AGI - Contrordine: potrebbe non essere stato Cristoforo Colombo a scoprire l’America. Bensì Leif Erikson, un vichingo che vi avrebbe messo piede ben 500 anni prima. Lo sostiene l’Ambasciata norvegese in Argentina che ha aperto ufficialmente la controversia.
A scriverlo è il quotidiano argentino il Clarìn, che riporta il testo della dichiarazione dell’Ambasciata pubblicato sul proprio account Facebook in occasione della “Giornata del rispetto della diversità culturale”: “Ci sono crescenti indicazioni che Colombo non sia stato il primo ad arrivare e circa 500 anni prima i Vichinghi avevano già stabilito alcuni insediamenti in Nord America. Ci sono studi, note giornalistiche, illustrazioni e serie di film che menzionano questo fatto”.
E in ogni caso “che si tratti di leggende o fatti storici, oggi celebriamo l'arricchimento culturale e condividiamo questi due dipinti degli artisti norvegesi Hans Dahl e Christian Krogh che ritraggono il momento in cui l'esploratore vichingo Leif Erikson scopre l'America'", conclude il messaggio norvegese. Una rivendicazione di paternità a tutti gli effetti.
Il testo è poi accompagnato da un link a un articolo sul sito "Visitnorway" sulla storia dei Vichinghi. Lì Erikson è menzionato come il primo europeo a raggiungere la Groenlandia e il Nord America e come l'uomo che “navigò verso le coste del continente americano intorno all'anno 1000, cioè cinque secoli prima che Cristoforo Colombo lo facesse”.
Annota il Clarìn: “Sebbene esistano due diverse versioni dell'arrivo di Leif Erikson in America, ci sono informazioni sulla vita dell'esploratore che non trovano contraddizioni”, per poi proseguire così: “Il suo arrivo in Nord America forse non è considerato una ‘scoperta’ perché questo fatto richiederebbe la conoscenza da parte dei Vichinghi che si trovavano in un continente diverso e la sua successiva divulgazione. Si ritiene che i norvegesi siano arrivati sulla costa nord-occidentale del Canada completamente persi e non abbiano mai saputo di essere in territorio americano. Inoltre, Leif, a differenza dei Vichinghi, che vennero dopo di lui, non ebbe mai alcun contatto con gli indigeni”.
Le due saghe che descrivono la scoperta dell'esploratore sono quella di Erik il Rosso e quella dei Groenlandesi, tradizioni orali islandesi del X e XI secolo che vengono poi messe per iscritto nel corso del XIII secolo.
Per l'ambasciata norvegese Erikson era un omone con i capelli gialli e la barba che scese dalla nave, appoggiò il piede destro su uno scoglio e si chiese: “Dove siamo?”, a riprova – però – del suo non essere proprio consapevole di aver scoperto il “nuovo mondo”. L’annuncio dei norvegesi è stato diffuso il 12 ottobre, ennesima ricorrenza della scoperta “ufficiale” dell’America, avvenuta (forse) nell’anno 1492.