AGI - La designazione di Rishi Sunak a nuovo premier britannico è la notizia dominante sulle prime pagine dei maggiori quotidiani internazionali, che ne sottolineano diverse sfumature: in alcuni casi, le più esteriori, come l’essere il primo uomo di colore a capo del governo di Londra, o il più ricco inquilino di Downing Street; in altri casi, le più politiche, come la sua debolezza interna perché oltre 150 parlamentari conservatori non hanno votato a suo favore e potrebbero quindi essere pronti a rendergli la vita difficile; in altri casi ancora, le più programmatiche, come gli aumenti delle tasse e i tagli della spesa che dovrà decidere per tappare un buco da 40 miliardi di sterline nei conti pubblici.
Washington Post
Rishi Sunak è “la prima persona di colore” a diventare capo del governo in Gran Bretagna: questo dettaglio all’insegna del totalmente politically correct ritiene di sottolineare il Washington Post nel principale titolo della sua prima pagina, dedicato al terzo premier in meno di due mesi insediato a Londra dei conservatori dilaniati da lotte intestine e alle prese con una situazione finanziaria critica.
La scelta di Sunak, definito “un maghetto di 42 anni, ex ministro del Tesoro ed ex manager di hedge fund, più ricco dei regnanti”, e la cui nomina ha coinciso con la festa Diwali, una delle maggiori della religione indù di cui è praticante, “è particolarmente significativa in un Paese che a volte ha faticato per fare i conti con il retaggio del suo passato colonialista” in India, dove ha governato per quasi un secolo, dal 1858 al 1947.
Così, racconta il Post, a Southall, il quartiere di Londra noto anche come ‘little India’ per l’alta densità di abitanti di origine indiana o comunque sud asiatica, Sunak è stato festeggiato anche da chi vota laburista, come simbolo di una riscossa etnica che “apre la porta a tutti gli asiatici in politica”, e il premier indiano Narendra Modi lo ha salutato come “il ponte vivente degli indiani del Regno Unito” con lavorare per “trasformare il nostro legame storico in una partnership moderna”.
Concentrato su questa svolta “in una leadership che è sempre stata molto razziale”, il giornale segnala solo di sfuggita che il nuovo premier dovrà “rimettere in ordine i conti pubblici e un debito stratosferico”, e salvare la Gran Bretagna da “un pericolo reso più grave da Liz Truss con i suoi tagli fiscali per i ricchi che avrebbero raddoppiato il debito”. Tra gli altri temi, l’Ucraina con due titoli, uno di cronaca e l’altro politico, sulla lettera con cui molti deputati democratici americani chiedono che si torni al dialogo con la Russia per giungere a una pace.
New York Times
La designazione a premier di Rishi Sunak segna “la svolta etnica di un uomo ricco” e allo stesso tempo fa “rimbalzare la sterlina e titoli del Regno Unito”: su questo mette l’accento il New York Times nei due servizi dedicata alla notizia, che ha il posto d’onore in prima pagina. Sono circa un milione e mezzo, rileva il Nyt, le persone di origine indiana che vivono in Gran Bretagna e “ciò rende il trionfo di Sunak una pietra miliare” per la comunità “la cui lunga lotta contro il razzismo e il pregiudizio è stata raramente una questione primaria nella politica britannica”.
Tuttavia, scrive il giornale, pur se “ha sempre espresso orgoglio per le sue origini indiane”, Sunak “non le ha messe al centro del suo messaggio politico, concentrandosi invece sulla sua esperienza nella finanza, e i media britannici non si sono soffermati sulla sua etnia. Invece, sono l'educazione d'élite e l'estrema ricchezza di Sunak che hanno attirato l'attenzione - e sono diventate una sorta di responsabilità politica in una società notoriamente divisa da tensioni di classe”. Il nuovo premier, osserva il quotidiano, “affronterà la più grave crisi economica in Gran Bretagna da una generazione, e lo farà alla guida di un partito conservatore gravemente fratturato”, e ciò “richiederà capacità politiche sottili almeno quanto quelle che hanno permesso a Sunak di destreggiarsi nella competizione per la leadership”.
Wall Street Journal
L’arrivo di Rishi Sunak a Downing Street è “storico” perché è il primo premier di colore in Gran Bretagna, ma, detto ciò, quel che conta per il Wall Street Journal, è che Sunak s’insedia dopo che Liz Truss ha fatto affondare la sterlina a un minimo storico e costretto la Banca d'Inghilterra a intervenire sui mercati obbligazionari per stabilizzare i titoli del debito pubblico britannico.
Nel suo articolo di apertura, il Wsj nota che “i mercati finanziari hanno reagito positivamente alla nomina di Sunak”, la sterlina ha leggermente recuperato sul dollaro e i rendimenti del gilt decennale sono calati drasticamente. Sunak dunque, almeno per ora, ha tranquillizzato gli investitori ma “il suo governo dovrà affrontare decisioni difficili e impopolari sulla spesa” e “potenzialmente aumentare alcune tasse per colmare un disavanzo delle finanze pubbliche stimato di 40 miliardi di sterline, equivalenti a 45 miliardi di dollari”, sottolinea il giornale, secondo cui “è probabile che la sua prudenza fiscale allevi la pressione sulla Banca d'Inghilterra per aumentare drasticamente il tasso di interesse di riferimento dal 2,25%”.
In generale però, “la prospettiva è cupa” e venerdì scorso Moody’s ha scalato l’outlook di Londra da stabile a negativo, e “a differenza della maggior parte degli altri paesi ricchi, l'economia del Regno Unito deve ancora tornare alla sua dimensione prepandemica: “Sunak probabilmente dovrà affrontare un inverno di malcontento poiché l'inflazione, alimentata dall'aumento dei costi energetici della guerra in Ucraina, cresce più rapidamente dei salari e prende piede una possibile recessione”.
Perciò è prevedibile che “che le prime fasi del suo mandato siano punteggiate da scioperi dei lavoratori e contrasti sulla necessità di blackout elettrici”. Tra gli altri argomenti di prima pagina, un’analisi sulla reazione negativa delle Borse cinesi alla conferma di Xi Jinping per un terzo mandato al vertice della Repubblica popolare: l’indice Nasdaq Golden Dragon, listino delle società cinesi quotate a New York, ha perso il 14% scivolando al valore più basso dal 2013.
Financial Times
Sunak promette di “mettere sotto controllo l’economia” e i mercati attendono “il dividendo dell’ottusità” dopo le turbolenze causate da Liz Truss: così il Financial Times titola a tutta pagina sulla nomina “del più giovane premier del Regno Unito nella storia recente e il primo non bianco”.
Troverà a Downing Street un carico di dossier “pesante”, primo tra tutti il buco da 40 miliardi di pound nei conti pubblici: Jeremy Hunt, nominato ministro del Tesoro dalla Truss negli ultimi giorni in un estremo tentativo di sopravvivere, preme perché venga mantenuto l’impianto della manovra fiscale da lui abbozzata e che va presentata entro il 31 ottobre. Si tratta di una miscela di aumenti delle imposte e tagli della spesa, primi passi di un piano quinquennale per rimettere a posto il bilancio, ricorda Ft, e scrive che i conservatori confidano che Sunak vi si attenga: per i Tory l’accoppiata Hunt-Sunak è garanzia di quel “conservatorismo fiscale” che potrà rassicurare i mercati. Un’opinione analoga, riporta il giornale, ha il vice governatore della Bank of England, sir Dave Ramsden: “Si sta recuperando credibilità, perlomeno sul titolo di riferimento (il buono del Tesoro a 10 anni, ndr), ma bisogna continuare su questa strada”, ha affermato. Più in basso, il quotidiano della City dà spazio al ribasso delle Borse in Cina dopo la conferma di Xi Jinping per altri cinque anni al vertice del Partito e dello Stato.
The Times
Spazio soltanto per Rishi Sunak sulla prima pagina del Times, che punta il suo titolo sul passaggio più politico del discorso del nuovo premier designato: ai Tory ha detto che la sfida adesso è “unirsi o morire”, facendo appello a ritrovare la compattezza interna e cessare le furibonde lotte intestine degli ultimi mesi. E, nota il giornale, ha subito dato l’esempio in prima persona rivolgendo “cospicui elogi” non solo a Liz Truss, ma anche a Boris Johnson e a Penny Mordaunt, che si sono entrambi ritirati dalla corsa per la leadership spianandogli la strada.
Il Times si esercita nel toto ministri e prevede che Sunak darà spazio a tutte le componenti del partito. Secondo il giornale, Jeremy Hunt sarà confermato ministro del Tesoro per definire la manovra fiscale da lui intrapresa negli ultimi giorni del governo Truss per rimediare agli strafalcioni della premier, un “ruolo di primo piano” avranno anche Penny Mordaunt e Suella Braverman, esponente della destra Tory più dura e ministra dell’Interno con la Truss. Il nuovo leader punta a rivitalizzare il partito, a picco nei sondaggi, e nel suo discorso ai parlamentari che lo ha designato ha cercato di infondere ottimismo: “Ci sono due anni prima delle elezioni, abbiamo il talento, l’energia e le idee. Ma abbiamo un solo colpo. Non c’è una seconda possibilità. E’ un momento in cui è in gioco la nostra esistenza. Dobbiamo unirci o morire”.
Le Monde
Rishi Sunak era ancora “sulla soglia di Downing Street” ma non ancora ufficialmente designato premier quando Le Monde ha chiuso, nel primo pomeriggio, la sua edizione cartacea, e la cui apertura perciò non è sul nuovo leader britannico, ma sul vecchio leader cinese, Xi Jinping. Dopo essere stato confermato al vertice per un terzo mandato di cinque anni, Xi “rafforza la sua linea dura”, titola il giornale, che evidenzia come al ventesimo congresso del Partito comunista siano stati “messi da parte” i moderati, come l’ex premier Li Keqianq o l’ex presidente Hu Jintao “umiliato pubblicamente”, mentre i sei uomini più vicini a Xi sono tutti “intransigenti sulla questione di Taiwan”.
Le Monde segnala che adesso “per i Paesi occidentali c'è un grande rischio di trovarsi presto di fronte a una Cina più arrogante diplomaticamente, più offensiva militarmente, meno aperta economicamente e ideologicamente ripiegata su se stessa”, e dunque “non dovrebbero farsi illusioni. Non saranno in grado di cambiare la Cina dall'esterno e la stragrande maggioranza dei cinesi, anche se non si fa illusioni sul PCC, non ha né il desiderio né i mezzi per opporsi alle sue politiche. Dobbiamo quindi – conclude il giornale - mostrare realismo consapevoli che la Cina, più leninista che mai, conosce solo gli equilibri di potere e non ha eguali nel dividere e indebolire i suoi interlocutori, in particolare gli europei. Di fronte alla Cina, anche la Germania non può pretendere di farcela da sola”.
Le Figaro
Rishi Sunak è “l’atout dei conservatori per rimettere in piedi il Regno Unito”, dice il titolo di Le Figaro, secondo cui il nuovo premier “è l’ultima speranza” per i Tory, come egli stesso ha mostrato di sapere bene quando nel suo breve discorso ai parlamentari ha fatto appello a “unirsi o morire”. Il nuovo premier si trova certo ad affrontare "profonde difficoltà economiche" ma, nota Le Figaro, “l'altra grande sfida sarà placare un Partito conservatore minato da ambizioni personali e fratturato ideologicamente, che non è riuscito a riprendersi dalle lacerazioni della Brexit”. Dunque, “il rischio per Sunak è di trovarsi rapidamente di fronte a un'insidiosa opposizione interna.
I lealisti di Johnson non gli perdonano di aver fatto cadere il primo ministro lanciando il valzer delle dimissioni lo scorso luglio. E questo strano scrutinio interno per un candidato sarà un punto debole fin dalle prime difficoltà per Sunak, che rischierà di vedere messa in discussione la sua legittimità”, sottolinea il giornale. Tanto più che “nonostante il forfait in questa competizione, Boris Johnson rimane in agguato e spera un giorno di essere richiamato come salvatore”.
El Pais
Rishi Sunak “è il quinto premier della Brexit”, osserva nel suo titolo di apertura El Pais, per sottolineare così che dal referendum per l’uscita dall’Ue i conservatori britannici sono divorati da lotte interne di potere il cui risultato è stata un’elevata instabilità politica. Fatto ben chiaro al leader designato, che nel suo primo discorso ha parlato della "profonda sfida economica" che deve affrontare il Regno Unito e della "stabilità e unità" di cui il Paese ha bisogno. Si tratta, scrive El Pais, di “un compito erculeo per il quale Sunak avrà poco tempo, ei cui principali giudici saranno i mercati e i membri del suo gruppo parlamentare.
Nonostante abbia conquistato il potere con l'avallo di 193 parlamentari, il gruppo è composto da 357 deputati e qualsiasi tentativo di ribellione, anche di poche decine di essi, lo rende ingovernabile”, osserva il quotidiano spagnolo, e ricorda la frase di Abraham Lincoln secondo cui "nessuno può governare su una casa divisa". In questa scomoda posizione, secondo El Pais, si trova Sunak, che ha avuto un consenso maggioritario tra i parlamentari “ma non ha il sostegno compatto, completo e incondizionato di cui ha goduto Boris Johnson dopo aver vinto le elezioni generali del 2019”.
Dunque, per il neo premier “ogni iniziativa legislativa sarà una corsa in salita per evitare che il voto venga interpretato come un voto di fiducia a un governo debole”. Ha conquistato Downing Street “perché i suoi compagni lo hanno visto come l'ultima possibilità per restare al potere e non farsi travolgere dalle urne”, ma “la sua situazione è di estrema debolezza.
Non c'è nel partito una corrente di sunakisti che lo sostiene; la sua elezione non è stata accolta favorevolmente dalla maggioranza dei cittadini, che preferirebbero votare; e i mercati, nonostante le sue credenziali economiche, sembrano riluttanti a trattarlo come uno di loro. I titoli del Tesoro sono aumentati di valore alla notizia dell'elezione di Sunak, e questo è un buon segno, poiché gli investitori vedono un ritorno sulla strada della responsabilità fiscale. Ma continuano a tenere sotto stretta sorveglianza un Paese che, oggi, è diventato il malato d'Europa”, conclude El Pais.
Frankfurter Allgemeine Zeitung
Il nuovo premier britannico potrebbe sostituire la gran parte dei ministri del gabinetto Truss, perché “vuole ripristinare l’unità” del partito conservatore e quindi mettere in squadra esponenti di primo piano di tutte le correnti interni: questa l’analisi della Frankfurter Allgemeine Zeitung, nella sua apertura sulla nomina di Rishi Sunak. “Un altro dramma britannico volge al termine, e ancora una volta viene da chiedersi se questo sia davvero il finale.
I Tory hanno scelto il candidato più abile in Rishi Sunak, eppure il suo primo ministro inizia all'ombra di numerose questioni irrisolte, non solo economiche”, sottolinea la Faz, ed evidenzia che Sunak “anche se il suo partito, diventato nevrotico, lo lasciasse tranquillo per un po', deve affrontare compiti enormi. In tempi normali, avrebbe avuto 100 giorni di tranquillità ad attenderlo, anche in riconoscimento del fatto che un politico di origine indiana per la prima volta è al governo del regno.
Questo – scrive il quotidiano tedesco - è davvero un punto di svolta, non solo per la Gran Bretagna, ma per tutti i Paesi occidentali di immigrazione. Ma a Londra non c'è quasi tempo per tali considerazioni. L'economia britannica è in una spirale discendente, alla quale, a seconda del punto di vista, hanno contribuito la Brexit, la politica della corona finanziata dal debito, la guerra in Ucraina o il "mini-budget" dilettantesco del governo Truss”. Dunque, Sunak dovra mettere subito mano a “misure di emergenza”, prevedibilmente impopolari.
China Daily
Tra i primi atti di Xi Jinping dopo la sua conferma al vertice della Cina per un terzo mandato di cinque anni, c’è un messaggio rivolto ieri alle forze armate per richiamarle a completare la loro trasformazione in una difesa “di livello mondiale”. La notizia si trova in primo piano sul China Daily, che enfatizza l’esortazione del leader ai vertici militari per il raggiungimento “degli obiettivi fissati dal Comitato centrale del Pcc per le forze armate da raggiungere entro il 2027, l'anno che segna il centenario dell’Esercito popolare di liberazione”, che sono “prerequisiti strategici per rendere la Cina una nazione socialista modernizzata”.
Xi, che è anche capo delle forze armate, afferma che tutti i militari “devono avere una comprensione approfondita del pensiero del Partito sul rafforzamento dell'esercito, studiare attentamente l'essenza del pensiero e trasformarlo nel loro impulso interiore per costruire un esercito di livello mondiale”. Dunque, “comandanti, ufficiali e soldati dovrebbero lavorare e allenarsi duramente per svolgere i loro compiti per contribuire al completamento degli obiettivi del centenario”.
Quotidiano Del Popolo
Concluso il ventesimo congresso del Pcc con l’intronizzazione di Xi Jinping per un terzo mandato alla guida della Repubblica popolare, il People’s Daily, edizione in inglese dell’organo ufficiale del Partito comunista cinese, si concentra in un bilancio delle assise, arricchito da un florilegio di commenti e da servizi sulle valutazioni espresse all’estero. Il partito, si legge in uno dei servizi, ha eletto la sua nuova leadership, che guiderà la nazione più popolosa del mondo nel suo nuovo viaggio verso un grande Paese socialista moderno sotto tutti gli aspetti”, e Xi ha presentato sul palco “accolto da applausi estasiati”, i sei nuovi componenti del massimo organismo di vertice del Pcc, ossia il “comitato permanente dell’ufficio politico del comitato centrale”, nella bizantina onomastica del partito.
Quel viaggio, "pieno di glorie e sogni", vedrà la Cina “avanzare verso l’obiettivo del bicentenario e abbracciare il grande ringiovanimento della nazione”. Il Pcc “mira a realizzare fondamentalmente la modernizzazione socialista dal 2020 al 2035 e a trasformare la Cina in un grande paese socialista moderno che sia prospero, forte, democratico, culturalmente avanzato, armonioso e bello”, assicura il quotidiano, secondo cui “la seconda economia più grande del mondo sta camminando su un modello di modernizzazione mai visto prima”.