AGI - Il tenente colonnello Roman Malyk, responsabile della mobilitazione dei riservisti russi da inviare in Ucraina, è stato trovato impiccato nella sua abitazione, in un villaggio nella regione di Primorsky. Lo riferiscono alcuni media internazionali, tra cui il Mirror e l'Hindustan Times. La polizia ha aperto un'indagine e ha definito "sospette" le circostanze della morte del quarantanovenne. Gli inquirenti non escludono il suicidio.
Il corpo dell'ufficiale, veterano della Cecenia e padre di due figli, è stato trovato nel cortile della sua casa, vicino a una palizzata. Gli amici e la famiglia di Malyk, che si occupava dei reclutamenti nella regione sudorientale del Territorio del Litorale (Primorsky Krai), hanno smentito con decisione che il tenente colonnello possa essersi tolto la vita, descrivendolo come "un uomo forte e coraggioso".
La mobilitazione decisa dal Cremlino, che intende chiamare alle armi fino a 300 mila uomini per spedirli in Ucraina, ha portato migliaia di russi a fuggire all'estero. La reazione rabbiosa di parte della popolazione ha visto fino a 70 uffici per la coscrizione attaccati con bottiglie molotov.
Lo svuotamento degli uffici pubblici di Kherson
I russi "stanno intensificando le misure di filtraggio nella regione di Kherson e stanno iniziando il processo di evacuazione delle cosiddette istituzioni statali". È quanto riferisce lo stato maggiore di Kiev sulla sua pagina Facebook. "Secondo le informazioni disponibili, dipendenti e proprietà di banche e di un fondo pensione vengono portati da Kherson nel territorio temporaneamente occupato della Repubblica autonoma di Crimea", comunica lo stato maggiore, il quale ha riferito inoltre che "il livello dello stato morale e psicologico della popolazione nelle aree di confine della Federazione Russa è notevolmente diminuito".
"In particolare", prosegue il comunicato, "ciò è causato dalla mancanza di cure mediche per i civili". "Secondo le informazioni disponibili, a causa della mobilitazione degli operatori sanitari e dell'aumento del flusso di feriti, ai civili vengono negati i servizi medici negli ospedali dell'Oblast di Belgorod", sostiene lo stato maggiore ucraino.
La grande fuga in Corea del Sud
I russi in fuga si stanno spingendo fino in Corea del Sud per scongiurare il rischio di essere costretti a combattere in Ucraina. La Nbc riporta che, dall'annuncio del Cremlino, 23 cittadini russi su cinque barche hanno raggiunto il Paese asiatico ma a solo due di loro è stato concesso l'ingresso.
An Ho-young, un deputato del Partito Democratico della Corea del Sud, all'opposizione, ha spiegato all'emittente statunitense che i 23 russi avevano richiesto un visto turistico, negato a 21 di loro in quanto avevano con loro "documentazione insufficiente" e il loro viaggio aveva un "obiettivo poco chiaro". Le due persone ammesse erano invece in possesso di documenti dai quali era emerso che erano già stati in precedenza in Corea del Sud.
"È probabile che la Corea stia diventando uno scalo intermedio poiché sempre più persone tentano di fuggire dalla Russia", ha osservato An, secondo il quale è "urgente" che il governo di Seul prepari misure per gestire un potenziale afflusso di uomini in fuga dalla mobilitazione, "come procedure specifiche per gestire ciò che potrebbe trasformarsi in una questione diplomatica e di diritti umani".
Ai cittadini russi è consentito l'ingresso senza visto in Corea del Sud ma i funzionari dell'immigrazione possono negare loro l'ingresso. Le migliaia di uomini in età militare che si sono affrettati a lasciare la Russia per evitare la leva si sono riversati in Paesi confinanti come Georgia, Mongolia e Kazakistan o in destinazioni più lontane come la Turchia.
Gli ingorghi ai valichi di frontiera e il tutto esaurito sui voli internazionali stanno ora spingendo alcuni renitenti a scegliere mete ancora più remote pur di evitare di andare a combattere in Ucraina. I media statunitensi, ad esempio, hanno riferito di alcuni cittadini della Federazione che hanno cercato rifugio negli Stati Uniti raggiungendo l'Alaska in barca.
Intanto sul fronte militare quattro civili sono rimasti feriti nei bombardamenti dell'esercito di Kiev sulla regione russa di Belgorod, ai confini con l'Ucraina. Lo riferisce su Telegram il governatore dell'Oblast, Vyacheslav Gladkov. Il ministero della Difesa russo ha annunciato la distruzione di tre posti di comando e cinque depositi di munizioni delle forze ucraine, tra cui uno a Zaporizhzhia. "Attacchi dell'aviazione tattica e dell'esercito, delle forze missilistiche e dell'artiglieria nelle ultime 24 ore hanno colpito tre posti di comando nelle vicinanze di Koroviy Yar e Nikiforovka nella Repubblica popolare di Donetsk e Novoosinovo nella regione di Kharkov, oltre a 42 unità di artiglieria nelle loro posizioni e truppe e materiale militare in 141 siti", ha precisato il portavoce della Difesa russo Igor Konashenkov.