AGI - Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha dichiarato oggi che "non c'è tempo da perdere" per dar vita al progetto del leader russo Vladimir Putin, che vorrebbe fare della Turchia un hub del gas diretto verso l'Europa.
In base a quanto dichiarato da Erdogan, dopo l'incontro con Putin in Kazakistan, i governi dei due Paesi hanno già dato ordine alle istituzioni coinvolte nel piano per compiere studi tecnici e piani di fattibilità. Per Erdogan l'area migliore è la Tracia turca, regione a nord di Istanbul che confina con la Grecia e con la Bulgaria, dove già esistono strutture per lo smistamento del gas, anche se non adatte a una distribuzione su scala internazionale.
Dopo le esplosioni che hanno colpito le infrastrutture russe del gasdotto Nord Stream il presidente russo, che ha accusato l'Ucraina di un atto di terrorismo, ha lanciato solo due giorni fa l'idea di aumentare l'export di gas attraverso il gasdotto Turk Stream, inaugurato nel 2020, operativo nel passaggio di gas attraverso il Mar Nero.
Un progetto che farebbe della Turchia il centro di smistamento dell'export di gas verso l'Europa. "Con il presidente Putin abbiamo dato ordine ai ministeri dell'Energia e le istituzioni preposte per condurre degli studi congiunti di cui le parti saranno tenute al corrente. Bisogna ora individuare i luoghi adatti. Non abbiamo tempo da perdere", ha detto Erdogan, che fino ad oggi sul piano aveva taciuto. Putin, allo stesso tempo, punta a cercare rotte piu' affidabili per lo smistamento del gas verso l'Unione Europea e guarda alla Turchia come Paese intermediario per creare un hub che permetta di fissare i prezzi senza implicazioni politiche.
Con la medesima mossa Putin rilancia e attende ora le reazioni dell'Europa, il cui fabbisogno di gas era coperto al 40% da gas russo prima dell'inizio del conflitto in Ucraina. Flusso nettamente tagliato negli ultimi mesi, secondo il Cremlino a causa di sabotaggi e sanzioni, secondo Bruxelles invece Putin utilizza il gas come "arma geopolitica", alla luce anche del fatto che il prezzo del gas si è impennato del 90%.
"I prezzi sono andati alle stelle, potremmo invece determinarli a livello di mercato, senza implicazioni politiche", ha detto Putin. Parole su cui Erdogan e' tornato solo oggi, spiegando la posizione della Turchia: "Stiamo lavorando rapidamente per stabilire una rete di collegamenti sicura per il nuovo progetto".
Il Turkish Stream, come detto operativo dal 2020, al momento permette a Mosca di far transitare 31,5 miliardi di metri cubi l'anno di gas verso Occidente attraverso un tratto sottomarino di 930 km e un doppio gasdotto terrestre di 142 e 70 km, saltando di netto l'Ucraina grazie al passaggio nel Mar Nero, in acque turche. Un progetto che rivoluzionerebbe le rotte dell'energia e dell'approvvigionamento per l'intera Unione Europea.
Una mossa forse inattesa anche dallo steso Erdogan, che ha atteso due giorni prima di pronunciarsi, ma che dal progetto è chiaramente ingolosito, perché gli permetterebbe di aumentare drasticamente l'importanza della Turchia nei confronti dell'Europa.
Putin ed Erdogan hanno parlato 14 volte dall'inizio del conflitto, di cui 4 faccia faccia negli ultimi 4 mesi. Una relazione forte e stabile, sopravvissuta alla precedenza che la Turchia ha dato agli impegni Nato, alla condanna di Ankara dell'invasione dell'Ucraina, ma anche ai droni che la Turchia ha fornito all'Ucraina e che hanno inflitto pesanti perdite ai russi.
Una relazione basata su interessi comuni delle parti. Interessi che hanno permesso ad Erdogan di svolgere con successo una mediazione nella costituzione del 'corridoio del grano', ma anche nello scambio di 200 ostaggi tra i due Paesi in guerra.
Erdogan ha anche dichiarato che c'è totale fiducia nel ruolo di mediatore della Turchia; una fiducia che, in attesa di intavolare una vera trattativa per un cessate il fuoco, al momento sta regalando alla Turchia una enorme importanza sul piano internazionale, sia in ambito diplomatico che, ora, energetico.