che con Bolsonaro è cresciuta fino a un picco del 15% l’anno scorso e anche se è poi è calata all’8,6% è rimasta comunque ben più alta che non durante la presidenza Lula. Ma, osserva il Wsj, adesso Lula “eredita un Brasile molto diverso dal Paese in rapida crescita che ha guidato. Gli economisti si aspettano che l'economia brasiliana cresca dello 0,6% il prossimo anno, poiché il principale partner commerciale del paese, la Cina, rallenta”. E per di più avrà un Parlamento “ostile”, perché Bolsonaro ha perso la presidenza ma “decine di suoi alleati conservatori hanno ottenuto la vittoria alle elezioni del Congresso”. In fascia alta il giornale trova spazio anche per l’accordo con Emerson Electric cede una quota di maggioranza nella sua attività di tecnologie per il clima a Blackstone, mentre è impaginato più in basso il servizio sulla tragica calca di Halloween a Seul.
Financial Times
Il ritiro di Mosca dall’accordo sul grano “è catastrofico per i Paesi poveri”, titola in apertura il Financial Times che punta sugli ultimi sviluppi della guerra in Ucraina: con il blocco delle esportazioni deciso da Mosca come ritorsione per un attacco contro la sua flotta nel Mar Nero, prevede il giornale, “è probabile un aumento del prezzo” dei cereali, mentre “sull’Africa incombe la mancanza di cibo”. Secondo Kiev sono 218 le navi fermate dalla mossa del Cremlino, “che ha sorpreso i grossisti di cereali e gli analisti che, pur molto dubbiosi sulla possibilità che l’accordo venisse rinnovato dopo la sua scadenza a metà novembre, non si aspettavano una sua improvvisa cessazione”. Ft riporta i commenti di Andrey Sizov, direttore di Sovecon, la maggiore società di consulenza sul commercio di granaglie nel Mar Nero, secondo la decisione russa schiude “lo scenario peggiore” in cui ci saranno “sensibili aumenti dei prezzi”, e di Arif Husain, capo economista del Programma alimentare mondiale dell’Onu, secondo cui “decine di nazioni saranno colpite” e “se in tempi normali ciò sarebbe stato negativo, nella situazione attuale del mondo è qualcosa che deve essere risolta prima possibile”. In evidenza anche un’intervista del quotidiano al primo ministro dell’Irlanda del Nord, Micheal Martin, che lamenta l’inefficienza dell’amministrazione condivisa tra nazionalisti e unionisti prevista dall’accordo del Venerdì Santo del 1998, e chiede che l’intesa sia rivista.
The Times
Le statistiche sull’aumento della criminalità in Gran Bretagna risentono del fatto che sono considerati reati comportamenti incivili o comunque di minima portata lesiva: lo dice sir David Thompson, capo della polizia nella regione del West Midlands, in un’intervista che il Times mette in apertura. Il dirigente definisce “completamente folle” il metodo statistico comprendente quelle violazioni penali ai limiti dell’irrilevanza (definite nel diritto penale italiano “reati bagatellari”) che fanno lievitare il totale dei crimini con numeri fuorvianti ma che suscitano allarme tra la popolazione: è così, sostiene Thompson, che la scorsa settimana si è superato il record di 6,5 milioni di reati denunciati quest’anno, con conseguenti accuse alla polizia di averne individuato i responsabili solo in una ristretta minoranza di casi. Grosso titolo anche il sanguinoso episodio di Dover, dove un uomo ha lanciato tre bombe molotov contro il centro della polizia di frontiera che prende in carico i migranti appena sbarcati, e si è poi suicidato: “una mortale escalation”, commenta il giornale, del problema delle traversate della Manica.
Le Monde
Twitter sotto il controllo di Elon Musk “è un grosso caso di conflitto di interessi” secondo Le Monde, che nell’editoriale del numero doppio di domenica e lunedì riflette sull’operazione con cui “un miliardario direttamente coinvolto nell’azione politica” ha acquisito il social network. “Non ha precedenti”, sostiene il giornale, “che Elon Musk esprima a gran voce le sue opinioni libertarie – ne ha il diritto – e si impegni sempre più direttamente nel dibattito politico e internazionale, proponendo i suoi piani di pace in Ucraina e Taiwan. Sull’agora 2.0, non puoi essere sia moderatore che oratore principale”. Perché, argomenta Le Monde, Musk “ha alle spalle un impero, composto da Tesla e SpaceX. Certo, afferma di operare per il bene dell'umanità, ma esercita direttamente un potere politico, anche sulla guerra, come dimostra l'uso dei suoi satelliti Starlink in Ucraina e in Iran, o il suo silenzio sulla Cina, dove deve difendere gli interessi finanziari della sua fabbrica Tesla situata a Shanghai”. L’apertura, come spesso succede al giornale francese che non lavora la domenica, è superata dai fatti: una presentazione delle “decisive” elezioni brasiliane, priva di interesse ormai che ha vinto Lula.
Le Figaro
“Caldo record in ottobre, turbati i cicli naturali”: così titola in apertura Le Figaro, che punta sul cambiamento climatico guardando specificamente alla Francia, dove questo “autunno estivo prefigura una nuova normalità che già sconvolge i ritmi di produzione in agricoltura e favorisce lo sviluppo di malattie tropicali”. Il giornale sottolinea che “l'accumulo di ondate di calore in primavera, le ondate di caldo ripetute quest'estate e l'eccezionale clima mite degli ultimi giorni sono segnali che puntano tutti nella stessa direzione: come il resto del pianeta, anche il nostro Paese si sta riscaldando e velocemente”. Le Figaro riconosce che “in un contesto geopolitico più tormentato che mai” non c’è da sperare che “i Paesi prendano impegni sufficienti a rispettare l’accordo di Parigi nel 2015” sul clima. “Ma non tutto è perduto”, sostiene il giornale, perché “l’Agenzia internazionale dell’energia precisa che la crisi provocata dall’invasione dell’Ucraina accelererà la transizione globale verso energie decarbonizzate”.
El Pais
Il voto delle presidenziali ha “spaccato il Brasile in due”: questa la notazione che El Pais sottolinea nel suo titolo di apertura sul “risicatissimo” vantaggio di Lula su Bolsonaro. Lo storico leader della sinistra brasiliana che torna presidente ha davanti a sé “la sfida di ricostruire un paese gravemente fratturato”, di cui Bolsonaro “nella sua costante e pericolosa polarizzazione, ha deteriorato la qualità democratica”, scrive El Pais, e sottolinea: “Ora tocca a Lula recuperare i valori perduti e superare una divisione che, come dimostrano le elezioni, è profonda e capace di cortocircuitare le politiche future. Non si tratta solo di far uscire dalla povertà 33 milioni di brasiliani. Né per salvare l'Amazzonia dalla distruzione, dopo anni di abbandono da parte dello Stato e disinvestimento degli enti preposti alla sua tutela. Il compito è ancora più difficile. Lula dovrà convincere i brasiliani della necessità di unire le forze e avviare una ricostruzione nazionale”. Più in basso, il titolo sulla strage di Seul, con l’accento su un dato: nel centro della città erano in servizio solo 200 poliziotti, di fronte a una solla di oltre 100.000 persone.
Frankfurter Allgemeine Zeitung
Tra i temi del giorno sulla Frankfurter Allgemeine Zeitung (che presenta un’apertura originale sul 505esimo anniversario della Riforma protestante guidata da Lutero) c’è il blocco delle esportazioni di grano ucraino deciso dalla Russia che per rappresaglia a un attacco contro la sua flotta ha fermato il transito delle navi cargo nel Mar Nero. “Putin usa l’arma della fame”, osserva il quotidiano, e la sua mossa “è un altro esempio di come la Russia onori e disattenda gli obblighi internazionali a suo piacimento”: ora, il Cremlino “vuole punire terze parti non coinvolte per il fatto che il suo esercito non riesce a raggiungere gli obiettivi della guerra in Ucraina”. In risalto sul giornale una polemica politica sul reddito di cittadinanza, molto simile a quella italiana: la misura volta dal cancelliere socialdemocratico Scholz necessita, per entrare in vigore, del via libera del Bundesrat, la Camera alta, dov’è decisiva la Cdu che si oppone perché ritiene che “chi lavora debba avere più di chi potrebbe lavorare e non lo fa”. Inoltre, l’Agenzia nazionale per l’impiego preme perché il reddito di cittadinanza slitti almeno fino a luglio del 2023, non essendo in grado di garantire ai percettori la prevista assistenza nella ricerca di un lavoro, a causa della pressione sui suoi uffici causata oggi dalla crisi economica della Germania.
China Daily
La Cina non sta “emergendo” ma sta “ritornando al suo ruolo di centralità sulla scena mondiale”: è la tesi di un editoriale in evidenza sul China Daily, e firmato da Gilbert Morris, ambasciatore delle Bahamas e già docente dell’americana George Mason University. “C'è – argomenta Morris – una ’mappatura egemonica’ sovrapposta, in cui gli Stati Uniti circondano militarmente gli interessi cinesi mentre la Cina domina economicamente e finanziariamente in aree un tempo alleate con l'Occidente per impostazione predefinita”. E “su quest'ultimo punto, il mondo non tornerà al bipolarismo”, perché secondo Morris “le tecnologie aziendali implicano che sia le nazioni più piccole sia gli attori non statali avranno un ruolo di primo piano nel nuovo ordine mondiale”. Dunque, conclude, al ventesimo congresso del Partito comunista, “Xi ha giustamente chiesto un mondo impegnato nel diritto internazionale, nell'integrità della sovranità nazionale e nella prosperità globale condivisa” e “per raggiungere questi obiettivo, la Cina deve guidare il dialogo e un sistema di aiuti alle imprese mirato allo sviluppo pragmatico, alla sostenibilità ambientale e al continuo progresso della qualità della vita”.
Quotidiano del Popolo
A una settimana dalla conclusione del ventesimo congresso nazionale del Pcc che ha riconfermato leader Xi Jinping per un terzo mandato, il People’s Daily, edizione in inglese dell’organo ufficiale del Partito comunista cinese, continua nella sua approfondita disamina di ogni significato politico delle assise, che sono ancora il tema in maggiore risalto. Tra i focus proposti oggi, uno sulla linea di Xi in materia di ambiente, anzi, nelle sue parole, di una “armonia tra l’umanità e la natura”, che “dobbiamo ricordarci di preservare nella programmazione del nostro sviluppo economico”. E’ questa, sottolinea il giornale, “una delle caratteristiche vitali della modernizzazione della Cina socialista”, perché “la costruzione di una civiltà ecologica e di uno sviluppo verde, a basse emissioni di carbonio e circolare non solo soddisfano la domanda sempre crescente delle persone di un ambiente bello, ma consentono anche alla Cina di ottenere uno sviluppo di qualità superiore che sia più efficiente, equo, sostenibile e sicuro”. Il quotidiano elenca poi le varie misure e gli impegni che la Repubblica Popolare ha adottato per la sua transizione verde, e tra questi c’è l’obiettivo di diventare “un attore primario” nel settore dell’auto elettrica, traguardo che “è molto più facile per la Cina anche se non ha una tradizione di industria automobilistica forte come quella di Germania, Giappone e Usa”.