AGI - Una domini su tutte. La stampa americana privilegia ora i dati sull’inflazione Usa, ora la citazione di Trump a testimoniare davanti alla commissione del Congresso che indaga sull’attacco dei suoi sostenitori contro il Campidoglio. I maggiori quotidiani europei puntano invece tutti sulla politica interna: così nel Regno Unito si à risalto sull’ormai vacillante leadership di Liz Truss che i Tory sono pronti a sostituire, in Francia alla laicità della scuola in pericolo per la diffusione tra i giovani di abbigliamento islamico, in Spagna al tesoretto che il governo Sanchez ha raccolto potenziando la riscossione fiscale, in Germania all’arrivo in rete del gas fornito dalla Francia in nome della solidarietà tra Parigi e Berlino. Ovviamente per sui media cinesi poco altro ha visibilità a parte il congresso del Partito comunista che sarà inaugurato domenica.
Washington Post
La commissione parlamentare d’inchiesta sull’assalto dei trumpiani al Campidoglio ha citato a deporre Donald Trump, ed è questa la notizia del giorno per il Washington Post. La decisione, sottolinea il giornale, è stata presa a sorpresa e all’unanimità, e si basa su “un mix di nuove prove raccolte dalla commissione a partire dal da luglio e su testimonianze rese nelle sessioni precedenti”.
L’audizione dell’ex presidente, scrive il Post “mira a rafforzare una conclusione su cui i commissari martellano con insistenza: che la violenza del 6 gennaio è stata il risultato diretto e prevedibile delle scelte di Trump nelle settimane successive alla sua sconfitta elettorale”.
Dagli elementi in possesso della commissione, risulta che quella di sostenere la tesi di brogli era una strategia messa a punto da Trump ancor prima delle elezioni e che il presidente aveva “privatamente riconosciuto” che gli elettori lo avevano bocciato. L’inchiesta, ha detto la presidente della commissione, la repubblicana Liz Cheney, è incompleta senza l’audizione “del principale attore dei fatti del 6 gennaio”, e “ogni americano ha diritto ad avere risposte”.
Altri servizi di prima pagina danno conto di altri dettagli dell’indagine parlamentare, e anche di sviluppi dell’altra indagine a carico di Trump, quella dell’Fbi sui documenti classificati che l’ex presidente trasferì nella sua residenza privata di Mar-a-Lago in Florida: il testimone chiave, si è appreso, è un ex valletto della Casa Bianca, che afferma di aver personalmente portato casse di atti. Poco spazio per altre notizie, tra cui l’Ucraina e l’inflazione che negli Usa è calata, ma meno delle attese.
New York Times
Due notizie si dividono la fascia alta della prima pagina del New York Times: i negativi dati sull’inflazione negli Usa, che occupano l’apertura, e la citazione di Donald Trump davanti alla commissione parlamentare d’inchiesta sull’attacco dei suoi seguaci al Campidoglio il 6 gennaio 2021, impaginata di spalla.
L’inflazione, osserva il Nyt, “si mostra ostinata nonostante la Fed abbia montato la sua campagna più aggressiva da molte generazioni per rallentare l’economia e portare sotto controllo l’aumento dei prezzi”. Adesso, scrive il giornale, gli investitori si aspettano che la Banca centrale americana alzi ancora, di almeno tre quarti di punto, i tassi di interesse, portandoli fino al 4%.
Quanto a Trump, sottolinea il Nyt, la commissione ha “presentato nuove rivelazioni sul suolo centrale in varie trame per mantenere il potere”. L’ex presidente, “furioso e imbarazzo per aver perso le elezioni, e intenzionato a non accettare questo fatto, cercò di unirsi alla folla da lui stesso convocata a Washington il 6 gennaio del 2021, mentre era in marcia verso il Campidoglio, sapendo che i suoi sostenitori erano armati e minacciando violenze mentre il Congresso era riunito per certificare il risultato elettrorale”.
Il Nyt chiosa con le parole della presidente della commissione, Lic Cheney, repubblicana ma non trumpiana: “Tutto ciò non è normale, né accettabile, né legittimo nella nostra repubblica”. Alla citazione in commissione, il quotidiano accoppia la notizia che la Corte suprema ha respinto l’istanza di Trump di avere accesso ai documenti riservati che l’Fbi ha sequestrato nella sua residenza di Mar-a-Lago.
Wall Street Journal
Titola a tutta pagina sull’inflazione americana che “schizza a nuovi massimi” il Wall Street Journal, che dai dati diffusi ieri scorpora quello dei prezzi al consumo al netto di energia e generi alimentari: in settembre sono cresciuti del 6,6%, l’aumento più consistente dal 1982 e in peggioramento rispetto al 5,2 del mese precedente.
“Addio speranze che l'inflazione, una volta scatenata, sia facile da ridurre. Quel miraggio è svanito giovedì”, scrive il Wsj, e sottolinea che adesso “la Federal Reserve ha ancora molto da fare con la stretta di politica monetaria”. Scontato, insomma, un ulteriore rialzo dei tassi perché “il punto importante per la Fed è che l'inflazione si è radicata in gran parte dell'economia e anche se ha raggiunto il picco, l'ampiezza degli aumenti di prezzo richiederà tempo e denaro per essere ridotta. Ciò aumenta il rischio di recessione o di qualche incidente finanziario dovuto a scommesse su investimenti sbagliati durante gli anni fantastici in cui la teoria monetaria moderna era in voga”.
I dati, osserva il Wsj, “avranno ricadute politiche, o almeno dovrebbero” con effetti sulle elezioni di midterm per il rinnovo di un Congresso che “come sua principale eredità lascia un peggioramento degli standard di vita” degli americani. Biden “ha fatto la faccia felice” e ha cercato di dare una lettura ottimistica dei numeri, parlando di “qualche progresso nella lotta contro l'aumento dei prezzi", rileva il giornale, e criticamente commenta: “Non si guida un’auto con ‘qualche progresso’ e, a giudicare dal picco dei rendimenti del Tesoro di giovedì, il mercato obbligazionario non era d'accordo con Biden”.
Tra gli altri titoli, la positiva chiusura della Borsa di New York, che resta comunque volatile, e l’ipotesi di accordo tra i due maggiori operatori del settore dei supermercati, Kruger e Albertsons, che darebbe vita a “una potenza del commercio al dettaglio”, tale da collocarsi tra i principali datori di lavoro negli Usa.
Financial Times
Liz Truss “pronta a stracciare il pacchetto di tagli fiscali nel disperato tentativo di salvare la sua premiership”: è questo il titolo di maggiore evidenza sulla prima pagina del Financial Times, che da quotidiano della city sottolinea come “le voci di un dietrofront rassicurano i mercati” dopo la svalutazione della sterlina e l’impennata dei rendimenti dei titoli Stato e l’intervento di salvataggio della BoE da 65 miliardi di pound.
Da un punto di vista politico, a pagare il conto sarebbe il cancelliere dello Scacchiere, Kwasi Kwarteng, che, scrive Ft, “secondo diversi deputati Tory non potrebbe sopravvivere all’umiliazione” di una riscrittura della sua manovra fiscale. Ieri Kwarteng era a Washington per la riunione del Fondo monetario internazionale, che ha ribadito il monito a trovare le coperture per i tagli fiscali e a non finanziarli con nuovo debito.
Il ministro, sulla difensiva, ha detto ai giornalisti: “Non è stata presa alcuna decisione e la nostra posizione non è cambiata”. In prima pagina anche la Cina, dove il nuovo focolaio di Covid “rovina il grande appuntamento di Xi”, il Congresso del partito comunista che secondo ogni previsione lo confermerà leader, e l’Ucraina, dove il governatore insediato dai russi a Kherson chiede l’aiuto di Mosca per evacuare la popolazione prima del contrattacco delle truppe di Kiev.
The Times
I Tory “tramano per una nuova leadership” e sostituire la screditata Liz Truss con una diarchia affidata a Rishi Sunak e Penny Mordaunt: è il retroscena politico in apertura sulla prima pagina del Times, secondo cui sono in corso colloqui tra i più autorevoli parlamentari per un avvicendamento al vertice del partito e del governo, perché “crescono i dubbi che Liz Truss riesca a salvare la sua premiership” dopo “l’umiliante marcia indietro” che si appresta a fare sul pacchetto di tagli fiscali in debito, per placare i mercati dopo la tempesta finanziaria su sterlina e titoli di Stato.
Truss, scrive il giornale, deve fare i conti con “la crescente rivolta dei deputati”, preoccupati anche dai sondaggi in picchiata. L’ultimo dei quali indica che il 62% di quanti hanno votato conservatore alle ultime elezioni ritengono Liz Truss “una scelta sbagliata” , e il 43% desiderano che sia cacciata, mentre allargando il campione a tutti gli elettori, solo il 9% approva l’operato della premier.
Le Monde
La mancanza di benzina in Francia a causa degli scioperi dei lavoratori delle società petrolifere resta il tema del giorno su Le Monde, che in apertura titola: “Il governo intrappolato nella crisi del carburante”. Benché Macron in persona abbia “alzato la voce” contro i vertici del gruppo Total e contro gli scioperanti, esortati ad avviare “finalmente” un dialogo, l’astensione dal lavoro prosegue in diversi stabilimenti e sempre più distributori restano all’asciutto.
La crisi, tra sviste di comunicazione, tensioni con il gigante petrolifero e mancanza di compattezza tra i ministri, diagnostica Le Monde, “rivela le colpe dell’esecutivo”. L’altro titolo forte della prima pagina è sempre di politica interna, un’intervista al ministro dell’Istruzione, Pap Ndiyae, che parla della laicità della scuola “sotto attacco” dalla montante tendenza degli studenti “indossare tenute che possono essere considerate religiose”.
La laïcité n’est pas une chasse aux sorcières. C’est une liberté, de croire ou de ne pas croire, c’est un principe de neutralité qui s’applique au service public. Retrouvez mon interview pour @lemondefr ⤵️ https://t.co/yxvliERTz4
— Pap Ndiaye (@PapNdiaye) October 13, 2022
Le Figaro
Due anni fa il professore Samuel Paty, che aveva mostra in classe caricature di Maometto, fu ucciso a coltellate a Parigi, e Le Figaro marca in prima pagina l’anniversario (in effetti, con due giorni di anticipo perché l’omicidio avvenne il 16 ottobre) e ne trae spunto per un approfondimento sulla “scuola sotto minaccia islamista”, come afferma il titolo.
È un argomento sul quale il giornale ha recentemente insistito, specialmente, come fa anche oggi, mettendo l’accento sull’aumento degli studenti che indossano il velo o il caftano per ostentare la loro fede musulmana. “In un momento in cui le giovani donne iraniane si fanno uccidere per abbassare il velo e riconquistare la loro libertà, il Paese della laicità trema ancora davanti a quei nemici della Repubblica che sono i guardiani della Sharia e i loro devoti agenti”, scrive Le Figaro, stigmatizzando “la vergogna” che il ministero dell’Istruzione “ha definitivamente abbandonato l’idea” di intitolare a Paty la scuola dove insegnava.
El Pais
A fine anno, se la riscossione delle imposte procederà come previsto, il governo spagnolo potrebbe trovarsi in cassa un tesoretto tra i 15 e i 20 miliardi di euro, da destinare a misure contro l’inflazione e agli aiuti alle fasce deboli sul caro bollette. Lo scrive El Pais, che dedica oggi la sua apertura alla politica interna.
I fondi, anticipa il giornale, saranno utilizzati anche per prorogare lo scontro di 20 centesimi sul prezzo della benzina, in scadenza a dicembre, e a rifinanziare i 3 miliardi di sostegno sul consumo di luce e gas delle famiglie meno abbienti, per cui vi sono risorse fino ad aprile. Inoltre, secondo il quotidiano, il gettito fiscale extra potrà essere impiegato “per compensare il rallentamento dell’economia” previsto l’anno prossimo con una crescita del Pil dell’1,2% a fronte di un 2,1% inizialmente previsto dal governo.
In evidenza anche lo scudo antimissile che verrà creato congiuntamente da 15 Paesi europei membri della Nato: anche questa notizia è declinata in chiave di politica interna, con l’accento sulla Spagna che resta fuori perché dalla Germania, che ha lanciato l’iniziativa, “non è arrivata alcuna formale proposta di partecipazione” al governo di Madrid.
Frankfurter Allgemeine Zeitung
Arriva in Germania il gas dalla Francia e la “buona notizia” è in risalto sulla Frankfurter Allgemeine Zeitung. “Nella frazione lorenese di Obergailbach sono stati completati i lavori di riconversione per consentire il flusso di gas dalla Francia alla Germania per la prima volta giovedì. Prende così forma la promessa di solidarietà che il presidente Emmanuel Macron ha fatto poco più di un mese fa.
Gli ostacoli tecnici sono stati superati in modo non burocratico in un tempo sorprendentemente breve”, scrive la Faz, secondo cui l’apporto francese coprirà fino al 5% della domanda tedesca e in cambio la Germania immetterà energia elettrica nella rete francese, in difficoltà a causa del fermo di 26 centrali nucleari a causa di lavori di manutenzione o riparazione.
“Questo accordo di solidarietà ad hoc fa ben sperare per il Consiglio dei ministri franco-tedesco del 26 ottobre a Fontainebleau. Ma non potrà nascondere quanto sia divisiva la questione energetica a quasi 60 anni dalla firma del Trattato dell'Eliseo, e minacci di avvelenare le relazioni”, nota la Faz, secondo cui “la guerra di aggressione russa contro l'Ucraina ha infranto le fragili basi del consenso energetico franco-tedesco”. In evidenza anche l’intesa raggiunta dalle regioni tedesche sull’abbonamento mensile ai trasporti ferroviari a un prezzo unificato di 49 euro valido in tutta la Germania.
China Daily
Sempre in primissimo piano sul China Daily il congresso del Partito comunista cinese che si aprirà domenica prossima Pechino. La notizia del giorno è che “il Comitato centrale del Partito comunista cinese ha sollecitato opinioni e suggerimenti da personalità non appartenenti al Pcc sulla bozza di rapporto del ventesimo congresso nazionale del Partito, un modo importante per praticare la democrazia consultiva socialista e creare un ampio consenso prima che vengano prese decisioni su questioni importanti”, scrive il giornale.
La decisione è stata adottata dal Comitato centrale sulla base di una proposta formulata lo scorso 31 agosto da Xi Jinping. Il leader, riferisce il quotidiano, “ha sottolineato la necessità di rafforzare la cooperazione tra il Pcc e i partiti non comunisti, consolidare e sviluppare ulteriormente il più ampio fronte unito patriottico, unire tutta la saggezza e le forze nella misura più ampia possibile per consentire alle persone di tutti gli strati sociali di lottare per la costruzione di un paese socialista moderno sotto tutti gli aspetti e per promuovere in modo completo il ringiovanimento nazionale”.
Dunque, conclude il China Daily, “la cooperazione multipartitica e la consultazione politica sotto la guida del Pcc sono il sistema politico di base in Cina” e “i partiti non comunisti partecipano alla discussione e alla gestione degli affari di Stato”.
Quotidiano del Popolo
Pressocché monografico il People’s Daily, edizione in inglese dell’organo ufficiale del Partito comunista cinese, propone un largo ventaglio di servizi sul ventesimo congresso del Pcc che inizierà domenica, arricchito anche da un assortimento di contributi editoriali.
Tra questi, è in evidenza un articolo scritto per il quotidiano dal presidente della Camera alta del Parlamento del Turkmenistan, Gurbanguly Berdimuhamedow, che celebra i 30 anni delle relazioni bilaterale tra il Paese e la Cina, e sottolinea l’impulso datogli da Xi Jinping, la cui visione di “cooperazione nell’Asia centrale ha avuto un ruolo costruttivo nello sviluppo politico ed economico della Regione”.
La collaborazione con la Cina “è una priorità della nostra politica estera”, afferma il politico turcomanno, secondo cui l’energia è il terreno su cui questa progredirà più celermente. “Il motivo è semplice”, spiega, dato che “il Turkmenistan gode di un enorme potenziale nel settore energetico” e in Cina cresce la “domanda stimolata dalla sua economia in espansione”.
Dunque, assicura, “stiamo pianificando di aumentare la nostra fornitura di gas naturale alla Cina” e “siamo disposti ad avviare una discussione sulla fattibilità della costruzione di un quarto gasdotto dal Turkmenistan alla Cina”.