AGI - Potrebbe essere un progetto pilota e anche una soluzione per una città come Venezia, per dire, ovvero una via d’uscita pionieristica dinanzi all'innalzamento del livello del mare in una capitale già sovraffollata. Di cosa si tratta?
“In un pezzo di laguna color turchese delle Maldive, sta iniziando a prendere forma una città galleggiante”, scrive il sito Positive News, composta da case, ristoranti, negozi, una scuola e un ospedale. L'avveniristica opera di architettura ha aperto le sue prime unità immobiliari durante l'estate e “ospiterà 20.000 persone quando sarà completata nel 2027”, si legge.
Obiettivo del progetto è dar vita ad una “città sostenibile”, costruita “per alleviare la pressione abitativa nella piccola nazione insulare e per fornire un futuro vivibile alla gente del posto con l'innalzamento del livello del mare”. Il progetto è durato dieci anni ed è una joint venture tra il governo delle Maldive e lo studio di architettura olandese Waterstudio, secondo il quale il progetto è “il primo esempio di una nazione che cerca di trovare nuove soluzioni per far fronte all'innalzamento del livello del mare", come spiega Koen Olthius, fondatore di Waterstudio:
La città galleggiante “non richiede alcuna bonifica e quindi ha un impatto minimo sulle barriere coralline”, afferma Mohamed Nasheed, presidente delle Maldive dal 2008 al 2012. “Inoltre, nuove barriere coralline giganti verranno coltivate per fungere da frangiflutti. Il nostro adattamento al cambiamento climatico non deve distruggere la natura, ma lavorare con lei. Alle Maldive non possiamo fermare le onde, ma possiamo alzarci con loro”. Da qui l’accostamento con il “caso Venezia”.
Di fatto, la città galleggiante “offre una nuova speranza al mezzo milione di persone che la abitano” e si trova a 10 minuti di barca da Malé, la capitale delle Maldive, una delle città più densamente popolate del mondo con oltre 200.000 persone che vivono in un'area di appena 8 chilometri quadrati.
La nuova città galleggiante, pertanto, fornirà case grandi, ariose e convenienti per la popolazione locale, ognuna con la propria vista sul mare e balcone. Arcipelago di 1.190 isole basse, le Maldive – si legge – sono “una delle nazioni più vulnerabili ai cambiamenti climatici” anche perché l'80% della sua superficie terrestre si trova a meno d’un metro sul livello del mare, che gli scienziati prevedono aumenterà fino a un metro entro il 2100.
Le unità modulari, infine, sono state realizzate in un vicino cantiere navale e trainate nella laguna di 200 ettari, dove sono ancorate al fondale e collegate tra loro in una serie di strutture galleggianti di forma esagonale: “Il 46% del consumo energetico delle Maldive proviene dall'aria condizionata, quindi la città risparmierà energia pompando acqua fredda da una profondità di 700 metri per raffreddare gli edifici. I pannelli solari forniranno elettricità e ogni quartiere avrà il proprio impianto di trattamento delle acque reflue con rifiuti riutilizzati come letame per le piante”. Chissà, un giorno anche Venezia, dopo che sarà sommersa dalle onde, come si preconizza, potrà forse rinascere su nuove basi.