AGI - La Russia ha annunciato di aver sospeso la sua partecipazione all'accordo, raggiunto sotto l'egida dell'Onu in Turchia lo scorso 22 luglio, sull'esportazione del grano dall'Ucraina.
Una decisione resa necessaria, secondo il ministero della Difesa di Mosca, dopo "l'attacco terroristico" da parte di Kiev alla baia di Sebastopoli. Vediamo cosa prevedeva l'accordo che entrò poi in vigore a partire dal 1 agosto scorso.
Bloccare il corridoio del grano significa togliere cibo a milioni di persone in povertà. Anche questo significa macchiarsi di gravi azioni contro l'umanità. Mi auguro che la Russia riveda la sua posizione sulla partecipazione all'accordo per l'export di grano dal Mar Nero ucraino
— Antonio Tajani (@Antonio_Tajani) October 29, 2022
Il 22 luglio il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e il segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres avevano sancito l'intesa per il passaggio sicuro di decine di milioni di tonnellate di grano attraverso il mar Nero, bloccate da 5 mesi nei porti ucraini a causa della guerra.
Per arrivare all'accordo era stato necessario un lavoro "intenso e arduo", come aveva ricordato Erdogan.
Un accordo non facile si dalle prime battute quando la delegazione ucraina aveva specificato che nessun accordo era stato firmato con la Russia, ma solo con Turchia e Nazioni Unite. I firmatari dei due Paesi in guerra, il ministro della Difesa russo Serghei Shoygu e il ministro delle infrastrutture ucraino Aleksandr Kubrakov inoltre avevano evitato di sedersi allo stesso tavolo per apporre le firme.
Ma in che cosa consisteva precisamente l'accordo e quali condizioni conteneva? Innanzitutto va sottolineato che l'intesa aveva una durata di 3 mesi e riguardava inizialmente il grano fermo nei silos dei porti ucraini di Odessa, Chernomorsk e Yuzhny.
Tra le condizioni dell'accordo anche un centro di coordinamento a Istanbul, da cui i rappresentanti di Russia, Ucraina e ovviamente Turchia e ONU avrbebero monitorato il passaggio delle navi attraverso un tragitto libero dalle mine.
Non vi saranno scorte da parte di navi militari. Imposta da Kiev la condizione che non ci sarebbe stato sminamento, nel timore che la Russia ne potesse approfittare per colpire i porti, sopratutto Odessa.
L'accordo conteneva anche la garanzia reciproca che non vi sarebbero stati attacchi alle navi nè operazioni militari durante le operazioni di carico e trasporto.
Un'altra garanzia richiesta e ottenuta questa volta dalla Russia era sulla sicurezza delle proprie navi che transitano attraverso il Mar Nero per motivi commerciali e trasportano frumento e fertilizzante.
Condizione accettata da Kiev ma le navi russe non avrebbero dovuto passare attraverso le sue acque. Una settimana fa il presidente turco Erdogan aveva fatto sapere che l'intesa avrebe potuto anche essere estesa.
"Non ci sono ostacoli per estendere l'accordo sulle esportazioni", aveva detto Erdogan parlando con i giornalisti di ritorno da un viaggio in Azerbaigian.
Il presidente turco aveva affermato di averne discusso con i presidenti di Ucraina e Russia, Volodymyr Zelensky e Vladimir Putin, e che per la Turchia "non c'e' nessun ostacolo da superare" per estendere l'accordo, in vigore fino alla fine di novembre.
Da quando l'intesa è entrata in vigore, il primo agosto, oltre 8 milioni di tonnellate di grano ucraino sono state esportate e sono partite in tutto 363 navi, aveva reso noto detto il presidente turco, aggiungendo che il 62% del grano esportato era andato in Europa, il 19,5% in Asia, il 13% in Africa e il 5,3% nei Paesi del Medio Oriente.