AGI - Le proteste in Iran e la brutale repressione del regime degli ayatollah sono uno dei temi che ricorrono sulle prime pagine dei maggiori quotidiani internazionali.
Attenzione anche agli equilibri interni all’Ue, con il colloquio tra Macron e Scholz nel tentativo di ricomporre l’asse franco-tedesco molto indebolitosi per i contrasti sulla crisi del gas, e al rallentamento dei colossi hi-tech, che fanno sempre meno profitti.
Washington Post
L’Isis si sta espandendo nel Nord del Mozambico con una sanguinosa campagna di massacri di civili inermi per acquistare il controllo del territorio. Lo segnala il Washington Post in un reportage dalla città portuale mozambicana di Pemba, che costituisce il principale titolo della prima pagina. I jihadisti dello Stato islamico conducono tra villaggi isolati e foreste la loro cruenta invasione, ignorata dal mondo, come sottolinea il Post, con le atrocità che li contraddistinguono: decapitazioni, mutilazioni, torture, rapimenti di donne destinate a diventare schiave sessuali dei combattenti, arruolamento di bambini.
Secondo la ricostruzione del quotidiano, i morti sono già circa 4.000 e quasi 1 milione di persone sono fuggite dalle loro case. Altro tema in fascia alta, le elezioni di midterm con un’analisi sui democratici, spinti sempre più a giocare in difesa dall’aggressiva campagna dei candidati repubblicani, che contendono con decisione anche seggi tradizionalmente ‘liberal’ come a New York, nel New Jersey, e perfino nel Delaware, dove è sempre stato eletto al Congresso Joe Biden. Spazio anche all’Ucraina, con un titolo che parla di “preoccupazioni” degli alleati europei su un possibile indebolimento del sostegno degli Usa a Kiev in caso di vittoria dei repubblicani nelle imminenti elezioni americane.
New York Times
Una grande fotografia dà rilievo sulla prima pagina del New York Times alle proteste di ieri in Iran contro il regime islamico, una giornata “di lutto e disordini” soprattutto a Saqqez, la città di Mahsa Amini, morta per le percosse della polizia morale che l’aveva fermata perché non copriva interamente i capelli con il velo. Il giornale impagina in fascia alta anche una sua analisi sul cattivo andamento delle società hi-tech che “sentono il gelo economico con un calo delle vendite” e che potrebbero avere di fronte a sé “giorni duri”. Aziende come Google, Amazon, Microsoft, Meta, che “hanno trascinato l'economia statunitense negli ultimi dieci anni e hanno sostenuto il mercato azionario durante i giorni peggiori della pandemia” ora “stanno affrontando gli stessi problemi del resto dell'economia”, osserva il Nyt, secondo cui però non si tratta solo di un effetto della crisi economica globale: “Il loro improvviso rallentamento sta rivelando una debolezza. Le grandi aziende tecnologiche non hanno trovato un'idea davvero nuova e molto redditizia da anni. Nonostante anni di investimenti in nuove attività, Google e Meta fanno ancora affidamento principalmente sulla vendita di annunci pubblicitari. L'iPhone, 15 anni dopo aver sconvolto il settore, continua a guidare i profitti di Apple. Ciò ha lasciato alcune di esse vulnerabili dai nuovi arrivati rampanti come loro erano una volta”, diagnostica il Nyt. Tra gli altri argomenti in primo piano, le elezioni di midterm, l’Ucraina, e l’aumento delle sparatorie in Texas, favorito dalle leggi statali molto permissive in materia di armi.
Wall Street Journal
I manager delle società pubbliche americane perderanno i loro ricchi bonus nel caso commettano errori finanziari o gestionali. Lo prevede un nuovo regolamento approvato ieri dalla Sec, l’organismo di vigilanza sulla Borsa, e questa è la notizia principale sulla prima pagina del Wall Street Journal. La norma è passata a maggioranza, con il voto favorevole dei 3 componenti democratici della Sec e quello contrario dei due repubblicani: era prevista da una legge del 2010 ma finora la Sec non aveva emanato i dispositivi di attuazione.
Lo scopo è equiparare il settore pubblico a quello privato, ma con una severità aggiuntiva: è previsto, infatti, che le società potranno chiedere ai manager fallaci la restituzione dei bonus corrisposti nell’arco dei tre anni precedenti. In risalto anche la trimestrale negativa di Meta, che ha fatto ‘solo’ 27,7 miliardi di dollari di profitti con una un calo del 4% sull’anno e dell’1% rispetto al trimestre precedente, ed è stata subito penalizzata in Borsa chiudendo a -5,59% ma arrivando fino a -15% nelle contrattazioni after hours. La società che controlla Facebook e WhatsApp, spiega il Wsj, soffre per lo sfavorevole contesto macroeconomico globale, per la concorrenza di TikTok e per le ricadute dei cambiamenti nei sistemi di tracciamento degli annunci di Apple, che hanno messo a dura prova la sua massiccia attività pubblicitaria. Tra gli altri titoli, la corsa di Microsoft al metaverso, mentre la consueta grande fotografia è per la visita di Elon Musk nel quartier generale di Twitter a San Francisco con un lavandino in braccio: un gesto da molti interpretato come segno della sua volontà di concludere l’acquisizione dell’azienda.
Financial Times
I mercati sono stati rassicurati dall’insediamento del nuovo premier Rishi Sunak, si è allentata la pressione sui titoli del debito pubblico britannico, e il governo decide così di prendersi più tempo per definire il piano di riassetto dei conti pubblici. Avrebbe dovuto essere presentato il 31 ottobre dal riconfermato ministro del Tesoro, Jeremy Hunt, ma la scadenza è stata spostata al 27 novembre. E’ la notizia che il Financial Times mette in apertura, sottolineando che se Hunt “può respirare” e lavorare con più calma sulle misure per tappare un buco di 40 miliardi di sterline, la sua linea resta quella di tagli molto drastici della spesa. Lo stesso ministro ha parlato ieri di “scelte da far venire le lacrime agli occhi”. In evidenza anche “l’ondata di rabbia” in Iran, dove si intensificano e si ingrossano le proteste contro il regime innescate dalla morte della giovane Mahsa Amini, picchiata dalla polizia morale per non aver indossato correttamente il velo. C’è spazio, più in basso, anche per un titolo, velatamente critico, sulla legalizzazione della cannabis annunciata dal governo tedesco, secondo Ft “tra le preoccupazioni dei Paesi vicini”.
The Times
Il Times resta concentrato sul nuovo premier britannico Rishi Sunak, ma piuttosto che insistere sulle misure economiche che dovrà adottare per fronteggiare la crisi inflattiva e il buco di bilancio, il quotidiano londinese punta sui suoi piani di “radicali riforme nel campo dell’istruzione”. Citando fonti di Downing Street, il giornale scrive che questa è una “priorità” del primo ministro, il quale parlando con i suoi collaboratori ha detto che migliorare il sistema scolastico, universitario e formativo “è una pallottola d’argento delle politiche pubbliche”. Pochi i dettagli, ma Sunak, secondo il Times, pensa a un “nuovo diploma di maturità” e alla creazione di una “rete di istituti tecnici di elite”. Un titolo anche per l’immigrazione, con la polizia di frontiera “soverchiata” dagli sbarchi sulle coste della Manica: secondo quanto reso noto ieri, quest’anno sono giunti su piccole barche 10.000 albanesi “con l’aiuto delle loro gang con base in Francia”.
Le Monde
L’asse franco tedesco che “vacilla” è solo il più macroscopico segnale di come la guerra in Ucraina stia “mettendo alla prova l’indipendenza e la coesione” dell’Ue, secondo Le Monde, che apre oggi con “le nuove fratture dell’Unione Europea”, dove “le divergenze di opinione arrivano nel momento peggiore, mentre Vladimir Putin mette alla prova la solidarietà europea e la leadership franco-tedesca è contestata tra i Ventisette”. Le “divergenze”, che hanno portato “a un punto molto basso” le relazioni fra Francia e Germania a soli tre mesi dal ‘patto dell’Eliseo’ con cui si erano impegnate a una partnership sempre più stretta con riunioni congiunte dei loro governi, “hanno molte cause”, scrive il giornale, che le imputa tutte a Berlino: “L'invasione russa dell'Ucraina ha infranto le certezze tedesche su cui il Paese aveva costruito la sua prosperità.
Tra la fine dell'accesso all'energia a basso costo dalla Russia e la pace in pericolo in Europa, la Germania deve reinventare il suo modello economico, improvvisando un ruolo geopolitico a cui aveva rinunciato dopo la capitolazione del 1945. Questo è un vero terremoto, che non poteva non rimescolare profondamente le carte del rapporto con la Francia”. Ma la freddezza tra Parigi e Berlino “contribuisce a minarne la credibilità e la legittimazione a dare la linea della politica europea”, nota Le Monde, convinto che Macron e Scholz debbano invece “concentrarsi sulle convergenze possibili per rilanciare una dinamica senza la quale l’Ue rischia di sgretolarsi”.
Le Figaro
“In Iran la gioventù non si piega davanti alla brutalità dei mullah”: con questo titolo di apertura Le Figaro mette in rilievo le imponenti proteste di ieri in varie città della Repubblica Islamica, a 40 giorni, il periodo musulmano di lutto, dalla morte della ventiduenne Mahsa Amini picchiata dalla morale polizia perché portava il velo senza coprire completamente i capelli. Decine di migliaia di uomini e donne hanno marciato in corteo verso la sua tomba a Saqqez malgrado la “feroce repressione”, e “il vento d’inedita rivolta che fa tremare la Repubblica islamica rivela il volto di una nuova generazione, nata negli anni 2000, la cui passione e i cui gesti di ribellione prendono alla sprovvista un regime che credeva, a torto, di poterla imbavagliare”, scrive Le Figaro. Il giornale è attento anche all’inflazione in vista delle decisioni della Bce sui tassi, attese per oggi: l’Eurotower, sottolinea il quotidiano, deve dare una risposta al dilemma “se sia meglio un rialzo dei prezzi che corrode il potere d’acquisto o un callo della crescita che indebolisce l’intera economia”.
El Pais
Il governo spagnolo prepara una riforma del codice penale che dimezzerebbe le pene per il reato di “sedizione” (che nel diritto italiano corrisponde a quello di “associazione sovversiva”): lo ha appreso El Pais, che mette la notizia in apertura. Ne hanno parlato i leader di tutti i partiti della coalizione, dove è emerso un largo accordo che, scrive il giornale, garantirebbe alla riforma “una maggioranza chiara e ampia di almeno 186 voti per affrontare e approvare al Congresso una riforma del codice penale per ridurre della metà la pena per il reato di sedizione”.
Contrari solo la destra e JuntsxCat, il partito catalano guidato dall'ex presidente regionale Carles Puigdemont, scappato in Belgio per sfuggire al processo per il tentativo di secessione dalla Spagna, e che “potrebbe essere uno dei grandi beneficiari personali di quella riforma”, rileva El Pais. In risalto sulla prima pagina anche le crescenti proteste con il regime teocratico in Iran, e Putin che “tenta di intimidire l’Occidente con una simulazione di attacco nucleare”.
Frankfurter Allgemeine Zeitung
L’incontro tra Macron e Scholz per un tentativo di saldatura dell’asse franco-tedesco incrinatosi “a causa della crisi energetica” è l’apertura della Frankfurter Allgemeine Zeitung: dopo il colloquio di tre ore all’Eliseo, “Berlino vede una crescente convergenza con Parigi”, assicura il titolo del quotidiano, che evidenzia le dichiarazioni del cancelliere su un confronto “amichevole e costruttivo”. Tuttavia, il presidente francese non ha voluto una dichiarazione finale congiunta. Anche un altro tema caldo della politica estera è in posizione di spicco, le relazioni con la Cina, che sono il sottofondo dell’acquisto, da parte della cinese Cosco, del 24,9% della tedesca HHLA, operatore di uno dei quattro terminal del porto di Amburgo. L’azienda cinese puntava al 35%, e nel governo c’erano voci nettamente contrarie all’operazione. Alla fine, ha prevalso la linea di Scholz di autorizzare l’acquisizione del 24,9%, “per non scontentare l’imperatore Xi Jinping” e renderlo maldisposto, compromettendo così l’esito della missione che il cancelliere intraprenderà nei prossimi giorni a Pechino, nota criticamente la Faz, auspicando che “la Germania non ripeta con la Cina gli stessi errori fatti con la Russia”.
China Daily
Gli echi del ventesimo congresso del Partito comunista cinese restano in evidenza sul China Daily, che presenta tra gli altri servizi di primo piano un focus sull’andamento dell’economia della Repubblica popolare nell’ultimo decennio sotto la guida del riconfermato leader Xi Jinping. “Il contributo della Cina alla crescita mondiale nei passati dieci anni è stato superiore a quello dei Paesi del G7”, scrive il giornale, che cita dati della Banca Mondiale secondo cui il Pil cinese ha rappresentato il 38,6% dell’incremento complessivo di quello globale nel periodo tra il 2013 e il 2021.
“La Cina sta svolgendo un ruolo sempre più cruciale e influente nel guidare la ripresa economica globale in un contesto fosco e in un ambiente internazionale più complicato e cupo, e gli ultimi indicatori economici, migliori delle attese, suggeriscono un costante rimbalzo nonostante fattori imprevisti”, afferma il quotidiano, che ha interpellato diversi economisti, non solo cinesi, tra i quali l’ex ministro brasiliano Alessandro Texeira, che è stato docente in varie università americane e britanniche. Secondo gli esperti, sottolinea l’articolo, “la Cina sta adottando e preparando molte misure per espandere i consumi, rafforzare l'imprenditorialità e aiutare le aziende a prendere slancio, offrendo enormi opportunità di crescita per vari stakeholder”, e si può dunque “ritenere che l'economia cinese continuerà a migliorare, grazie a un forte sostegno politico”.
Quotidiano del Popolo
Un tema di politica estera, gli equilibri nella regione dell’Asia-Pacifico, fa capolino sul People’s Daily, edizione in inglese dell’organo ufficiale del Partito comunista cinese, tra i numerosissimi servizi ancora oggi riservati agli esiti del ventesimo congresso del Pcc. Il giornale rivolge la sua attenzione all’Aukus, il patto di sicurezza trilaterale sottoscritto poco più di un anno fa tra Australia, Gran Bretagna e Stati Uniti, e sostiene che “sentendosi ingannate, molte parti interessate hanno scoperto che il patto mette sempre più in pericolo, anziché promuovere, la pace e la sicurezza regionali”.
Il giornale cita, in particolare, la Francia, i cui sottomarini convenzionali in dotazione alla Marina australiana saranno adesso sostituiti, con la perdita di “un lucroso contratto”, che ha fatto “infuriare” il ministro della Difesa di Parigi. Mentre per i Paesi dell'Asean, secondo il giornale, l’Aukus “rappresenta un accordo deludente, se non rischioso” perché “ha accresciuto il rischio di proliferazione nucleare nella regione del Pacifico e ha notevolmente minato gli sforzi decennale degli Stati regionale per preservare una zona libera dalle armi nucleari”, a dispetto della dichiarazione congiunta con coi Usa, Australia e Regno Unito hanno assicurato, nell’anniversario dell’Aukus, di voler garantire “il più alto livello di sicurezza nucleare”. Il patto trilaterale, conclude l’articolo, “non è altro che un agitare di sciabole in un atto di forza da parte degli alleati anglosassoni, che calpesta le regole internazionali e interrompe la risoluzione pacifica delle controversie”.