AGI - Il Burkina Faso si sta allineando al Mali. La giunta militare alla guida del paese è sempre di più sollecitata – dalla società civile e dai politici - a cambiare strategia nella scelta dei suoi partener e a abbandonare gli alleati storici, i francesi.
Una svolta che porterebbe, nel Sahel, alla creazione di un blocco solido anti-francese e, soprattutto, un avvicinamento alla Russia che sta consolidando la sua presenza in tutta la regione.
Il sentimento anti francese, che ha portato alla cacciata della Francia dal Mali, sta montando anche in Burkina Faso dove l’Istituto francese di cultura della capitale Ouagadougou è stato preso d’assalto dai manifestanti e saccheggiato.
L’ex primo ministro ed ex presidente ad interim del Paese, Isaac Zida, si è allineato con l’uomo forte del Burkina Faso, il capitano Ibrahim Traoré, che ha deposto il 30 settembre il suo predecessore e compagno d’armi Damiba.
Una presa di posizione che è accompagnata dalla necessità, secondo Zida, di una nuova partnership con la Russia per far fronte all’insurrezione jihadista nel paese: “Per riuscire in questa riconquista c’è una scelta da fare, quella di una nuova partnership strategica.
La Russia, come partner, fornirà al Burkina Faso l’equipaggiamento militare necessario per affrontare questa insurrezione come sta avvenendo nel vicino Mali” dove i russi riforniscono le forze armate con “aerei da ricognizione, veri e propri elicotteri da combattimento, armi di ultima generazione e molti altri mezzi”.
Ai mezzi si andrebbero anche ad aggiungere gli uomini necessari per l’addestramento delle truppe e i mercenari della Compagnia Wagner per il contrasto sul campo dei jihadisti. Avanguardie dei mercenari sono già presenti nel paese, anche se le autorità negano. Zida, inoltre, sostiene che una partnership con la Russia potrebbe dare nuovo vigore alla lotta antiterrorismo, anche perché “non tutti i nostri soldati sono dotati di un’arma individuale” per non parlare “dei volontari mobilitati, che a volte vanno incontro al nemico armati solo del loro coraggio e dei loro amuleti”.
Tutto ciò per l’ex presidente ad interim è uno scandalo considerato “il budget che ogni anno viene garantito alla Difesa. Tutto ciò fa pensare che ci sia un vasto progetto di annientamento graduale di questo paese”.
E il riferimento, nemmeno troppo velato, come è accaduto in Mali, è alla Francia che da questi regimi golpisti è stata accusata di “connivenza” con i jihadisti.
Le pressioni per un legame più deciso con Mosca arrivano anche dalla cosiddetta società civile. Il movimento burkinabé “Pro Russes Burkina” ha inviato le nuove autorità del paese a “diversificare i partner strategici”, indicando in particolare la Russia come nuovo fronte da esplorare.
Barthelemy Zaongo, portavoce del movimento pro Russia, ha spiegato che “non esistono partner buoni o cattivi” e che bisogna “sapere negoziare le partnership: i rapporti stato-stato sono fatti su interessi comuni”.
Il portavoce di Pro Russes Burkina, tuttavia, sostiene che senza “la coesione sociale sarà difficile risolvere l’equazione del terrorismo, anche se Mosca ci accompagnasse sul campo geomilitare perché la nostra crisi è prima di tutto interna”, ma la Russia potrebbe dare una mano decisiva al paese, anche su questo fronte.
Per la Francia, ex potenza coloniale, il clima del paese sta diventando sempre più ostile, tanto da indurre l’ambasciatore francese a Ouagadougou, Luc Hallande, ha chiedere a tutti i cittadini francesi di “esercitare la massima cautela nei giorni a venire”.
L’ambasciata francese e i centri culturali della capitale e di Bobo-Dioulasso sono stati presi di mira e saccheggiati durante le manifestazioni di sostegno al nuovo uomo forte del Burkina Faso, il capitano Traorè.
Hallande ha invitato i cittadini francesi a limitare i propri spostamenti allo stretto necessario, a evitare assembramenti e a rimanere attenti ai messaggi di sicurezza: “Ci siamo preparati per ogni evenienza e saremo in grado di reagire se necessario, con calma e determinazione per garantire la sicurezza della nostra comunità”.
L’Ambasciata di Francia e gli Istituti di Francia in Burkina Faso resteranno chiusi fino a nuovo avviso. Intanto il centro nord del paese rimane in balia delle milizie jihadiste che moltiplicano gli attacchi alla popolazione e alle postazioni dell’esercito che sembra incapace di reagire e mettere in sicurezza questi territori, alcuni dei quali sono totalmente nelle mani dei gruppi armati come la città di Samou a est del paese.
Un gruppo armato di stampo islamista avrebbe imposto la chiusura di tutte le chiese, il divieto di possesso, vendita e assunzione di alcol, l’allevamento di suini e l’adozione di un preciso codice di abbigliamento sia per gli uomini sia per le donne. Gli uomini dovranno farsi crescere la barba e le donne dovranno indossare il velo integrale.